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   quasi di corsa sulle creste di Bares , 07/12/2023
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Onicer  oscarrampica   
Gita  quasi di corsa sulle creste di Bares
Regione  Lombardia
Partenza  Rusio  (950 m)
Quota arrivo  1975 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Olmo
Attrezzatura consigliata  nde ora scarpe chiodate ,bastoncini, meglio piccozzino
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento L’idea è di Giamba che ha il weekend familiare libero e vuole fare fatica e sudare in montagna. Alla fine condizione la scelta con il mio imperativo che devo essere a casa per forza causa incontro per le ore 14. Alla fine va bene a tutti e allora mi viene affidata la scelta dell’itinerario che dopo il dubbio sulla Val Vertova, prende la direzione Presolana e precisamente quelle creste di Bares sotto le quali passai qualche anno fa con Robi in una toccata e fuga ancora più veloce di quella odierna. Ricordo un ambiente idilliaco di cui mi rimase la curiosità di esplorare oltre la Malga Presolana dove arrivammo allora. Non riesco a guardare bene l’itinerario e quindi partiamo senza molte certezze se non che andremo a Rusio e da lì seguiremo la Via della Valle dei Mulini. Metto la sveglia come da orario pattuito alle 5 ma non la spunta e quindi alle 5.30 sento il campanello suonare e intuisco immediatamente il danno. Inizio a fare tutto di corsa..la giornata prima era stata caotica e terminata ad ora tarda con il nucleo e non avevo neanche trovato il tempo di preparare il materiale. Non mi avevano neanche spiegato i soci nonostante le mie accorate richieste se la loro intenzione fosse quella di correre o camminare..che dalla scelta dipendeva l’equipaggiamento! Mi lavo bevo un caffè prendo su le cose alla rinfusa, mi faccio aiutare da Giamba e partiamo andando da Billy a Sergnano e poi da lì puntiamo la Val Seriana. Ad un certo punto del viaggio mi vien il dubbio quasi certezza di non aver preso le scarpe da trail..e dico a billi..ci risiamo ridendo ancora di quando feci coi sandali la salita fino al Pizzo Rodes e oltre… Ma stavolta guardando cosa ho ai piedi, non mi vien da ridere. Giamba ni dice che al limite mi presterà lui le scarpe cha ha addosso che sono almeno da ginnastica e hanno 20 anni! Arriviamo al Park di Rusio circa alle 7.30 del 25/11/2023..vediamo un po' dovrebbe esserci neve attorno ai 1800/2000 m. di quota. Metto le scarpe di Giamba..hanno la suola liscia come quelle da arrampicata! Partiamo alle 7.50 e ci addentriamo nella splendida Valle dei Mulini, corriamo in piano e falsopiano e spingiamo forte in salita..oggi sarà dura con le foto! Costeggiamo il torrente lasciando una prima diramazione sulla destra per imboccare quella successiva che, grazie ad una sorta di viadotto in pietra, entra nella forra per portarsi sull'opposta sponda ed incontrare poco dopo il grazioso ponte in pietra del "Puntesel", restaurato dagli alpini; per esso continuiamo nella forra procedendo per un tratto sulla destra orografica e, superata una graziosa fontanella vigilata da uno gnomo di legno sempre attento e vigile, incontriamo la deviazione per la chiesa di San Pietro (San Peder). La valle si stringe, le pareti chiudono la vista verso l’alto, torri di calcare fanno solletico al cielo e noi lambiamo e talvolta traversiamo le magre acque del torrente. L’ambiente è di una bellezza straordinaria. Dico loro per scherzare una di quelle frasi che poi ti ricordi perché escono particolarmente bene: ragazzi è fantastico esser qui con voi oggi…meglio sarebbe esserci da solo..il massimo con manola…e tutti giù a ridere e a prendermi per il culo. Prendiamo la destra al bivio malga Bares/Presolana con il sentiero che ora prende deciso a salire. Poi, con traversata a sinistra, usciamo dal solco principale della valle per entrare in un valloncello secondario e nel bosco. Poco dopo le 8.30 il sole buca la fitta coltre di abeti in cui siamo immersi e annuncia l’intenzione di scaldare un poco questa mattina gelida rinfrescata da un venticello polare. Usciamo nel sole negli spazi aperti nei pressi e sotto malga e creste di Bares. Il panorama è idilliaco: prati bruni bruciati dal sole, larici giallo oro fanno a macchie con i verdi abeti e oltre il delicato profilo del Pizzo olone svetta indomita con le sue rocce dorate e striate di neve la regina di queste zone: sua eccellenza la Presolana, col Pizzo Corzene che ne sostiene l’austera solitudine. Dieci minuti dopo,alle 9, siamo nella conca solatia di malga Presolana(q. 1540)..ma al gelo perché il sole qua deve ancora arrivare. Fa un freddo becco e partiamo subito su per i prati dietro la malga sul sentiero vs il Rif. Olmo alla rincorsa della linea di sole. Sto bene, oggi le gambe girano, ho recuperato un poco del gap clamoroso che si era aperto fra me e loro dopo i miei infortuni. C’è vento un aria gelida e approfitto delle loro soste per cambiare abiti. Voglio trovare un posto per sedersi e far ascoltare e vedere la foto mitica che Manola mi ha spedito..ma è tutto spruzzato di neve e fa troppo freddo. Saliamo veloci passo ottimo e ad un certo punto la spianata prima di giungere al Passo mi fa capire che poi di là sarà molto peggio. Poggiamo il culo sulle pietre brinate e ascoltiamo audio e mostro loro la mitica foto con le ragazze che si fanno un selfie e dietro ci siamo noi che passiamo ignari. Ci iberniamo subito e vogliono ripartire. Allora mi metto a correre sul sentiero in falsopiano smaltato di neve, mentre Billy in mezzo a me e Giamba riprende la nostra corsa. Arriviamo in breve al Passo degli Agnelli (q.1950, h9.45) dove guardiamo fra il basito e il divertito lo scuro vallone innevato che precipita vs il Rif. Olmo e che alcuni scialpinisti stanno risalendo con le pelli. Ora per me ci sarà da divertirsi dico ai compagni indicando le mie scarpette con le gomme slick stile formula 1. Tira vento e ci buttiamo giù, la neve è gelata e io praticamente scio mantenendo l’equilibrio grazie ai bastoncini: scivolo sempre ma non cado mai in un incredibile prova di destrezza di cui mi autocelebro. Billy è molto avanti mentre Giamba segue le mie evoluzioni fra una risata e l’altra. Dice che sembro ubriaco fradicio…e io gli rispondo che mi avrà sulla coscienza per avermi prestato le sue suicide shoes. Comunque 10 minuti dopo atterriamo incolumi all’Olmo (q. 1820) e di Billy non c’è traccia, Giamba si ferma per vestirsi e io riparto subito di corsa su per la salita vs il Passo Olone perché c’è un freddo becco. Oltre l’ombra azzurra della piana la Presolana di Castione brilla nel sole sotto un cielo azzurro da favola che illumina senza scaldare. Salgo correndo e alle 10 sono già al Passo Olone (q.1850) dove mi fermo al sole ad aspettare gli altri due profughi. Con mia sorpresa spunta prima Billy e poi arriva anche Giamba e celebriamo con un autoscatto. Pochi passi dopo raggiungo il vero Passo Olone che sta poche decine di metri in un’altra depressione della cresta che scende dal Pizzo omonimo. Lo dico subito ai ragazzi…quelle sono le creste di Bares..non ci ferma nessuno. Non sono convinti ma mi seguono..corro fra le erbe secche e la traccia di sentiero che ci porta verso le rocce assolate e smaltate in tanti punti di neve che promette di dare del filo da torcere vista la nostra assenza di materiale adeguatoe qualche canale nevoso che sarà obbligatorio affrontare. Rimpiango di non aver preso il piccozzino…e mi vien da ridere se guardo le scarpe che indosso. Ma ormai mi ha preso l’ecitazione da cima e so che solo il rischio eccessivo potrà indurmi a fermarmi. Mi piace quando mi scatta questa molla è come accendere l’interruttore per dire: ora inizia la lotta e mi switcho sulla modalità combattimento. Cambia proprio la testa ed entro in uno stato di superconcentrazione. I sensi si dilatano e mi sembra di diventare un tutt’uno con il regno minerale su cui poggio i piedi e le mani. Risalgo un facile canale nevoso cercando di evitare la neve dura e fotografo Giamba che inizia la risalita e poi un magnifico scatto vs la Presolana e il suo regno che brillano di luce. Oltre un altro pendio nevoso ci porta in direzione della frastagliatissima linea di cresta protetta da tanti scudi rocciosi e torrette: l’ambiente è veramente fantastico e labirintico. Continuo a scivolare e a pestare le dita sulla neve dura ( a fine giornata il dito medio della mano sx sarà dolorante e gonfio come un salsicciotto..) ma sono in trance alpinistica e voglio trovare la via per portare in cima i miei amici. Billy mi gratifica dicendo che queste cose succedono solo quando si va in giro con me..che nessuno dei suoi soci alpinisti lo porterebbe su terreni del genere. In realtà non è difficile, è solo terreno d’avventura che devi leggere ed interpretare per abbassare al massimo la soglia del rischio. Mi muovo concentrato sapendo che dove passerò io con le mie scarpacce…passeranno senza problemi anche loro. Sia billy che Giamba hanno sufficiente esperienza e li sento sicuri. Un ultimo pendio erboso chiazzato di neve dura ci fa guadagnare una selletta e poi Billy affronta un piccolo muretto roccioso (passo II°). Io aspetto Giamba che non ha bisogno d’aiuto e raggiungiamo Billy per l’ennesimo selfie sulla Cima di Bares (q. 1975, h 10.30). Abbiamo fretta perché il tempo passa e la linea di cresta che abbiamo davanti pare piuttosto contorta e non banale scegliere la linea da seguire tra tracce esili, neve che le ricopre e salti tra una torre e l’altra. Scatto avanti e su un elevazione di cresta scatto una bella foto a Giamba che si muove con la sua giacca verde in un dedalo di roccette con lo sfondo dominato dalla Presolana, dal Ferrante e dalle punte che si elevano oltre i bruni colli del Diavolo di Tenda e del Redorta. Avanzo prima io e poi Billy fra le rocce di cresta ma è troppo pericoloso il versante nord gelato e alcuni salti nella cresta richiederebbero troppo tempo per essere superati. Comincio ad avere la sensazione di esserci, come spesso mi succede, cacciati in un bel guaio. Concordiamo con Billy per tornare dalla traccia che ci ha portati qua fino a dove s’intuiva una deviazione che proseguiva più bassa…quando ci arrivo capisco subito anche per via di qualche segno che è questa la direzione e mi torna un poco di speranza. S’incazza troppo oggi Dani se torno tardi!! Davanti, ora ci attende un altro traverso erboso stile viaz e poi l’attacco ad un canale molto forse troppo nevoso e in ombra che potrebbe rappresentare un ostacolo insidioso e pericoloso: dover tornare significherebbe fare troppo tardi. Attacco furiosamente la neve gelata scalciandola vioolentemente con quanta forza ho per riuscira a forarla e con le mani abbranco qualsiasi erba o radicetta trovo e come nuotando risalgo le erbe ripide fino al punto in cui il colle nevoso è più stretto. Guardo giù e vedo che Giamba e Billy hanno scelto linee diverse e con scarpe più adatte attaccano il traverso nevoso. Alla fine io riscendo dall’alto e mi ricongiungio con Giamba e poi con Billy tutti e tre felici su un forcellino sospeso fra pinnacoli rocciosi: un vero nido d’aquila! Che nello essere quassù nel sole e nel vuoto insieme a questi amici. Dal forcellino scendiamo per due tracce distinte e ci riincontriamo poco dopo e prendiamo a traversare su neve un altro pendio. Avanzo sempre furioso per bucare la neve e perché voglio uscire da questa cresta che ci tiene prigionieri: sto troppo basso esco di lato e mi affaccio su un dirupo: mi sta prendendo la direzione quando vedo sopra di me i compagni sbucare in cresta e dire che da ora in poi son solo prati. Risalgo con difficoltà i pochi metri nevosi e ripidi che mi separano dal bastoncino di billy che mi trascina fuori. E’ fatta, le difficoltà son finite..ora si tratta solo di capire quanto tempo ci vorrà ancora visto che sono già le 11.20. Davanti a noi, giamba è già partito, la dentellata linea di cresta che si dirige vs la la maggiore sommità della Cima di Campo ( che però noi eravamo ancora convinti fosse la Cima di Bares, visto che era la prima con croce…). Ripartiamo lancia in resta dopo aver fotografato il catino da cui proveniamo e la valle sotto di noi che ride nel sole..ma ancora lontana. Spingo, sono in formissima, raggiungiamo Giamba e ci abbracciamo nuovamente in vetta 10 minuti dopo (Cima di Campo q. 1950). Ci facciamo foto a noi e al panorama che ci soffermiamo a contemplare per la prima volta. Dalla Presolana bella come non mai, si passa per Ferrante e Ferrantino e poi Cima di Valmora e il Redorta che spinta dietro e poi viaggiando vs sx, il Diavolo, Cabianca e Pradella fino ad arrivare all’Arera e all’Alben. Billy mi offre un pezzo di barretta e dopo breve sosta iniziamo a scendere in verticale i pratoni (scivolo sulle loppe che è una meraviglia e non so come riesco a non slogarmi una caviglia…) vs una baita (baita Zò) dove troveremo certo un sentiero..che infatti non c’è. Billy ha il telefono scarico e gli cedo il mio per decifrare da qualche app dove sta il sentiero: corregge subito la nostra direzione vs sx e vs l’alto e poco dopo rinveniamo la traccia. Iniziamo a correre in discesa fino a quando disegnato un arco ci troviamo proprio sotto la grande rupe rocciosa (h 12.10) sopra la quale stava appollaiata la baita a pochi passi dall’idilliaca conca con laghetto che ospita Malga di Campo (q. 1450, h 12.10). Scatto le ultime due foto..grido a Billy di aspettarmi e architetto il terribile piano che movimenterà il finale della gita. Li raggiungo e gli chiedo di scambiarci gli zainetti..di tenere lui il mio più grosso e io il suo più piccolo in modo da esser più veloce io. Sistemiamo il materiale..chiudiamo il mio zaino sulle sue spalle..ha le cerniere rotte e non chiude benissimo. Iniziamo a correre come forsennati..passiamo dalla bella Malga Pozzetto…billy si ferma un paio di volte perché gli sembra che lo zainetto si apra..e glielo richiudiamo. Alle 12.40 trafelati siamo all’auto…svuotando lo zainetto manca il mio marsupio…mi dispero per il telefono…manca un guanto di billy preziosissimo.. e lui decide di tornar su a cercarli…no lo fermo!. Piuttosto Billy te lo ricompro..sono troppo in ritardo..ho promeso a Dani…. E tu come fai senza telefono? ..meglio perdere il telefono che la testa gli dico..poi mi dice brutto pirla il tuo telefono ce l’hai tu nel mio zainetto..Allora nulla più ci trattiene e saliti in macchina col solo billy attapirato per il guanto perso che si rifiuta ostinatamente di farsi ricomprare torniamo a casa allegri tra una risata e l’altra. Per tutto il viaggio billy si gira..mi guarda e mi dice ..ma come cazzo ho fatto a darti retta?...divorato dal senso di colpa! Lui così preciso e perfetto..quanto deve volermi bene per continuare a venire in montagna …con un (cit.) “cialtrone” come me. Grazie amici per questa toccata e fuga verso la felicità. Un paio di P.s. ..alle 14.20 ero a casa con venti minuti di ritardo sull’orario max stabilito..ma comunque in tempo per fare la doccia e presentarmi alle 15 all’incontro che avevamo con mia moglie… e quindi sostanzialmente perdonato! Billy il giorno dopo complice una gita di amici risale all’Olmo e incredibile a dirsi…ritrova il mio marsupio..ma non il mio guanto…non avete idea di quante me ne dice al telefono… Foto1 dito e Cima di Bares Foto2 noi tre sulla cima di Bares Foto3 Giamba nel mondo di Bares
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