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   Crepa Neigres e I Popi , 20/07/2013
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Crepa Neigres e I Popi
Regione  Trentino Alto Adige
Partenza  Alba di canazei  (1600 m)
Quota arrivo  2535 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  rif. ciampac
Attrezzatura consigliata  nde attenzione perchè la paretina alta qualche metro richiede capacità di muoversi su passi di IIà grado un poco esposti
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Tre giorni dopo l’uscita notturna per salire sul Collac, ripetiamo l’esperimento per salire alla Crepa Neigra e questa volta siamo io billy e daniele a trovarci alle 4 del 20 luglio 2013 fuori dall’albergo ad Alba e prender la via vs il parcheggio della funivia: poco prima di arrivarci, seguiamo la strada sulla destra Via Palua e dove finisce seguiamo il sentiero a destra che entra nel bosco. Ad un bivio nel buio della notte giriamo a sinistra e seguendo la traccia che sale ripidamente per il bosco, passiamo sotto la funivia ed usciamo su una stradetta presso un pilone. Proseguiamo dritti (cartello pista sciatori) fino alla pista da sci e la risaliamo per prato con tratti ripidi e qualche traccia di svolta, fino ad incontrare una stradina sterrata che seguiamo fino al Rif. Ciampac (dislivello 685 m, q.2150, h 5.15), dove ci accoglie la prima tenue luce che rompe il buio della notte e riusciamo a fotografare il nero profilo della nostra montagna. Continuiamo per la strada sterrata con segnavia 644 fino a dei cartelli. Son bastati pochi minuti e la luce ha cambiato lo scenario permettendoci di vedere bene la stupenda silhouette della Crepa Neigra che sembra una montagna americana così scura e piantata con le sue nere pareti nel verdeggiante colle che la sostiene. Proseguiamo per il sentiero a destra che risale il pendio erboso fino ad una larga sella con altri cartelli (20') che indicano la nostra via vs la Crepa Neigra e lo Spiz de Sot Forzela. Ormai è chiaro ed è bellissima la vista vs il gruppo del Catinaccio , la cresta dello Scalieret, il catinaccio d’Antermoia e le Crode dei Cimei. Dietro la conca del Ciampac s’alzano le rocce del Collac e poi a destra i giganti innevati del Gran Vernel e della Marmolada. Dietro la curiosa sagoma del Sasso Cappello giocano alle prime gialle luci dell’aba che sarà, le tre Tofane. Dalla sella seguiamo verso destra una traccia che attraversa i prati e pendii sotto la parete SW che ci presenta il suo possente spigolo, camminando in direzione del gruppo del sassolungo che si è ora aperto maestoso a occupare lo spazio di cielo aperto davanti a noi. Viaggiamo sull’erba in silenzio capi chini di fronte al mistero del nuovo giorno che nasce, su meravigliosi tappeti verdi che si srotolano sotto i nostri passi seguendo una traccia poco marcata che traversa verso destra il pendio erboso e poi lo risale fino alla forcella fra lo Spiz de Sot Forcela a sinistra e la Crepa Neigres a destra . Un cartello indica la via per lo spiz e decidiamo di assecondare. La luce dell’alba colora le creste di tutto il gruppo del Catinaccio e poi il sole irrompe con la sua palla infuocata da dietro le Tofane e tutto s’ammanta di arancione. L’Antelao sembra disegnato su uno sfondo illuminato, possente, etereo, la forma che un bimbo disegnerebbe per una montagna. Raggiungiamo il grande crocefisso ligneo dello Spiz de Sot Forzela( q.2485) alle 6 incantati dalla scura parete precipite della Crepa Neigra che ora rifulge di luce, fluorescentemente arancione. Che spettacolo! Ritornati alla forcella divisoria seguiamo ora la traccia verso destra che aggira uno sperone roccioso (ometto) e traversa un breve canale per cengetta erbosa. Risalire poi verso sinistra il pendio sopra la gobba fino a traversare verso destra in direzione di un caratteristico piccolo gendarme di roccia,sul quale mi diverto a salire in arrampicata estetica. Poi risaliamo il pendio di zolle e roccette fino alla cresta (ometto) e una successiva forcella. Abbiamo ora davanti il tratto chiave della salita che purtroppo taglia fuori l’escursionista medio dalla possibilità di salire su una cima fantastica ed incredibilmente bella oltre che panoramica. Un cocuzzolo roccioso ci divide dai prati sommitali e per salirci è necessario o salire direttamente il canalino (4m II-, esposto e un po' friabile) cosa che facciamo in salita, oppure traversare verso destra su cornice con erba (esposto),via dalla quale scenderemo in seguito. Oltre si apre uno scenario incredibile con un prato sommitale piatto ed immenso(q.2535,h6.30) che precipita per un centinaio di metri quasi da tutte le parti. Veramente incredibile! Contemplo assorto questo meraviglioso luogo incredulo che tanta bellezza si nasconda a volte in posti che non sono neanche famosi. Che scempio ma che dono per noi piccoli esploratori dell’inutile quando li troviamo preparati ad aspettarci, tutti per noi. Sembra di essere stati depositati su un perfetto e bellissimo immenso prato cui fanno da contorno tutti i gruppi dolomitici più famosi da qui visibili: Sassolungo, Sella, Catinaccio,Gran Vernel e Marmolada, ma anche Tofane, Counturines, Piz Boè, le Odle e l’Antelao. Camminiamo a lungo per i prati ricercando per le nostre foto le angolazioni più belle e le visioni sulle praterie sottostanti da cui ci separano le precipiti pareti dalle quali ci sporgiamo con timore. Andando vs il punto più alto del prato, rinveniamo la splendida idea di una croce in sassi posta a terra per non turbare col suo slancio vs l’alto questa meravigliosa orizzontalità. Restiamo un’ora a crogiolarci al sole passeggiando nell’idilio del luogo che emana pace e serenità come fosse un luogo di potere alla Don Juan. Poi alle 7 disarrampichiamo la paretina e prendiamo la via del ritorno. Alle 7.30 scatto un incredibile foto alla Crepa Neigra che bruna contrasta con la sua forma da parco Nordamericano, incastrata nel verde che la accoglie e coperta da un cielo azzurro scuro. Che bellezza! Alle 8 siamo giù ad Alba, puntuali per la colazione, felici per la nostra scorribanda notturna. La mattina salta un incontro che era programmato e allora chiedo a Giona se facciamo un salto veloce vs i Popi curiose formazioni rocciose che avevo un inverno di troppa neve e di tanti anni fa vanamente tentato di raggiungere. In macchina saliamo al Passo fedaia da Canazei e scendiamo dalla parte Veneta fino al piccolo villaggio di baite abbandonate che si trova dopo i primi tornanti in discesa. Da lì parte il bel sentiero(h 10.15) che s’inerpica vs destra passando sotto le pareti delle Crepe Rosse e che con un paio di centinaio di metri di dislivello raggiunge la Forcella delle crepe Rosse a quota 2135m( h 11). Già da qui si possono notare le curiose forme ovoidali di questi massi vulcanici che cambiano sembianze a seconda del lato da cui li si osservino. Poco distante c’è una bella grotta con feritoia che permette di osservare la Marmolada. Riprendiamo a camminare e saliamo direttamente senza traccia per un fantastico campo di rododendri dove fotografo più volte la bellezza degli 8 anni di Gio. Un quarto d’ora dopo abbiamo raggiunto i Popi e passiamo il tempo a girarci intorno a salirli e ad inserirci fra le varie fessure tra un masso e l’altro. Come stamattina mi rendo conto della bellezza di certi luoghi che chissà perché rimangono dimenticati(..per fortuna verrebbe da dire) in questo mondo dove tutto segue mode che durano per un tempo che è deciso da chi è in grado di condizionare il pensiero altrui. Venti minuti di esplorazioni dopo aver visitato per filo e per segno tutta l’area e averne approffittato per delle belle foto, torniamo vs valle per il bel sentiero che si perde nel verde del bel crinale e del pendio prativo successivo che ci riconduce al prato macchiato dai tetti delle baite. Scatto numerose foto a fiori particolari che incontriamo scendendo e sotto un abete troviamo la nonna assisa in attesa, intenta a godersi la bellezza del mondo che la circonda. Scendiamo insieme al villaggio dove arriviamo alle 12.15 pronti per andare a pranzare. Foto1 la Crepa Neigra Foto 2 la paretina finale Foto3 sui prati sommitali
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