Home Gallery
Reports
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Mountain Bike
Archivio
Itinerari
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Fenio...menali
Forum
Ricerca
   Monte Sossino, 30/05/2021
Inserisci report
Onicer  Pierpaolo   
Gita  Monte Sossino
Regione  Lombardia
Partenza  Villa di Lozio loc. Resù (BS)  (1035 m)
Quota arrivo  2399 m
Dislivello  1360 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rifugio Laeng
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Buono
Commento Della schiera di vette che vanno dalla Cima Moren alla Mengol, passando per il Pizzo Camino e il Cimon della Bagozza, quella del Sossino è una delle pochissime che ci manca per completare “l’opera” di salirle tutte. Visto che era noi nostri piani da tempo, abbiamo atteso che si fondesse tutta o quasi la neve scesa durante l’inverno e la primavera, per non avere impedimenti lungo la salita. Il pendio erboso esposto a sud est ha facilitato e anticipato il compito, a parità di quota, rispetto ad altre montagne della zona.
Anziché salire da Navertino, sopra Borno, per effettuare un giro del tutto inedito ci portiamo appena sopra Villa di Lozio, in località Resù, parcheggiando in un ampio spiazzo a fianco della strada.
Imbocchiamo così una stradina inizialmente cementata dove all’inizio un cartello segnala 4.30 ore per raggiungere la Cima del Sossino.
Poco dopo, la strada diventa sterrata e oltrepassata una centrale idroelettrica si immette nel bosco fitto.
Nei pressi di una biforcazione, teniamo la sinistra tirando dritti, anziché stare sulla destra, perché in quest’ultima soluzione appare un cartello che recita “proprietà privata”. Commettiamo però un errore, perché la via da noi seguita scompare inoltrandosi nel bosco ripido e fitto di vegetazione bassa. Siamo perciò costretti, dove possibile, a salire dritto per dritto verso sinistra nel ripido bosco per andare a prendere il “Sentiero della Ciaspolata”, variante del 136, che parte da Villa di Lozio.
A fatica riusciamo a prenderlo, proseguendo poi in modo decisamente più comodo su strada carrozzabile fino alla Malga Onder.
Alla Malga svoltiamo a destra, prendendo il sentiero che sale prima alle Malghe di Varicla e poi al Rifugio Laeng.
Dal Rifugio, prendiamo il sentiero che sale al Passo di Varicla, in ambiente sempre più spettacolare, soprattutto per merito del vicino e imponente Pizzo Camino.
Poco prima del Passo effettuiamo un traverso su una residua lingua di neve, dopodiché svoltiamo nettamente a destra per prendere la via che conduce in vetta al Sossino.
Lungo questo tratto non è presente un sentiero e tantomeno indicazioni. Si sale più o meno a pochi passi dal filo di cresta che sulla destra non presenta particolare esposizione, mentre a sinistra cade a picco in ambiente severo e spettacolare.
A metà del tratto che porta in cima le pendenze si fanno molto sostenute e la salita, vista da sotto, sembra al limite del non percorribile. In realtà, la via è costellata di balze erbose che passo dopo passo aiutano a rendere l’ascesa un po’ più stabile e sicura.
Si arriva così a prendere l’ultimissimo tratto prima di arrivare in cima, che consta di una vera cresta, stavolta un po’ più esposta anche verso destra. I metri da percorrere per concludere l’ascesa sono però ormai brevi, e con una certa attenzione è possibile superarli senza problemi. Solo una piccola chiazza di neve residua crea qualche grattacapo in più, ma superata anche questa con attenzione siamo così in cima.
Una volta in vetta, scartiamo l’idea di percorrere la via di salita e studiamo una discesa dalla parte quasi opposta, forti del fatto di avere letto qualche relazione che mostra come la cosa sia possibile. L’unico problema, oggi, è rappresentato dalla neve residua, che rispetto al versante di salita è presente qua e là in quantità maggiore. In teoria, dovremmo percorrere un tratto di cresta che conduce al Passo di Ezendola, abbandonandola all’incirca a metà strada per scendere su una cresta secondaria che punta verso Villa di Lozio. Siamo però costretti ad abbandonare l’idea perché lingue di neve residua poste su qualche passaggio delicato rendono troppo pericolosa l’ipotesi.
Come alternativa, prendiamo perciò la primissima cresta che scende dalla cima e che pur sapendo terminare in un tratto impercorribile perché troppo esposto e roccioso, sembra poterci garantire una via di uscita grazie al fatto di riuscire a portarci sotto la quota in cui è presente neve, da cui poi scendere dritto per dritto nel sottostante vallone a sinistra, ripido ma apparentemente percorribile.
Perdiamo perciò quota percorrendo questa cresta e non appena trovato un punto in cui scendere in relativa sicurezza, la abbandoniamo gettandoci nel sottostante vallone.
L’idea è vincente e riusciamo così a scendere fino al più placido ed erboso pendio sottostante, proseguendo diritti con ben in vista Villa di Lozio davanti a noi.
Continuiamo la discesa fino a incrociare una traccia secondaria che ci permette di ricollegarci alla via di salita nei pressi della Malghe di Varicla.
Da lì, seguiamo la via percorsa in salita fino a poco sotto il punto in cui siamo sbucati dal bosco ore prima sbagliando strada.
Per evitare di fare un giro troppo ampio transitando per Villa di Lozio, complice anche la stanchezza decidiamo di prendere quella carrozzabile privata che avevamo ignorato al mattino, con cui ci colleghiamo brevemente all’incrocio in cui appare il cartello proprietà privata. Non è di certo la cosa più corretta da fare, ma permette di risparmiare un po’ di strada da percorrere. È strano che non esista un sentiero parallelo a questa strada, o forse noi non l’abbiamo visto.
Chiudiamo così anche questa escursione, bella e un po’ avventurosa allo stesso tempo.

Foto 1: lungo la parte terminale che porta in vetta
Foto 2: noi siamo scesi staccandoci dalla cresta più o meno nel punto in cui su di essa terminano le lingue di neve
Foto 3: discesa in direzione di Villa di Lozio
Report visto  2240 volte
Immagini             

[ Clicca sulla foto per ingrandire ]
Fotoreport