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   Run to the mountains(..ma 42 km in piano), 12/12/2010
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Onicer  oscarrampica   
Gita  Run to the mountains(..ma 42 km in piano)
Regione  Emilia Romagna
Partenza  Reggio Emilia  (0 m)
Quota arrivo  100 m
Dislivello  100 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  no
Attrezzatura consigliata  scarpette da runner
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Mentre ero in vacanza a caprile nell’Estate 2010 e gironzolavo distratto per i giardini guardando di tanto in tanto la parete Nordovest del Civetta o i prati del Migogn dove avrei avuto voglia di salire di corsa, mi venne improvviso un pensiero mentre ero intento a controllare i giochi dei miei bimbi: ma a settembre quando saremo a casa non ci sarà più nessun bambino in casa perché anche jari andrà all’asilo. E io cosa farò tutte le mattine? Infatti la mia occupazione principale negli ultimi 10 anni era stata quella di occuparmi di loro( generalmente portandoli in giro in bici o a fare qualche mini avventura per i prati di cavacurta dove abitavamo oppure alla casaccia dove loro giocavano in mezzo al verde mentre io arrampicavo sui muri di quell’amato edificio). Fu un poco come quando si cucina il pop corn, uno scoppio dopo l’altro..un idea dopo l’altra. Mi sorse senza preavvisi l’idea di provare a correre una maratona prima di diventare troppo vecchio per farlo. Particolarmente lucido mi resi conto che avevo 42 anni come 42 sono i km della maratona. Avevo paura a dirlo a mia moglie per via del fatto che già le chiedevo venia per le gite in montagna ma invece sposò il mio progetto e devo dire che in seguito durante gli allenamenti quotidiani mi aiutò anche nell’organizzazione dei tempi e a trovare le possibilità per riuscirci…forse sperava mi trasformassi da alpinista a runner! Comunque la ringrazierò sempre per avermi aiutato. Io ho sempre corso per naturale propensione e piacere nel farlo e ricordo che quando giocavo a calcio avevo fiato da vendere…semmai non sempre la voglia di farlo. Poi ho sempre corso per allenarmi ma perché mi è sempre piaciuto farlo e quando ho cominciato un poco più seriamente ad andare in montagna, è diventato un modo per restare in allenamento. L'unico per noi che abitiamo in pianura. Quando attorno ai 20 anni lavoravo a Peschiera Borromeo, tutta la ditta seguiva le corse che io e il mio socio Max Fajella facevamo in media 3 volte la settimana ma a volte anche ogni giorno…scommettendo sul risultato. Ma ha sempre vinto lui, correvamo 10 km nella pausa mensa di 1 ora e lo tenevo solitamente fin verso l’8°/9° km dove cambiava marcia e io non riuscivo a reggere il cambio di ritmo. Una volta l’ho tenuto e pensavo ormai di poterlo battere allo sprint, ma negli ultimi 400 mt ci ha piantato una progressione incredibile e mi ha distrutto. Ho perso di 6 secondi e ho corso in 36.58, primato mai più battuto sui 10.000 metri. Poi ho corso i 5000 in 16.50, i 3000 in 9.10 e i 1000 tante volte sotto 1 3 minuti. Ma correvo sempre da solo tenendo i tempi solo per stimolo a far meglio e avere un’idea del grado di forma e senza mai neanche aver considerato l’idea di fare una gara. Cominciai a correre tutti i giorni durante quella vacanza con Beppe il mitico postino calabrese di Caprile che mi diceva avevo una corsa leggera e bella e che chissà dove sarei potuto arrivare se mi fossi allenato seriamente. Ma a me sembrava solo di far fatica. Tornato a casa cominciai a cercare tabelle di allenamento e a cercare di capire quale potesse essere il tempo su cui fondare il mio allenamento. Il mio allenamento base purtroppo negli ultimi anni era quasi sempre stato rappresentato dall’andare e poi tornare (dopo il turno) dal lavoro per 5 km,10 complessivi con medie attorno ai 4’ al km. Un giorno per scherzo simulai una mezza maratona cercando di resistere a mantenere la media dei 5’ al km e cela feci per 18 km prima di cedere un poco. Decisi allora confrontando un poco di tabelle di provare a impostare la maratona per provare a percorrerla alla media di 5’ al km(3h,30m). Guardando le maratone in programma vidi che c’era quella di Reggio Emilia che si correva il 12/12/2010. Vicina, in una bella città e con la curiosità numerica che quel giorno io avrei avuto l’età di 42 anni e 198 giorni mentre la maratona è lunga 42 km e 195 metri…che coincidenza! Presi a seguire una tabella d’allenamento che m’avrebbe preparato per tre mesi e cominciai a seguirla fedelmente con allenamenti 6/7 volte a settimana che variavano fra veloci e lenti e brevi e lunghi(nel fine settimana). Mi stufavo a correre cos’ lento e provai ad abbassare il passo a 4.40 ma era troppo e lo alzai allora a 4.50. Ad un mese dalla data fatidica ebbi un problema all’anca da probabile sovraffaticamento che mi portò a scegliere di non correre l’ultimo lungo da 36 km e feci solo quello da 34. Decisi anche che sarei partito al ritmo di 5 al km e solo se mi fossi sentito meglio avrei verso la fine accelerato. Il giorno della gara mi sentivo bene, tranquillo ma non in stato di grazia e quando Michele nervosetto cominciò ad accelerare lo lasciai andare tenendo d’occhio solo la costanza del mio ritmo. Senza sussulti particolari arrivai fino al km 36 quando cominciai ad irrigidirmi e fare fatica…al km 39 sentii il gruppo-palloncino dei 5 al km recuperare su di me e mi dissi che li avrei tenuti…ma non ce la facevo proprio..le gambe ormai rimbalzavano rigide come fossero di cemento. Provai con tutte le mie energie, dicendomi che non potevo mollare proprio ora..non potevo vanificare l’impegno di tre mesi..e dall’altra parte una vocina diceva di fregarsene che avresti potuto sempre riprovarci. In questa lite di pensieri, arrivai al km 40 e la cifra tonda mi aiutò a concepire che ero ancora un poco in anticipo rispetto alla tabella di marcia e che quindi POTEVO ANCORA FARCELA. Un nuovo impeto d’energia mi affiorò nella testa e le gambe ne risultarono trascinate tantè che gli ultimi km li corsi faticando ma in discreta spinta…ma quando giunsi in vista del traguardo capii che non ce l’avrei mai fatta perché il cronometro avrebbe passato inesorabilmente le 3h e 30 che rappresentavano il mio tempo limite. Distrutto andai a cercare docce e cibo. Mentre sotto la doccia, l’acqua lavava via la stanchezza, alzai improvvisamente la testa e cominciai a pensare ad alta voce rivolto al mio vicino. Ma come mai ci ho messo più di 3 ore e mezza se il mio crono mi segnava meno…lui mi spiega che era il capo del gruppo da 5 e che loro probabilmente eran partiti prima di me e che il mio tempo andava calcolato da quando son passato dal via e non dal tempo dell’inizio corsa. Avrei voluto baciarlo per la notizia…e infatti alla fine il mio tempo risulterà di 3 ore 29 minuti e 16 secondi….evvivaaaa ce l’ho fatta. Ero contento..potevo dimenticare sereno le fatiche di tre mesi e mettere da parte il capitolo maratona. In preparazione a questa maratona avevo corso con Giamba la mezza di Cremona in 1h 32 minuti…e allora anche per sfruttare la validità annua della visita medico sportiva m’iscrissi con gli amici di Caprile anche alla mezza di Verona dove pur non correndo quanto volevo e pensavo di riuscire( volevo correrla a 4 al km..), conclusi la prova in 1h 29 e 30. Mi tolsi poi l’ultimo sfizio da corridore iscrivendomi con Filippo alla 100 km del Passatore, un’avventura, un viaggio più che una corsa…un sogno visto che si corre e cammina per tutta la notte. Da Firenze a Faenza(dove entrammo all’alba) per il colle della Colla..100km per coronare l’ultimo sogno della mia vita da corridore. 15 ore e mezza di fatica che hanno lasciato una scia di gioia indimenticabile nei miei ricordi..grazie Fil. Ora tornerò a correre, ad inseguire i mei traguardi alpini, fatti di solitudine, sudore , emozioni e grazie.
Foto1 arrivo della maratona Reggio emilia Foto2 arrivo mezzo maratona Verona Foto3 arrivo 100 km del Passatore
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