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Monte Camino (tentativo), 21/01/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Monte Camino (tentativo) |
Regione | Piemonte |
Partenza | Santuario di Oropa (BI) (1207 m) |
Quota arrivo | 1707 m |
Dislivello | 740 m |
Difficoltà | MS |
Esposizione in salita | Est |
Esposizione in discesa | Est |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Farinosa |
Rischio valanghe | 3 - Marcato |
Condizioni | Discrete |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Dovendo necessariamente essere all’aeroporto di Malpensa nel pomeriggio, oggi organizziamo un’uscita scialpinistica in funzione di tale appuntamento. Fatte le dovute valutazioni su tempistiche di viaggio e salita, la scelta ricade sul Monte Camino, posto sopra il Santuario di Oropa nel Biellese. In base alle relazione lette, la salita dovrebbe essere infatti in buone condizioni. I dubbi relativamente a questa uscita riguardano solamente le condizioni meteorologiche e in particolare del vento. I modelli matematici mostrano infatti possibilità di forti venti di favonio in quota, con una netta linea di separazione tra tempesta e calma di vento. Qualche mese fa, in occasione di una salita sul vicino Monte Mucrone in condizioni meteorologiche simili, fummo inaspettatamente graziati. Oggi abbiamo quindi la stessa speranza.
E invece, una volta giunti sui piazzali di Oropa, notiamo subito che le cose saranno ben diverse. Durante i preparativi veniamo già investiti da raffiche di vento notevoli che non fanno presagire nulla di buono. Imboccata la pista/sentiero che sale verso il Rifugio Savoia (sci ai piedi, nonostante la neve nel primissimo tratto scarseggi), saliamo in compagnia di tanti altri escursionisti con il nostro stesso intento. Man mano che saliamo le raffiche si fanno sempre più forti e spesso dobbiamo fermarci nei momenti dove si fanno violente. Guardandoci attorno ci rendiamo conto come la nebbia e le precipitazioni visibili dal basso non fossero causate da nuvole in seguito allo sfondamento del maltempo sui versanti italiani, ma dall’intenso scaccianeve provocato dai forti venti. Continuiamo la salita in condizioni sempre più precarie. La visibilità è quasi nulla e il vento continua ad aumentare. Arrivati in prossimità di alcune reti poste a protezione del percorso, a poca distanza dal Rifugio Savoia, le raffiche di vento diventano fortissime, sicuramente oltre i cento chilometri orari di velocità. Diventa ormai chiaro che non è più possibile proseguire, dal momento che non si riesce più a stare in piedi. A una persona di fianco a me volano via occhiali da sole e casco: i primi riesco a salvarli, il secondo no. A questo punto, che fare? Cambiare assetto in queste condizioni significherebbe rischiare di perdere le pelli e forse anche gli sci. Qualcuno opta per tornare indietro con le pelli attaccate, qualcun altro (come me) fa dietro front con gli sci in mano. Lentamente torniamo sui nostri passi cercando di raggiungere un punto un po’ più riparato dal vento per riuscire a sistemarci in assetto da discesa. Una volta trovato, riusciamo finalmente a sistemarci per scendere sciando. Nel primo tratto di discesa le condizioni della neve sono buone, complice soprattutto il fatto che ormai la pista è lisciata dai frequenti passaggi. Frequentemente dobbiamo però temporaneamente fermarci in concomitanza alle raffiche più intense. Nella parte bassa dell’itinerario la sciata è invece necessariamente attenta, perché la neve è poca e bisogna stare attenti a non toccare i sassi che qua e là spuntano dalla neve. Con cautela raggiungiamo così il piazzale del parcheggio di Oropa, investiti sempre da forti raffiche di vento. Alla fine siamo comunque contenti per avere vissuto un’esperienza dal sapore selvaggio, ma in fondo un po’ delusi per avere dovuto rinunciare a una salita che si preannunciava promettente e ideale per noi. Foto 1/2: foto nei rari momenti in cui sono riuscito a usare la fotocamera |
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