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   Il Cimetto, 30/03/2019
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Onicer  mario-bi      
Gita  Il Cimetto
Regione  Lombardia
Partenza  Strada per San Marco, q. mt.1750  (1750 m)
Quota arrivo  2116 m
Dislivello  1350 m
Difficoltà  BSA
Esposizione in salita  Nord
Esposizione in discesa  Nord
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Farina pesante
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Vai dove ti porta il furore (presunzioni generazionali).

La Storia non siamo noi. Noi no.
“La Storia sono loro: sono gli individui eccezionali, sono gli eroi anticonformisti che “vivendo di furori” vogliono e sanno scombinare le regole del presente. Loro sono la Storia: tutto il resto è “fuffa”, tetra routine, dittatura della formalità e della normalità, beffarda omologazione, rimbecillimento da Internet e da schermino cellulare, da video e da immagini, da tempo buttato e da incitamento alla deresponsabilizzazione” (William Bolitho, 1929).
La citazione l'ho presa a prestito e, lo si può dedurre, anche un po' arricchita, certamente per dar forza all'avvio del racconto, ma anche perché penso, (io un po' folle), che dieci righe sferzanti all'inizio, bastino e avanzino per catturare nuovi lettori e capire se val la pena proseguire. Sono poche parole, scritte cent'anni fa ma che possono far riflettere e abbagliare (lo vorrei), quanto quelle che probabilmente abbagliarono lo sconosciuto protagonista di questa nuova storia che adesso proverò a raccontare. Lo chiamerò, per via della privacy, Cesare e poi, se il Caso e gli Dei, o lui vorrà, ne sveleremo anche l'identità. Lo incontro per caso e subito nel capire che i suoi occhi sono quelli brillanti di un “volonteroso apprendista fan”, non lesinai il peggio di me per farlo tracimare. In cambio devo dire, perché a Cesare è giusto dare ciò che è di Cesare, da subito ci mise del suo con tutti i suoi 25 anni, il suo entusiasmo e a me non restò che afferrarli al volo. Rispetto a lui ne conto in più una cinquantina ma subito capisco che mi guarda come un coetaneo e di questo vorrei vedere chi, nei miei panni, non si sarebbe infiammato. Di più. Mi pretende e quindi mi conferma. Vorrebbe fare una gita con me. E quando mai, vi domando, un giovane pretende un viaggio con un anziano? Mi vuole (forse sono io a farglielo pensare) nella sua città per una presentazione del mio ultimo libro e mi chiede se ci vado perché, tra parole ed entusiasmi, ci troviamo in sintonia sull'affermazione che lo scialpinismo che preferisce è “l'Alpinismo con gli sci”. Questo è ciò che lo affascina e credo di non dover spiegare perché affascini anche me. Subito mi rivedo in lui una quarantina di anni fa, quando pretesi di accompagnarmi al Tino Bini, come a dire al meglio dello scialpinismo bresciano di quei tempi là e, dopo la necessaria gavetta, mi riuscì. Rispetto a lui sono di quarta generazione: come a dire che tra gli svariati colpi delle coincidenze e del caso posso annoverare con il Tino e la sua esperienza e quindi la mia con lui, “quasi un secolo di scialpinismo”. Per meglio dire cosa sia un secolo e impressionarvi un po' vi dirò che nasco nel primo dopoguerra e ancora non c'era la plastica. Entra nella mia vita attorno ai dieci anni, l'hanno inventata in quegli anni ed oggi soppiantando la carta ed affini, ne consumiamo in un rapporto di dieci a uno. Il risvolto di ciò è presto detto: eravamo un popolo di riciclatori, non c'erano discariche, non servivano; oggi siamo un popolo di consumatori, in rete diciamo cosa vogliamo e “loro” guadagnando miliardi vendendo i nostri dati, ce lo forniscono. Con le mode ci orientano, con i luoghi comuni (ora la parola che tira è emozioni) ci modellano e alla fine ci incarteranno (voce del verbo incartare). Continuo: Tino lo scialpinismo lo inizia con “i legni”, tecnologia zero. Arrampica con Walter Bonatti e con le corde di canapa; io per intenderci godo d' altre fortune. Prime scarpette d'arrampicata (val di Mello) e prime picozze corte e leggere per cascate. Lui, l' alpestok, voi le sagomate ultra leggere e chissà che altro ancora e così via. Per non parlare dei ramponi...
Come a ridire,con altre parole che, senza passato, non c'è futuro.

In dieci giorni finisce così che il Cesare mette in piedi alla grande una serata di presentazione della “Più grande avventura” (17 Aprile, ore 21, presso la biblioteca di Cassano d'Adda, Via Dante Alighieri 4) ed io, prima che venga quel giorno, lo invito, giusto per tirarlo con i piedi per terra e per parlargli del mio Alpinismo BSA, al Cimetto (m. 2116). Faccio notare, per pararmi l' atràs (per i non spagnoli, il di dietro), come la scelta potrebbe essere quella “dell'ultimo giorno utile” e lui felice, s'affida. Né potrebbe demordere quando gli spiego delle ripellate, 3 (500+250+350 tutto circa e a seconda di...), più la prima (250 m.). Anzi, non solo ci sta ma durante la prima discesa, che per non esagerare descrivo in neve varia e con quattro carpiati, si conferma in “ansia da prestazione” , cosicché io, candido come lui, nel confessargli lo stesso sentire mi par di sconfiggere le inibizioni e cementare nell'intimità una nuova amicizia. Nella seconda salita, ormai in squadra, “il nostro si galvanizza”; entra nella parte proprio come farebbe “un vecchio del mestiere”, al punto che Ginevra, ben impressionata, alla prima opportunità mi confessa di lui come di un “giovane all'antica” appunto del secolo scorso. Bravo, insomma, strada facendo, non cesserà di meravigliarci e nello stesso tempo mi sarà, allievo, compagno di viaggio ed insegnante. E' ovvio, lui non lo sa, ma da oggi non potrà più dire io non lo sapevo. E neanche voi.
Scorre e vola la giornata e scorrono gli sci e dopo averlo salito da Nord ed in pompa magna, eccoci seduti sull'erba del Cimetto in assetto, fuori la tovaglia, da picnic. Roba da non credere. A Sud l'Estate, l'isiga e 25°, a Nord l'Inverno e la farina, persino testimoniati da un Colombarolo tracciato e tatuato. Seconda e terza discesa si passa dalla farina su fondo duro che si lascia fare (30 cm. Fabio, 30 come piacciono a te) ad una farina che ci sta, sino a che appesantitasi attorno ai 1650 (questa, Cesare, era la farina pesante) consiglia di tornar su.
A sette giorni dalle ultime nevicate e data la stagione, voi direte, proprio una botta di c..., ma lo scrivente, con testimoni, potrebbe assicurare che mai l'aveva dubitato.
E il Cesare cosa ne dice? Felice come un grillo, nei su e giù si prende anche qualche metro in più, rima e punto. Ed eccoci finalmente al fervorino finale.
Con Cesare sono andate a spasso quattro generazioni di sci. Passato e Futuro.
La più Grande Avventura continua...in mare aperto. Ovviamente. Passato il testimone, ora, ragazzo, tocca a te pedalare, tocca a te metterci del tuo. E vai...
(Itinerario effettuato il 24-03-2019).

P.E (per Eleonora). Sabato, per inaspettata chiusura dell'ufficio postale, non ho saputo inviarle, bontà loro, il piego di libri. Qualora, prima della consegna, fosse a raggiungerla il report non posso che sperare le sia di conforto la sua lettura. Se così non fosse, la pregherei di far ricorso a questa pillola “tirami su” ovviamente non mia: “Se hai due pani, appunta il saggio, vendine uno e compra una pianta. Il primo basterà al corpo, l'attesa del fiore sazierà la tua anima”.
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