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Piz Lagrev, 10/04/2016 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Piz Lagrev |
Regione | Svizzera |
Partenza | Strada per lo Julierpass, Silvaplana (CH) (2188 m) |
Quota arrivo | 3109 m |
Dislivello | 1000 m |
Difficoltà | BS |
Esposizione in salita | Nord-Est |
Esposizione in discesa | Nord-Est |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Marcia |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Dopo l’ultimo ravanamento prealpino è giunto il tempo di alzarci di quota e uscire dai confini orobici, alla ricerca di nevi migliori. Ci spostiamo dunque in Engadina, alla volta di un Piz Lagrev per noi inedito.
Arrivati al posteggio da cui parte l’itinerario ed essendo leggermente in ritardo, ci tocca perdere ulteriore tempo per cercare un parcheggio disponibile perché quelli presenti sono tutti occupati. Risolta la questione, ci avviamo su pendenze fin da subito marcate e ancora più ripide nei pressi della cascata di ghiaccio, cosa che ci induce a mettere i rampanti per prudenza. Superato tale tratto ripido, ci attende una salita un po’ meno faticosa seguendo un dosso sulla destra che sbuca davanti a quella che è la spettacolare e restante parte dell’itinerario. Per accedervi, perdiamo qualche metro di quota, avanzando per un breve tratto in falsopiano. Da qui in avanti le pendenze vanno gradualmente aumentando fino a dove, poco sotto il colletto di accesso alla cima scialpinistica, decidiamo per sicurezza di rimettere i rampanti. Saliamo sci ai piedi ancora per poco però, perché la pendenza negli ultimi metri è notevole, al punto da suggerirmi di toglierli viste le mie capacità sciistiche non propriamente ottime. Siamo dell’idea di tentare la vetta principale della montagna e così ci ramponiamo fin da subito. Oltrepassata la cima scialpinistica percorriamo però solo metà della cresta che ci separa dalla nostra meta, perché qua e là abbiamo accumulato ritardo e la neve, esposta al sole, sta decisamente cedendo rendendosi scivolosa anche con i ramponi. Un po’ a malincuore facciamo perciò dietrofront e torniamo al nostro deposito sci. Cambiato l’assetto, affrontiamo la prima parte di discesa su neve discreta, un po’ tritata dai passaggi. Dopo il primo pezzo pieghiamo a destra e, complice l’esposizione a nord, sciamo su neve eccellente lungo tutto il tratto centrale su fondo duro ben portante su cui poggia neve farinosa o leggermente remollata. Anche la discesa adiacente la cascata, sebbene consumata dai passaggi, si rivela remunerativa. La parte terminale è invece di sopravvivenza, su neve marcia dove peraltro bisogna stare attenti ai sassi affioranti. Nel complesso, una buona sciata. Chiudiamo così l’uscita soddisfatti, ma con quel pizzico di rimpianto per non essere riusciti ad arrivare in vetta. Sarà per la prossima volta! Foto 1: in salita, alle spalle il Piz Guglia Foto 2: la parte finale dell'itinerario con l'anticima a destra Foto 3: parte della cresta finale |
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