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   Anello del Pizzo d'Uccello e cima, 10/06/2012
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Onicer  pelle2005   
Gita  Anello del Pizzo d'Uccello e cima
Regione  Altro
Partenza  Vinca  (795 m)
Quota arrivo  1781 m
Dislivello  1300 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  set da ferrata, casco, imbraco
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Seguendo le indicazioni stradali si arriva a Vinca: noi parcheggiamo sulla via che conduce alla piazza, quindi al bivio per entrare in paese non scendiamo a destra.
Dalla piazza partono vari sentieri, noi prendiamo il 190 (sono le 7e30) che si dimena tra i vecchi edifici e le abitazioni del paese, ma tutto ben segnato. Dopo un po si esce dal paese e si inizia a salire, dapprima in mezzo a sterpaglie varie, poi in castagneto, poi in mezzo ai pini (caduta pigne!). Seguendo il sentiero arriviamo alle 8e15 al passo da dove parte la cresta di Nattapiana, dove notiamo un cartello che dice che il sentiero Zaccagna è chiuso: ma siamo qui, e decidiamo di proseguire e vedere com’è, al massimo torniamo indietro.
Inizialmente il sentiero scende ripido su fondo di terra mossa, poi inizia il cavo, che è più uno corrimano su tratti esposti sotto la nord del Pizzo d’Uccello. Il sentiero presenta comunque tratto di verticalità, oltre che di tanta orizzontalità, ma le difficoltà sono più create dal fondo smosso, soggetto a frane e quindi ricco di rami e tronchi. Con un’alternanza di cavo e bosco (attenzione a individuare la strada, alcuni punti non sono così certi e la traccia non si vede) si passa sotto tutta la nord del Pizzo (noi il solo tratto di cavo staccato l’abbiamo trovato di pochi metri e in un tratto semplice), e alle 9e50 giungiamo al cartella che indica la strada da prendere per la ferrata.
Questa è super segnata, e dopo 15min giungiamo all’attacco. Qui facciam sosta rifocillamento, tanto davanti a noi c’è una gita CAI con 20 persone, meglio lasciarle andare. Partiamo per la ferrata, che un po’ ci delude. Già di per se è semplice, appoggiata, verticale solo in qualche passaggio, esposta si ma..siamo pur sempre su roccia: addirittura è ulteriormente addomesticata con dei solchi nella roccia fatti per i piedi.. La percorriamo quasi di corsa (paura del temporale) senza mai usare il set, e alle 11e00 siamo fuori.
Dall’uscita prendiamo il sentiero 181 per Foce di Giovo, finché ci siamo vogliamo tentare la cima del Pizzo d’Uccello, anche se la giornata non è delle migliori: dal mare tira un vento impetuoso, il sole si vede a sprazzi, e dai 1600 in su è sovente essere in mezzo alle nubi. Il sentiero è apuano, stretto, esposto, mettere il piede in fallo vuol dire espulsione garantita!
Alle 11e45 siamo al giovetto, e partiamo alla conquista. Tutta la via è segnata da segni CAI, quasi impossibile perdersi (beh, forse con visibilità a 7-8m..). La via normale pare quasi dolomitica, gran camminamenti esposti, ma anche qualche passaggio di arrampicata dove usare le mani, passaggi stretti in mezzo a piccoli torrioni, roccia bianca: di certo più divertente della ferrata! Alle 12e30 siamo in cima, dove il vento e la variabilità la fanno da padroni, panorama visibile poco, a pezzi, e raramente!
Scendiamo per tornare al giovetto, e da li prendere il 181 per Foce di Giovo, dove arriviamo alle 13e30. Sosta cibo, ma non relax, perché il vento è sempre qui, le nubi arrivano e qualche goccia pure.. Si scende per il 175, inizialmente pratoni, poi si entra nel bosco, perlopiù castagni e faggi e alle 15 siamo all’auto.

Racconto:
http://andreaintrip.blogspot.it/2012/06/mangiati-dalle-nubi-e-dal-vento-anello.html

Foto:
https://plus.google.com/u/0/photos/103130992103249740937/albums/5752502425284065137
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