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Pedum, 21/09/2020 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | oscarrampica |
Gita | Pedum |
Regione | Piemonte |
Partenza | fondo li gabbi (1250 m) |
Quota arrivo | 2110 m |
Dislivello | 1000 m |
Difficoltà | F |
Rifugio di appoggio | biv bocchetta di campo |
Attrezzatura consigliata | nda |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Grosse novità nella vita di Francesco, annunciate, ma da meritare di parlarne. E allora proviamo a pensare ad una gita da fare insieme,ma non lunga visti gli impegni serali di entrambi. Avendolo già portato in Valgrande, gli propongo l’ascensione al Pedum la cima più alta e interamente contenuta dalla Riserva Integrale, e quindi in teoria non raggiungibile. Risaliamo in auto la Val Loana dopo esserci confrontati durante le quasi tre ore d’auto e alle 8 del 4 agosto siamo pronti a partire da Fondo LI Gabbi a quota 1250. Ci siamo detti molto delle nostre vite e iniziare a camminare è l’azione giusta per placare le parole e farle diventare azione. Passiamo dall’agriturismo Val Loana a salutare e poi via nel verde fondovalle. Poi il sentiero inizia a salire e passiamo dalle belle calchere della località Fornaci,incontriamo un piccolo gruppo di asinelli e alle 9 transitiamo dalle belle baite in pietra dell’Alpe Cortenuovo a quota 1800mt. Qualche minuto dopo arriviamo all’Alpe Scaredi dove ci intratteniamo a guardare il bellissimo Cristo ligneo e a scherzare con tre amabili ragazze tedesche che hanno dormito in tenda e sigilliamo l’amicizia internazionale con qualche foto. Forse distratti dalle bellezze teutoniche sbagliamo strada e successivamente torniamo sui nostri passi svoltando a sx vs la Bocchetta di Scaredi, che raggiungiamo accelerando il passo per l’errore, poco dopo le 10. Ora siamo sul crinale che da vs la Valgrande e il Lago Maggiore e un vento forte e freddissimo ci percuote con violenza. Gelo con i miei braghini e la maglietta ma provo a resistere e poi mi copro almeno sopra. Superiamo la Cima Binà che ci svela oltre il Pedum e scendiamo sbattuti dal vento. Ho una stranissima sensazione con la mascella bloccata dal freddo e l’incapacità di formulare un pensiero che non riesco ad esprimere. Arriviamo alla Bocchetta di Campo alle 10.45 e mi siedo un poco al riparo dal vento appoggiato al muro del rifugio. Sono distrutto dal gelo e non mi muoverei più, invece Francesco è ottimista e la sua intenzione di proseguire mi spiazza. Alle 11 ripartiamo e il vento è un poco calato,soprattutto sembra meno gelido, oltretutto il Pedum ci viene incontro con passi di gigante quale è. Billy è ben vestito e mi trascina vs la meta, incrociamo un branco di camosci e un timido sole fa capolino. Traversando vs dx si arriva alla base delle rocce dove inizia subito verticale e aspro la traccia che fende il fianco del monte e rapidamente porta ad un canalone che è la chiave d’accesso per la cupola sommitale. Alle 11.30 siamo già in posa sull’ometto della comunque spaziosa vetta con bel panorama sul Rosa sul Lago Maggiore e sulle creste della traversata dei Corni di Nibbio (già fatta) e su quelle del Sentiero Roma(da fare). Billy scrive sul libretto di vetta i segreti del suo cuore e poi ci avviamo per tornare velocemente. Ripercorriamo la strada dell’andata e alle 14.30 siamo all’agriturismo dove ci concediamo birra e panino per brindare a questa stupenda giornata. Poi penseremo al ritorno. Grazie Billy, alla prossima.
Foto 1 le mille punte del Pedum Foto 2 io e cecco in cima Foto 3 panorama vs le creste del sentiero roma |
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