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   Bocchetta di Val Piana, 26/11/2009
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Onicer  schweppes   
Gita  Bocchetta di Val Piana
Regione  Lombardia
Partenza  S. Croce  (500 m)
Quota arrivo  2757 m
Dislivello  2257 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  da escursionismo invernale
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Mattina con sveglia difficile per via del meteo non favorevole.
Comunque alle sette decido di partire e non sono sicuro di dove andrò perché pioviggina. In auto decido di tornare in valle Aurosina per conoscere ancora meglio la via d’accesso al Monte Gruf ed arrivare alla Bocchetta di Val Piana, che collega la Val Bregaglia alla Val Codera, situata fra le creste dei Monti Conco e Gruf.
Parto da S.Croce alle 8,40: nel bosco c’è molta umidità, in compenso non fa freddo e la nebbia non riesce a penetrare tra gli alberi.
Sopra l’Alpe Tabiadascio comincia a nevischiare: indosso il guscio della giacca e proseguo di buona lena alla volta dell’Alpesella (2050m ca.).
Qui giunto non nevica più, ma in compenso la nebbia si è infittita e la vista verso i canali che portano alla Bocchetta del Conco e alla Bocchetta di Val Piana è impedita.
Dall’Alpe proseguo seguendo le tracce lasciate domenica, tracce già parzialmente cancellate dal nevischio di oggi. Giunto a quota 2250 circa, quando c’è la diramazione tra le vie alle due bocchette, non vedo pressoché più nulla: posso decidere di proseguire seguendo le tracce di domenica e salire un po’ verso la Bocchetta del Conco, ma non essendo questo l’obiettivo prefissato, preferisco tornare indietro. Giunto all’Alpesella noto, volgendomi verso monte, una parziale schiarita che mostra il canalino che porta alla Bocchetta di Val Piana.
Allora decido di riprovare, risalgo con più lena e più veloce di quanto non avessi fatto in precedenza e riesco ad entrare nel canalino.
Subito la conferma che si tratta di una via davvero affascinante.
Con passo ancora buono lo rimonto, a volte tirando grandi calcioni per creare dei gradini che consentano la progressione con una certa sicurezza.
Nonostante all’intorno la nebbia si sia intensificata, nel canalino, grazie alle pareti che lo delimitano (del Monte Conco a sinistra, del Monte Gruf a destra), la visibilità si mantiene accettabile. Inoltre faccio conto che per il ritorno le pedonate della salita potranno servirmi come i sassolini di Pollicino per orientarmi, anche in caso di nebbia assoluta.
La pendenza, inizialmente modesta, diventa sempre maggiore: ma la buona neve consente una progressione agevole, a parte l’affanno creato dalla ripidità (è proprio un canalino “mozzafiato”).
Ad una settantina di metri dalla Bocchetta mi si presenta un passaggio roccioso piuttosto verticale che non riesco a superare senza ramponi: allora, nonostante l’equilibrio precario, indosso gli attrezzi, supero questo muretto e la cinquantina di metri molto ripidi che adduce al valico tra la Val Bregaglia e la Val Codera e giungo alla meta.
La letteratura dice che da qui alla cima del Gruf ci sono circa 45 minuti di facile ascesa, ma decido che per oggi è abbastanza, anche perché è già l’una e mezza e so che con il tempo nuvoloso alla quattro sarà pressoché già buio.
Devo dire che il canalino, sufficientemente largo e quasi del tutto privo di sassi e rocce affioranti, è davvero invitante anche per una discesa con gli sci; certo che portare gli sci fino a lì è un’impresa abbastanza impegnativa.
Foto 1: prima metà del canalino, non ripidissima, foto fatta in discesa in un attimo di buona visibilità;
foto 2: la Bocchetta e la cresta che va verso il Conco;
foto 3: la cresta verso il Gruf.
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