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   Pizzo Berro e Dosso Cavallo, 28/05/2017
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Pizzo Berro e Dosso Cavallo
Regione  Lombardia
Partenza  Rifugio Ronchi, Bema (SO)  (1220 m)
Quota arrivo  2064 m
Dislivello  1130 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Mediocri
Valutazione itinerario  Mediocre
Commento Con l’apertura del Passo San Marco questa domenica siamo dell’idea di riprendere il nostro personale “censimento” di cime orobiche, anche quelle meno note. Scolliniamo per l’occasione sul versante valtellinese alla volta di due cime secondarie unite da una lunga cresta, il Pizzo Berro e il Dosso Cavallo.
Il punto di partenza dell’escursione è posto presso il Rifugio Ronchi, sopra Bema, raggiungibile tramite strada asfaltata e sterrata solo negli ultimi cento metri.
Per raggiungere la prima vetta, il Pizzo Berro, prendiamo il sentiero più diretto che è veramente ripido e non molla quasi mai. In un punto la ripidezza è così sostenuta che è presente anche una catena per andare su. Guadagniamo perciò diversi metri di quota nel primo tratto, a fronte di uno sviluppo contenuto.
Dopo avere ammirato il panorama di vetta in compagnia di altri due simpatici e generosi escursionisti che ci hanno peraltro deliziato delle loro ciliegie, proseguiamo alla volta della seconda cima di giornata camminando su una facile ma abbastanza lunga cresta.
Giunti ai piedi della modesta elevazione che compone la vetta iniziano i problemi, perché sebbene provvisti di traccia GPS nell’orologio e di indicazioni a memoria che indicano di salire attraverso l’evidente e ripida cresta che continua dopo quella appena percorsa, siamo poco convinti di questa soluzione che a vista sembra poco praticabile. Prendiamo così un sentiero segnato da bolli bianco rossi sulla destra per cercare un’alternativa vicina che però non troviamo, essendo così costretti a tornare al punto iniziale dinnanzi alla ripida cresta. A questo punto decidiamo di salirla, guidati anche dalla traccia GPS che indica chiaramente che la salita giusta dovrebbe essere questa. In realtà i dubbi iniziali vengono confermati dall’assenza di una traccia evidente, dalla costrizione nel dovere “ravanare” nei rododendri e da alcuni passaggi brevi ma molto esposti che sembrano condurre a successivi passaggi difficili da superare. Anche questa volta torniamo dunque al punto di partenza, per evitare di correre rischi inutili. Dopo qualche riflessione puntiamo la seconda cresta della montagna, che apparentemente sembra maggiormente percorribile. Purtroppo non è così, perché a metà di essa è praticamente impossibile proseguire. Per la terza volta siamo costretti a tornare al punto iniziale e ricordando che una delle possibili vie di salita prevedeva di puntare direttamente il ripido pendio che scende dalla cima, ci incamminiamo verso di esso consci che non esistono più alternative. Parte così una mega ravanata attraverso la fitta vegetazione di rododendri che porta a collegarci con la cresta percorsa inizialmente in un punto più alto di dove ci eravamo fermati. Riguadagnata la cresta, per arrivare in cima bisogna attraversare un breve tratto roccioso facilmente arrampicabile. Finalmente, dopo tante rogne, siamo in cima!
Dopo un’attenta valutazione per cercare un’alternativa di discesa, constatiamo che tale soluzione non esiste e siamo quindi costretti alla ravanata bis attraverso il pendio salito.
Fuori dalle difficoltà, pensiamo che il ritorno al Rifugio Ronchi possa essere una formalità, ma non è così. È l’assenza quasi totale di indicazioni e sentieri a rendere le cose complicate. L’intento è quello di compiere un giro ad anello portandoci in località Case Melzi, punto in cui arriva la strada sterrata che continua dopo il Rifugio, ma se non fosse stato per la traccia GPS a guidarci saremmo dovuti andare a riprendere il percorso di andata per disperazione…
Giunti finalmente a Case Melzi, prendiamo l’agognata strada sterrata che ci ricondurrà al punto di partenza.
Nel complesso l’escursione non ci è piaciuta. Complice la salita diretta sfiancante al Pizzo Berro, le difficoltà per raggiungere il Dosso Cavallo e per completare il giro ad anello, penso che in generale il giro sia poco meritevole, specie se percorso la prima volta. Le indicazioni dell’ultima parte di salita al Dosso Cavallo trovate su vienormali.it non rispecchiano la realtà, perché parlano di una cresta larga e facile, mentre non ci è sembrato così, sebbene sia breve. Dulcis in fundo, la ravanata nei rododendri ci ha causato successivi problemi con le zecche che non ci eravamo inizialmente accorti di avere preso, visto che la zona è popolata da ungulati. A nostro avviso merita solamente la salita al Pizzo Berro per il percorso classico, ma non il resto dell’escursione.

Foto 1: dal Pizzo Berro
Foto 2: il Monte Pedena in lontananza
Foto £: la cima del Dosso Cavallo
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