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   Torcola Vaga, 03/02/2019
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Onicer  Pierpaolo      
Gita  Torcola Vaga
Regione  Lombardia
Partenza  Piazzatorre fraz. Piazzo (BG)  (1100 m)
Quota arrivo  1800 m
Dislivello  820 m
Difficoltà  MS
Esposizione in salita  Nord-Ovest
Esposizione in discesa  Varia
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Prima nevicata seria stagionale e prima uscita scialpinistica dell’anno in territorio orobico per noi. Visto il forte pericolo valanghe e qualche acciacco di troppo, per l’uscita odierna ci orientiamo sull’usato garantito, visto che le Torcole dopo una nevicata si rivelano sempre meritevoli.
Alla partenza, sulla stradina che si inoltra nel bosco di fianco alla pista, l’innevamento è subito regolare, sebbene non abbondante.
Salendo di quota e percorrendo i numerosi tornanti la situazione innevamento migliora sempre più, diventando buono nei pressi della Casera di Torcola Vaga.
Superata la casera, pieghiamo a sinistra seguendo una traccia ben battuta, allo scopo di portarci sotto la Torcola Vaga.
Continuiamo sempre sulla traccia guadagnando quota, ma a un certo punto la abbandoniamo, seguendone un’altra, meno marcata, che porta verso il Forcolino di Torcola. Il nostro scopo è infatti quello di compiere un giro un po’ più ampio, perché sappiamo che in quella direzione gli scenari sono ancora più belli.
Avanziamo avvicinandoci alle pendici del Badile Brembano, e visto che notiamo la presenza di una traccia che sale a un cimetta secondaria delle Torcole, la seguiamo.
Arriviamo così su questa cimetta, a circa 1800 metri di quota, e ci prepariamo per la discesa.
La discesa da questa elevazione è su neve veramente ottima, farinosa e di consistenza sempre regolare. Ma dura pochissimo, perché la nostra idea originale è quella di raggiungere la “vetta” principale della Torcola Vaga, posta nelle immediate vicinanze delle piste, e scendere poi da esse.
Ripelliamo e percorriamo così il breve tratto che conduce all’arrivo degli impianti.
Tolte nuovamente le pelli, scendiamo per la pista blu che è in ottime condizioni.
Raggiunto il Rifugio Gremei, imbocchiamo la pista del bosco che è anch’essa in ottime condizioni nel primo tratto.
La situazione peggiora gradualmente perdendo quota. Il tratto di questa pista messo un po’ peggio è più o meno quello intermedio, dove la neve scarseggia e spuntano qua e là terra e qualche ciuffo d’erba. Qui bisogna prestare attenzione anche a qualche sasso. Sciando con cautela è possibile evitarli.
La parte terminale della pista, un po’ a sorpresa, è in condizioni leggermente migliori e il manto è più uniforme, sebbene sia abbastanza esiguo. Anche le due curve del tratto conclusivo che piegano con decisione a destra, che solitamente in queste situazioni soffrono abbastanza, sono in condizioni perlomeno decenti e non ci sono troppi problemi relativi a sassi.
Chiudiamo così questa “classica” che in queste condizioni sa sempre regalare ottimi scenari, trattandosi di un bel balcone panoramico.

Foto 1: malga posta appena sotto la cimetta da noi salita
Foto 2/3: scenari di vetta
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