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   tuffi nella neve al laghetto del Coldai, 15/07/2009
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Onicer  oscarrampica   
Gita  tuffi nella neve al laghetto del Coldai
Regione  Veneto
Partenza  Piani di Pezzè  (1470 m)
Quota arrivo  2130 m
Dislivello  800 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Coldai
Attrezzatura consigliata  nde cambio panni se si vuol fare il bagno
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Il laghetto del Coldai è uno di quei luoghi mitici che ogni persona dovrebbe avere. Uno di quei posti come la chiusa della Val Cordevole,la Forra della Val del Piero, il bivacco Pian delle stelle e i Sass de Rocia,Ciamp, la casaccia, dove si va per stare bene e assorbire energie positive. Senza andare ai libri di Carlos Castaneda (..e al mitico Don Juan..) la Terra ci chiede un rapporto, ci chiede di ascoltarla, di viverla, di amarla. E’ questo il piano spirituale a cui richiama anche Papa Francesco nelle sue frequenti e stupende esortazioni francescane e che io ho sempre sentito in quei luoghi che ho tante volte visitato e che mi hanno aiutato a incamerare la gioia del contatto con la Natura. E’ a 2100 metri di quota, uno specchio d’acqua verde incastonato in una piccola depressione alle pendici della parete Nordovest del Civetta che occhieggia se solo ci si sposta di qualche metro rendendo il guardarla da quella prospettiva e da quel luogo un momento indimenticabile. Ci si può arrivare dal basso, dai 1000 mt. del Lago di Alleghe direttamente per un sentiero selvatico erto quasi verticale e sempre più abbandonato che già dal nome incute timore: Ru de Porta ( in memoria di un arco in pietra ora crollato). O più facilmente partendo dai 1500 mt dei Piani di Pezzè o di Palafavera i cui due sentieri s’incrociano ai circa 1800 mt. di Malga Pioda, tre quarti d’ora dopo la partenza. Dalla malga in altri 45 minuti si arriva al Rifugio Coldai punto di partenza per la normale al Civetta. Per arrivare al laghetto bisogna salire ad un colletto oltre il rifugio(20 minuti) che nasconde e protegge la conca magica. Solo in cima al colletto quando la visione della Marmolada che enorme chiude l’orizzonte ha smesso di esercitare il suo fascino, abbassando lo sguardo si avrà il soprassalto della sua visione. Una cartolina,una pozza verde che a seconda della stagione rende regale e sublime il connubio col paesaggio che la contiene. Quante volte,su quel confine prima di scendere, quanta meraviglia, quanta emozione,quanta bellezza regalata senza chiedere nulla in cambio se non il restare a contemplare ancora un poco prima di far diventare il pensiero azione e muovere i primi passi verso l’abbraccio. Nell’estate del 2009 in vacanza co famiglie di amici, organizzo per il 15 /7 la spedizione alla gemma delle Dolomiti e dopo esser saliti in auto ai Piani di Pezzè ( per risparmiare un poco, essendo in tanti, sul prezzo della seggiovia) e aver reso grazie tramite omaggio fotografico all’immensa parete nordovest del Civetta,raggiungiamo i bei prati assolati abbandonati d’estate dal chiassoso carosello sciistico. Gli impianti di risalita,pur presenti, fermi garantiscono quiete al paesaggio. Facciamo foto e picnic e poi facciamo la conta di quanti saliranno con me e Roberto al laghetto. Vengono solo i ragazzi del ’99: Armin,Lorenzo e i gemelli Andrea e Luca. Piccoli, mogli e ragazze rimarranno a giocare e prendere il sole in mezzo all’erba e agli abeti. Partiamo tranquilli dopo le 13 e prendiamo a risalire per le grandi strisce verdi delle piste da sci. Più ci alziamo e più la Marmolada si eleva a dominatrice con la sua gigantesca mole. Valicato il colletto che da sulla Valle di Zoldo è il Pelmo a farla da padrona e mentre i bimbi si divertono su chiazze di neve ancora presenti mi diverto a fotografarlo bello e maestoso come sempre. Passiamo il Rifugio verso le 14 e mentre saliamo al colletto il panorama si apre anche sul più lontano Sorapiss davanti al quale praticamente inghiottita quasi non si nota la minuscola e verdeggiante forma del Col de la Puina. Alle 14.30 ci affacciamo e meraviglia delle meraviglie mi appare un panorama inconsueto e decisamente sorprendente: dai contrafforti del Civetta scendono grandi nevai e lingue di neve che arrivano al lago e vi precipitano formando un’ampia sponda nevosa. Un’autentica spiaggia nevosa rialzata, un paesaggio antartico. Non è una giornata serenissima ma fa abbastanza caldo e scendiamo felici correndo nella neve e alle 14.45 Robi è già in acqua. Non ricordo chi dei due ha lanciato la proposta ma immediatamente parte la sequenza di sfide che ci porta a tuffi e traversate plurime per i nostri figli che prima ci guardano stupiti come fossimo supereroi e poi piano piano prendono coraggio e cominciano in mutande e a piedi scalzi a giocare correre e saltare sulla neve in mutande e a piedi scalzi. Fantastico! I gemelli Vaghetti un poco più prudenti, assistono attoniti e si dedicano alle riprese video e a fotografare le nostre pazzie che si susseguono con sempre nuovo rilanci. Il botto finale sarà percorrere tutta la sponda nevosa per andare dove la neve ha costituito una sorta di trampolino dal quale ci getteremo nelle acque gelide(neve anche sul fondo dell’acqua che l’ha ben conservata!) sperando di avere le forze per poi nuotare fino alle nevose rive. Ci buttiamo io e Robi e poi con un poco di apprensione concediamo anche ad Armin e Lorenzo di provarci. Che miti. Usciamo tutti sulla neve che sembra calda a confronto della temperatura dell’acqua e iniziamo le procedure di asciugamento e riscaldamento che si svolgono senza particolari problemi e fra le nostre e altrui risate. Ma appena asciutti i bimbi vogliono riprovarci e allora via per altri tuffi e corse per riscaldarsi un poco. Alle 15.30 poniamo fine al divertimento e facciamo due passi verso la parete del Civetta che dispiega la sue braccia accoglienti per la nostra meraviglia e tutti ci facciamo una foto con lei che ci sovrasta alle spalle. Poi torniamo con il cielo che nel frattempo è diventato più azzurro e riguadagnato il versante Cordevole scendiamo nel sole ora brillante per gli stupendi prati sopra I Piani di Pezzè scattando meravigliose foto ai bimbi nel verde luccicante dell’erba dorata di luce. Alle 17.30 siamo alla macchina inchinati ancora una volta e sempre alla bellezza della parete del Civetta riscaldata e rosolata dai caldi e affettuosi raggi di sole del tardo pomeriggio. Mamma mia che giornata!
Foto 1 laghetto del Coldai Foto2 io sulla neve Foto 3 tuffo Armin
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