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   Cime di Val Conchetta, Sud, 24/02/2019
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Onicer  mario-bi      
Gita  Cime di Val Conchetta, Sud
Regione  Lombardia
Partenza  Seggiovia intermedia di Polzone  (1570 m)
Quota arrivo  2370 m
Dislivello  1020 m
Difficoltà  BSA+
Esposizione in salita  Est
Esposizione in discesa  Est
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Diretta Est alla Cima di Val Conchetta, Sud (m.2370)

E' possibile che per questa desertica ma incredibile stagione sia l'ultima possibilità, quindi, al Caso e agli Dei non lascio nulla e per “l'ultimo esercizio spirituale” alla Sud, invito i ragazzi con i quali sin qui ho molto sognato ed altrettanto condiviso. Senza di loro non vorrei: se le cose maturano insieme è bello che insieme si possa anche concludere e gioire. Alla fine, saremo solo “quelli dello zoccolo duro” ed anche ce ne dispiacerà. Ma come si sa nella vita non si può avere tutto. Ci starebbe anche un finalmente, ma di questo diremo poi.
Non c'è Simone, quello della Bocca di Trona, primo tra gli invitati: dà forfait (si ritira) perché, dice lui, il suo tempo non è il nostro. Noi amiamo le albe, lui i tramonti. Noi la luce, luce da luce. Lui la notte e le frontali. Lui il gesto, la perfezione, il godimento senza freni, noi la ricerca “ossessiva”, gli esercizi spirituali. Qui andiamo per concludere un primo “giro di giostra”. Di fronte e sotto gli occhi il mare aperto e dentro di noi tutto il piccolo che siamo.
Non ci sarà il Fabiomaz che schietto, sincero ed entusiasta del mondo, ci mancherà. Né ci sarà quello che ricomparso dal nulla è tornato, senza “salutare”, nel nulla.
Né ci saranno i nostri “figli”, troppo presi dal fare e fare altro. Cresciuti in piena ed ottusa libertà, diventati onnipotenti continuano con l'irresponsabilità e, giorno dopo giorno, si confermano anche autistici. Non fan domande, non hanno dubbi. Vecchi, davanti ai loro schermini, sdraiati, comodi, omologati ed opportunisti, vivono di “sfrenata virtualità”. Ipnotizzati. Irrecuperabili.
Né ci saranno quelli che corrono perché se non sai cos'è il tempo, continuerai a rincorrerlo con l'illusione, prima o poi, di fermarlo. Nessuno arriverà prima, senza sapere né dove né perché. Il tempo diventa tale se ti chiedi da dove comincia e dove finisce, quanto costa, se lo perdi o lo guadagni. Se non c'è un inizio neanche hai una fine, e senza fine non v'è, a ben pensarci, tempo.
Però, ci siamo noi.
C'è Ginevra che, sapendo come tutti poco o nulla di sé, tenta, oggi caparbia, di strappare senso alla montagna e nel tratto più ripido (45° ma anche 50°misto roccia in uscita) riesce a dire, o ti sfanghi, o ti sfanghi e lo devi fare da sola.
C'è Fernando C., quello che c'è quando c'è. Mai ingombrante, anche stavolta la sua presenza, calma, determina, aiuta.
Poi ci sono io che carico del mio fardello, del mio irrisolto, cerco di tornare al primitivo, all'essenziale, al ciò che veramente conta, al ciò che ho imparato a fare e mi tiro su tra di loro scoprendo (ancora), metro dopo metro la gioia della concentrazione, il gusto di arrampicare, l'incoscienza di mettersi (ancora) alla prova. Fila tutto liscio, la neve è quella giusta, ognuno va da sé, l'intuizione di quell'Est che sta molto a Nord si conferma e il plateau sommitale ce lo prendiamo (finalmente) con lentezza, volando. Fuori le tovaglie, sulla Cima (Sud) ci stiamo un bel po'. Poi, gironzolando mi metto a cercare tra i precipizi la conca di uscita del canalone Nord, la fiducia che dentro di me non trovo e alla fine, venuti sin qui per scendere in traversata dal Passo di Fontanamora, allettati dall'entusiasmo, dalla presunzione e dall'eccitazione, accorciamo traversando sotto la rugosa Est del Ferrante sino all'Aquila, incontrando l'Inferno, le sue pene e il ghiaccio. Stanchi ma concentrati, facciamo ciò che per ognuno è giusto fare. Centellinando le residue energie, spallo e rampono sino allo chalet. Questa è la stagione e anche questo capita...Così come poco dopo ci capita increduli di scendere, duna dopo duna, il deserto delle piste... sino a Ghardaia.
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