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Monte Guglielmo, da Pezzoro, 21/03/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | LorenzOrobico |
Gita | Monte Guglielmo, da Pezzoro |
Regione | Lombardia |
Partenza | Pezzoro (911 m) |
Quota arrivo | 1948 m |
Dislivello | 2650 m |
Difficoltà | MS |
Esposizione in salita | Nord |
Esposizione in discesa | Nord |
Itinerari collegati | Monte Guglielmo -Golem- (1948m), da Pezzoro per il classicissimo Ratù |
Neve prevalente | Farinosa |
Altra neve | Farinosa |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Ci sono giornate dove tutto sembra andare come previsto (foto 1), poi per qualche motivo lo scenario inizia a divergere dalle attese e tu non ci puoi fare niente. Il pendio immacolato e baciato dal sole avvistato mentre salivi lo devi sciare con visibilità vicina allo zero per una nebbia arrivata da chissà dove, che poi sparirà magicamente non appena rimesse le pelli per risalire.
All'inizio sei contrariato, cerchi in tutti i modi di convincerti che il problema è passeggero e che tutto tornerà come nei tuoi sogni, invece le cose non vanno così, la maledizione si ripete più volte. Lentamente, molto lentamente, inizi ad adattarti alla situazione, vai avanti imperterrito con il tuo programma (foto 2), ma sempre con un barlume di speranza, ovviamente disattesa da una realtà impietosa, inizia a nevicare a larghe falde, però che spettacolo risalire per la terza volta in questo ambiente incantato. C'è ancora lo stesso pendio immacolato, ora è baciato dal sole più di prima, in realtà ci sono le nostre tracce di qualche ora fa, pure belle che con quei 15cm di polvere leggera su fondo duro si sciava bene anche da ciechi. Ci fermiano al Redentore per il cambio di assetto al sole, ovviamente dura poco, ripartiamo nella nebbia, stavolta abbiamo le nostre tracce da seguire, scendiamo veloci, ci viene regalato qualche squarcio sul pendio più bello, scendiamo fino alle baite Costarica. Qui rimettiamo le pelli, per la quarta volta, prendiamo una strada mai fatta che va nella direzione giusta, attraversiamo una forra ombrosa in condizioni canadesi con alberi stracarichi di neve. Usciamo tra gli abeti nella nebbia ora più fitta che mai, ma a naso giungiamo esattamente sul pulpito cercato (N.d.R. è il Dos Seclòt) e tutto si spalanca di nuovo (foto 3), sempre su quella spanna di fresca leggera su fondo duro a tutte le esposizioni. L'ultima discesa si presenta ora in pieno sole, ma non ci facciamo illusioni, sappiamo bene che quei pochi minuti per spellare basteranno alle nebbie per impadronirsi del pendio, ormai siamo sereni non ci affrettiamo più, la nostra storia di oggi era già stata scritta per noi. Scivoliamo a valle tra alberi e arbusti in una neve sempre da sogno, ora prevale la consapevolezza di aver vissuto qualcosa di speciale, attimi di immersione totale in una natura autentica e ovattata, il tempo è volato, è già ora di tornare a casa. Con l'immancabile Domonice. |
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