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   Corno di Grevo ferrata Arosio, 07/08/2017
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Onicer  cinzia   
Gita  Corno di Grevo ferrata Arosio
Regione  Lombardia
Partenza  malga Lincino  (1621 m)
Quota arrivo  2869 m
Dislivello  1248 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  rifugio Lissone
Attrezzatura consigliata  kit da ferrata, scarpette da arrampicata, un po' di materiale da arrampicata per sicurezza
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Premetto che questa e` un'ascensione che desideravo fare dal 2000, anno in cui ho percorso la nr 1 in Adamello. L'ho fatta quest'anno con Ivana!

Lungo tutta la via lo spettacolo e` poderoso e quando si nell'ultimo terzo emerge l'Adamello in tutta la sua vastita`. purtroppo c'era molto caldo e le nuvole hanno un po' offuscato la vista.

Dal parcheggio si sale un 1 ora al rifugio Lissone, che si trova prorio sotto la verticale del Corno di Grevo. da qui prendendo il sentiero della nr 1 a destra, che in piano taglia la costa, si avanza sino al termine del canale di gronda finche` poco oltre si incontra un pietrone con le indicazioni per la forcella rossa e la ferrata. si risale a sinistra il sentierino ripido e ravanoso per un bel tratto sino ad un ulteriore bivio (tracce) che sempre tenendo la sinistra portano fin sotto lo spigolo dove si trova la targa e l'inizio dei cavi della ferrata. Qui si trova anche una caverna della Guerra comoda per cambiarsi, possibilmente NON per gettare I propri rifiuti o altro (purtroppo rinvenuti).
La ferrata supera un dislivello di 500 mt su ottimo granito. presenta non pochi passaggi complessi e/o atletici, sebbene sia un gran parte su placche e richieda una progressione dei piedi in aderenza. Le scarpette sono quindi molto vantaggiose. Il cavo e` continuo e per meta` via completamente nuovo, ma a parte pochi casi non ci sono altri ausilii per 'forzare' i passaggi. Si tratta decisamente di una via di arrampicata e come tale va percorsa. Tirarsi sul cavo ha poco senso e si rischia lo sfinimento perche` il percorso e` molto lungo. In alcuni casi il cavo costringe a movimenti che, con la corda, si affronterebbero diversamente e in modo piu` fluido.
a parte la difficolta` dell'itinerario, che non va sottovalutata, biosgna considerarne la lunghezza non indifferente e che in caso di maltempo o pioggia potrebbe diventare problematico, anche per via dei licheni e delle intrusion di quarzo. Non ha tra l'altro alcuna via di uscita e trattandosi di una cresta non sarebbe facile calarsi con la corda. Va affrontato se si e` ben preparati e allenati. Mi rendo conto del fatto che alcuni (uomini soprattutto) riescono a tirarsi su di forza, ma a parte il fatto che questo non e` il mio caso, non so se abbia molto senso vista la tipologia del percorso.
Non so neppure se abbia avuto senso trasformare questa bella cavalcata di cresta che graderei V- in una ferrata, ma siccome lo hanno fatto, godiamocela cosi` com'e`.
La discesa va anche presa con prudenza. Prima si discende un canale roccioso con salti (che e` una vera e propria ferrata) e poi per tracce ci si porta alla forcella rossa (seguire il segnavia 24 e non come ho fatto io le tracce alte che portano sopra un salto di roccia che per fortura aveva uno spit per calarsi). Dalla forcella si scende per sfasciumi non troppo belli sino all'ultimo bivio lasciato in salita e quindi al rifugio e al parcheggio.

Noi ci abbiamo messo dal parcheggio al parcheggio circa 8 ore, perdendo tenmpo pero` lungo la discesa.
Ho messo come difficolta` F perche` senno` dovevo metterla nelle vie di roccia, ma in realta` molte relazioni la gradano sull'AD.
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