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   Traversata dei pizzi Trona-Falso Trona-Paradiso-Giarolo, 01/11/2014
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Onicer  Vezz   
Gita  Traversata dei pizzi Trona-Falso Trona-Paradiso-Giarolo
Regione  Lombardia
Partenza  Pescegallo  (1454 m)
Quota arrivo  2510 m
Dislivello  1600 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Rif. Falc e Benigni nelle vicinanze
Attrezzatura consigliata  Spezzone di corda, cordini.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Un'entusiasmante traversata che pur svolgendosi nella stranota val Gerola, è stata in grado di regalare emozioni semplici, vasti panorami ed isolamento.
Ritrovo i soci di sempre, la giornata è di quelle meravigliosamente autunnali, il contesto rilassato e i ritmi non serrati.
E' forse anche per questo che dal piazzale degli impianti di Pescegallo sbagliamo subito strada: anziché tendere ad ovest, risaliamo la carrareccia verso sud. Accortici dell'errore, rimediamo imboccando il sentiero di raccordo che, aggirando da nord i Denti della Vecchia, ci riporta sulla retta via, in direzione del lago di Trona. Poco male: ci siamo regalati una mezz'oretta aggiuntiva di piacevole chiacchierata.
Aggiriamo anche il pizzo Tronella: bellissimo lo scenario autunnale che ci si para dinnanzi. Le vedute sulle Retiche e sulla più vicina costiera del pizzo Mellasc sono meravigliose, esattamente come meravigliosa è la livrea dei larici e lo scintillare del lago Trona.
Il sentiero per il rifugio Falc prosegue quindi alla volta del lago d'Inferno, punto in cui lo abbandoniamo per dirigerci verso la nostra montagna. Rimontiamo un erto pendio erboso e raggiungiamo la cresta. Gli ultimi duecento metri per la cima sono assai divertenti: al primo tratto di crinale, segue una bellissima e panoramicissima placca (attrezzata con catene), successivamente un susseguirsi di camini e risalti permette di toccare la sgangherata croce di vetta.
Dopo una breve sosta ad ammirare e indicare la moltitudine di cime visibili, scendiamo il ripido pendio opposto fino a guadagnare un intaglio a picco sul lago Rotondo. Ci attende ora il tratto più impegnativo della traversata: l'aggiramento del gendarme che ci separa da un secondo intaglio (possibile via di fuga). Per prudenza ci leghiamo in una conserva protetta (numerosi spuntoni presenti). Mi diverto sempre un mondo a guidare la cordata giocando a fare l'alpinista!
Aggirato l'ostacolo, faccio da apripista lungo l'attacco al falso Trona: la pala sommitale è ripida e la progressione a quattro zampe ancora una volta entusiasmante. Sulla cima è bello leggere la soddisfazione negli occhi dei soci. Ci lasciamo andare a una sorta di disco-juke box coi cellulari.
Il percorso da compiere è però ancora lungo, pur non presentando difficoltà degne di nota (ad eccezione forse della discesa dal Paradiso), il terreno è costantemente scosceso, sconnesso o esposto: occorre non abbassare la guardia. E d'altra parte sarebbe facile farlo, considerate le molteplici distrazioni costituite in primis dal superbo panorama, in secondo luogo dalle incredibili notizie che giungono da casa.
Rimontata la docile testa del pizzo Paradiso, lo si discende con cautela, per risalire su roccia bucherellata superba fino in vetta al Giarolo. Da qui in avanti è tutto un saliscendi alla ricerca della via migliore. Attorno a noi, il tramonto è all'apice, un mare di montagne è investito dalla calda luce della sera: semplicemente favoloso.
Raggiungiamo la bocchetta di Trona che è crepuscolo. Mancano un paio d'ore di discesa. La luna è un faro, la stellata una gioia.
Un'altra bella scammellata si conclude, l'ultima per quest'anno, temo.
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