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   Schiena di Cavrel o punta Primavera , 08/10/2022
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Onicer  Beps65   
Gita  Schiena di Cavrel o punta Primavera
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (900 m)
Quota arrivo  2705 m
Dislivello  1800 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Curò
Attrezzatura consigliata  Da escursioni
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Domenica 2 ottobre, vetta del Pizzo Recastello.. "Vedete quella cima, gli hanno dato un nome, ma non appare sulle carte" . "Schiena di Cavrel" sembra il Torena in miniatura, è sicuramente una cima Orobica poco o nulla frequentata. Bisogna andarci allora.. Ieri mattina verso le 8, siamo davanti al tepore della stufa in ghisa del rifugio Curò. Direzione? Cima Primavera! È si, abbiamo appena scoperto che la "Schiena di Cavrel" i "Vecchi" la chiamavano PRIMAVERA, in quanto è una delle prime cime che nella bella stagione perde la neve. La giornata è incredibilmente bella, oggi siamo pronti a prendere acqua sulla via del ritorno, ma ora sembra impossibile arrivi la pioggia, dal rifugio chiaccherando ci dirigiamo verso il lago della Malgina, è proprio appena prima che si stacca un esile traccia di animali che porta verso l'alto. Costruiremo alcuni ometti, per agevolare l'orientamento in caso di nebbia, le difficoltà non sono elevate, tratti di isiga scivolosa si alternano a roccette instabili e ghiaioni, siamo in tanti, sette, quindi meglio procedere con cautela, la vista su Recastello, Trobio, Torena e Strinato sono a dir poco fantastiche, la parte più bella è sicuramente quella dalla prima elevazione alla vetta vera e propria, la cresta a tratti esile permette una facile arrampicata (max I° grado), in poco si raggiunge l'omino in cima. Claudio ha portato un pennarello e scrive su un sasso i dati della vetta ed una dedica ad un Grande Orobico che se n'è andato poco tempo fa. La giornata è ancora limpidissima, Andrea e Vittorio ci viziano con dolcetti e liquore al caffè. Rileggiamo la relazione prima della discesa, è qui la parte più delicata della gita, si scende su rocce marce, isiga, verso sud, sono un centinaio di metri dove chi non è abituato all' Orobia selvaggia si troverebbe in forte difficoltà, poi tutto torna ad essere più facile, decidiamo di ritornare verso il grande ometto che abbiamo lasciato stamattina in quanto sul lato nord, c'è neve e non possiamo scendere in sicurezza avendo solo scarpe basse e niente ramponi. Un bel branco di stambecchi un po indispettiti ci guardano torvi, raggiungo il "nostro" grande ometto e devo dire che lo abbiamo messo in un luogo fantastico. Ci concedermo qui un'altra bella pausa, un'altra ancora allo splendido lago della Malgina, poi mani in tasca e giù sul comodo sentiero fino al Curò per l'immancabile merenda. Il resto della discesa grazie al doppio pino mugo lo faremo in scioltezza tra risate e chiacchere.
8 ottobre 2022, difficoltà EE
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