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MONTE BIANCO, per la Cresta Nord del Dome du Gouter, 12/05/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | sorega |
Gita | MONTE BIANCO, per la Cresta Nord del Dome du Gouter |
Regione | Francia |
Partenza | Chamonix, Funivia Plan des Aiguilles (2316 m) |
Quota arrivo | 4810 m |
Dislivello | 2500 m |
Difficoltà | OSA |
Esposizione in salita | Varia |
Esposizione in discesa | Varia |
Itinerari collegati | Monte Bianco (4810m), dal Grands Mulets |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Salire e scendere il Bianco con gli sci è un'impresa nell'impresa che unisce lo scialpinismo con l'alpinismo attraverso il massiccio montuoso più alto delle Alpi. Ci vuole forza, allenamento, acclimatamento, costanza e un pizzico di fortuna per trovare meteo e condizioni ottimali. Per i primi quattro punti è senza dubbio una questione personale che quasi ognuno di noi può costruirsi un po' alla volta, per gli ultimi due quest'oggi il meteo è stato eccellente e le condizioni della montagna quasi ottime. La salita al rifugio dei Grands Mulets è su neve fin dalla stazione della funivia del Plan de l'Aiguille. La "jonction" si passa con molta attenzione con passaggi delicati su crepacci che si aprono sotto ai piedi. Per la salita si può optare per la classica via del "plateu", soggetta però al rischio di caduta dei seracchi soprastanti, oppure per la più impegnativa Cresta Nord del Dome du Gouter. Noi abbiamo scelto quest'ultima anche se comporta almeno un'ora in più alla già lunghissima ascesa. Quest'anno la cresta presenta una parte con ghiaccio vivo che complica di più la progressione. Sono presenti due corde fisse che non facilitano però tutta la sezione in ghiaccio. Sono neccesari 3 tiri da circa 30 m l'uno per superare questo tratto. Poi si continua fino all'uscita sul pianoro glaciale sommitale dove si rimettono gli sci. In totale sono circa 400 m di dislivello da farsi con buoni ramponi ben affilati più una picozza tecnica e una classica. Incredibilmente il pendio sottostante la Capanna Vallot, di solito sempre ghiacciato, era ricoperto da una piacevole polverina. La cresta delle Bosses è in condizioni eccellenti e anche il crepaccio con muro di ghiaccio a quota 4600 m circa, "spauracchio" per due anni delle moltissime cordate che si sono qui succedute, si è quasi completamente spianato ed è superabile con un singolo passo. La parete Nord è in condizioni eccellenti ed è stata sciata alla grande. Quest'anno è sciabile anche una bella variante a destra della cima, per chi guarda dal basso, che negli anni passati era invece impraticabile per la presenza di gue grossi seracchi che impedivano la sciata. Nonostante abbia insistito un pochino, il buon Paolo non se l'è sentita di affrontare la Nord in discesa e quindi abbiamo fatto avanti e indietro per la Cresta delle Bosses. La lunghissima e interminabile discesa è stata su bella polverina e poi su neve trasformata. Sciare sotto l'enorme seraccata soprastante il "Plateu" fa ancora più impressione e paura del "Corridor" al Grand Combin. Ripassando dalla "jonction" abbiamo potuto constare che una parte di un ponte di neve era crollata rendendo il passaggio ancora più insidioso. E le ultime risalite per rientrare alla stazione della funivia sono state come sempre una tortura crudele per ricordarci che non era ancora finita.
Grande avventura con un mitico Paolo. Foto 1: Passaggio delicato alla "jonction" Foto 2: Il crepaccio sulla Cresta delle Bosses a quota 4600 m circa Foto 3: sciatori sulla Nord del Bianco Fotoreport a questo link: https://www.facebook.com/mauro.soregaroli/posts/10217031640049647 |
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