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   Gran Sertz (Gran Serra), 05/04/2012
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Onicer  mario-bi      
Gita  Gran Sertz (Gran Serra)
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Valnontey- Cogne  (1666 m)
Quota arrivo  3552 m
Dislivello  1886 m
Difficoltà  BSA
Esposizione in salita  Nord-Est
Esposizione in discesa  Nord-Est
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Farinosa
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Senti, figlia mia, cosa ho da raccontarti. Siamo in Utha, un circa 150 anni fa, i boschi sono foreste, gli uomini o nativi o cacciatori di pelli. I primi, poco inclini alla discussione e al confronto, quasi come noi oggi, i secondi avventurieri e chissà che altro ancora. Pollack ne fa un'epopea in un film celeberrimo negli anni '70. Eccotene un frammento. Lui e Mano che Segna Rosso, capo dei Corvi, ritto, immobile e fiero sul suo Mustang bianco-pezzato, splendido nei suoi costumi sta ammirando, non senza commiserazione, la scena. La ricordo così e così te la racconto. L'altro che ne è parte è Geremia Johnson, alla fame cerca rimedio pescando in un torrente a mani nude senza riuscirvi. Quando avverte la presenza di lui, svelto corre al fucile, lo afferra, si gira ma...lui non c'è più. Sono i camosci che incrociamo subito dopo la partenza, a ricordarci la sequenza: i loro sguardi, forse sorpresi, i nostri senza sfida, si fronteggiano per pochi attimi. Loro, parte, e qui lo si capisce bene del tutto attorno, noi estranei, avventurieri della domenica, vaganti alla ricerca di un qualcosa che ancora non si sa. Per loro il giorno si apre e si chiude senza attese, non sanno cosa sia ieri, cosa l'oggi, noi invece sotto un cielo che ancora pensiamo vuoto, strafatti di aspettative, stiamo salendo ( segnavia 2 e 18) la mulattiera verso le baite del Gran Lauson, stupende, e al rifugio Vittorio Sella poi (mt. 2581) forse ancora per cercare consapevolezza, per costruire altri mondi, per dare senso, per trovare pace in un volontario esercizio del labirinto. Verso il centro. Ogni strada una sfida. Forse ci piace così, ogni volta, la prima volta. Forse questo è il viaggio da fare. Lasciato alle spalle il rifugio inaspettatamente deserto, prendiamo a salire in un brusìo di tracce, il ghiacciaio di Lauson. Siamo alle prese con il grande che ancora e qui ci appare piccolo ma via via che facciamo traccia il grande si fa grandioso immenso e senza limiti in tutta la sua spettacolarità non appena sbuchiamo dal canale(max 30°)per poco più di un centinaio di metri (evidente)che concatena il Lauson al suo omonimo di Gran Valle. Un senso di grandezza nuovo ci sovrasta ,un sentimento mai provato,occhi che finalmente paiono vedere.E' deserto ,terra di nessuno,solitudine che impaurisce,speranza d'incontrare,gioia nel condividere.Incredibilmente soli,il silenzio è urlo,profondità,spazio in ogni direzione,eco e suoni di tempo.Confesso le mie paure e lei,"kazaka" come sempre lo è quando il gioco si fa duro,semplicemente,Sono con te e questo mi basta.Soli,soli.Lasciata la muraglia a se stessa,a tutta la sua imponenza e alle nostre spalle,gli sci sulla cresta,forse Sud-Est,le quinte della vetta ci invitano ad arrampicare(max,oggi,2°grado).La pietra è spettacolare,ancora pochi metri e la prua della vetta ci appare come l'ennesimo vascello con rotta verso le Indie.L'attorno,ora,son cime senza nome,incanto,apocalisse e meraviglia.Il tutto e di più,questa naturalezza,non ha bisogno di senso.Imponente,roba da sette cieli,fiori di loto e sogni di notti stellate ad occhi spalancati.Ora il mare è di polvere e ancora generoso si lascia scivolare sino al cambio di ghiacciaio e dopo il canale (qualche sasso) fotocopia di cui sopra sino al rifugio.Qui il cielo sembra capovolgersi,prima il remollo e qualche buco di troppo poi la scarponata dura per i piedi sino in fondo valle ci mettono di nuovo alla prova ma per dirla tutta, Chi se li ricorda più?
Foto N°1 Il brusìo dopo il rifugio
FotoN° 2 Poco prima del canale
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