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   Kesch deluxe da Val Tuors, 21/04/2018
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Onicer  funfunfunfzig      
Gita  Kesch deluxe da Val Tuors
Regione  Svizzera
Partenza  Parcheggio sopra Bergun  (1470 m)
Quota arrivo  3418 m
Dislivello  2070 m
Difficoltà  MSA
Esposizione in salita  Nord-Ovest
Esposizione in discesa  Nord-Ovest
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento 30 km di tour, zero anime, ambiente grandioso, cosa vuoi di più? Partenza barbara (all’una da Brescia alle due da Milano), Paolo, Sandro, Alberto e Franco. Alle 5.20 siamo a Bergun dopo aver passato Maloja e Julier. Si sale con l’auto fino a un ampio parcheggio a 1450mt (la strada per Chants viene liberata e aperta a inizio Maggio). Ski in spalla e poi ai piedi, ci sono circa 4,5 km da percorrere lungo la pittoresca Val Tuors, trovando continuità nevosa al più presto sul lato orografico sinistro. All’altezza dell’ameno borghetto di Punts d’Alp, abbiam preso a salire per un bel bosco che piano piano si è diradato fino a lasciarci sulla magnifica terrazza dell’Alp Digl Chants, a 2000 mt. Davanti a noi, lo scrigno dell’Alp Plazbi: non sarebbe stato male salire qui e fare il tour ad anello,,, seguiamo il progetto e traversiamo per balze in direzione E guadagnando - pelle dopo pelle - l’imbocco di un maestoso altipiano, la cui vastità ci sorprende. La Chamanna Kesch è la sentinella di questo anfiteatro e da poco sotto prendiamo a tagliare in direzione N-E, dove finalmente comincia a spuntare anche la cima principale della nostra montagna: tracciamo allora una gigantesca parabola che - da N-E a W - ci infila di precisione nell’ultima rampa del ghiacciaio di Porchabella e ci pone davanti alla cresta finale del Kesch. Paolo: A me sembra un po’ carico,,, Sandro: Ma da dove si passa? Franco: Mi a sun stracc...Alberto: … [dorme]. Cerchiamo segni dal cielo ma ci pensa una slavina poco a sinistra della nostra via a darci qualche indizio. Dopodiché non c’è anima viva,,, Allora decidiamo per l’assalto militare classico: corde, cordini, caschi, ramponi, picche, alcool, vaffa e porconi, etc. Finalmente dopo il primo pendio la neve si ripresenta compatta e solida sotto i piedi, pertanto usiamo gli spit gentilmente piazzati dai locali per salire con la ferma intenzione di riuscire anche a scendere … In cima siamo contenti come bambini, come spesso capita in montagna. Adesso il piano prevedeva di scendere per la Porta di Es-cha e magari tentare il Blaisun, ma fa davvero caldo, scendere in direzione S non è proprio una manifestazione ideale di prudenza, e soprattutto alle nostre spalle abbiamo un intero cantone bianco tutto per noi, che infatti non ci delude. La neve evolve dal firn al marcio, possiamo firmare il ghiacciaio con calma, scivoliamo come in trance, come quei film dove al momento topico usano il ralenti … A Chants sui titoli di coda sarebbe bello che apparissero quattro pastorotte dell’Engadina a prendersi cura di noi e farci tante feste per l’impresa virile, però si sa che la realtà non è come i film, quindi dobbiamo sbuffare sulla Val Tuors e poi rimetterci in macchina per il rientro infinito. Ma c’è poesia anche lì: quattro piatti di pizzoccheri a Chiavenna, che gli svizzeri non riusciranno MAI a imitarceli. Però loro hanno il Kesch!
FOTO 1: Scenario
FOTO 2: Verso la cima
FOTO 3: Pennellate
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