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Sponda Vaga, 07/01/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Sponda Vaga |
Regione | Lombardia |
Partenza | Lizzola (BG) (1285 m) |
Quota arrivo | 2071 m |
Dislivello | 850 m |
Difficoltà | MS+ |
Esposizione in salita | Nord |
Esposizione in discesa | Nord |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Marcia |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 3 - Marcato |
Condizioni | Mediocri |
Valutazione itinerario | Discreto |
Commento | Prima assoluta allo Sponda Vaga per noi. E’ un’escursione scialpinistica che abbiamo tenuto nel cassetto e da tirare fuori in giornate come queste, un po’ uggiose ma non da buttare via.
Parcheggiata l’auto a Lizzola, prepariamo il necessario e ci avviamo in direzione della Valle dell’Asta. Fin da subito appare evidente come le temperature particolarmente elevate per il periodo, unite al tempo perturbato, abbiano portato conseguenze sul manto nevoso, che lungo la via risulta molto umido e pesante fino a circa 1800 metri di quota. I pochissimi dubbi relativi all’idea se scendere o meno dalla via di salita, piuttosto che dalle piste di Lizzola, spariscono perciò in breve tempo. Superata la quota dove la pioggia ha preso il posto della neve, le condizioni del manto vanno migliorando in modo repentino, anche se in questo caso si tratta solo dell’ultima parte dell’escursione. Raggiunto il breve tratto di percorso che precede di poco la stazione a monte della seggiovia della Val Sedornia (oggi chiusa) lo percorriamo accelerando il passo, perché la vista dei ripidi pendii sulla destra che scendono dallo Sponda Vaga, liberi da vegetazione e abbastanza carichi di neve, ci desta qualche preoccupazione. Nei punti leggermente meno ripidi del pendio è presente anche una traccia di salita, ma noi per sicurezza ci dirigiamo verso la stazione della seggiovia per percorrere la facile e ampia cresta che conduce in vetta. Giunti sulla vetta, un venticello freddo ci induce a non sostare più di tanto. Cambiato l’assetto e considerando la visibilità non molto buona, decidiamo di scendere per la cresta che abbiamo salito, non conoscendo condizioni e ripidezza del pendio che punta verso il Rifugio Mirtillo. Per arrivare al Rifugio pieghiamo a destra e scendiamo attraverso la breve pista non battuta. E’ a questo punto che notiamo come il pendio che scende dallo Sponda Vaga verso il Mirtillo non sia complicato da scendere. Sarà per la prossima volta… Dopo una sosta in rifugio, ci tuffiamo giù attraverso le piste su neve molto umida e qualche gobba. L’ultimo tratto di discesa per arrivare in paese è più simile a un fuoripista, stante le condizioni del manto nevoso. Nel complesso è stata una bella escursione. Le condizioni mediocri si riferiscono alla via di salita, che in queste condizioni dubito possa regalare una sciata soddisfacente, se non nella parte più alta dell’itinerario. Foto 1 e 2: lungo la salita Foto 3: vetta |
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