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   Monte Barbarossa, 26/01/2014
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Onicer  Pierpaolo      
Gita  Monte Barbarossa
Regione  Lombardia
Partenza  Teveno (BG)  (1140 m)
Quota arrivo  2130 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  BS
Esposizione in salita  Est
Esposizione in discesa  Est
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Farinosa
Rischio valanghe  3 - Marcato
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Finalmente, dopo una assenza piuttosto lunga, torniamo a calcare un percorso in Val di Scalve. Come di consueto in questo ultimo periodo lo facciamo sci-muniti, in coda al gruppo della Scuola Orobica che oggi prevede l'ascesa sul Monte Barbarossa. Alla partenza sono però titubante, sapendo che la discesa potrebbe essere al di sopra delle mie capacità scialpinistiche. Quasi quasi sono sul punto di levare i tacchi e convergere verso un più tranquillo Chalet dell'Aquila, intimorito dal sentiero nel bosco che sapendo essere ripido e stretto, oggi dovrebbe anche essere ghiacciato e gobboso. Alla fine decido però di provare comunque, al limite posso sempre togliere gli sci e percorrere il tratto boscoso in discesa a piedi. Vada per il Barbarossa allora! Ci incamminiamo dunque di buona lena, costeggiando dapprima la vecchia pista per poi inoltrarci nel bosco. Il tracciato ha più o meno le sembianze prospettate e ipotizzo potrà essere difficoltoso per me al ritorno. Fra tornanti e qualche passaggino che richiede qualche "acrobazia", giungiamo in spazi decisamente più aperti e panoramici. Il meteo è peggio di quanto mi potessi aspettare, oltre alle prevedibili raffiche di vento il cielo non solo è coperto, ma è anche foriero di neve, seppur debole. A momenti pare quasi essere una giornata di maltempo, se non fosse che volgendo lo sguardo verso sud una fascia di cielo azzurro mi ricorda che tali condizioni meteorologiche sono solo conseguenza dello sfondamento delle correnti da nord e che perciò non avranno vita lunga. Tutto questo fortunatamente non impedisce alle vette circostanti, particolarmente il Pizzo di Petto, di fare grandiosa mostra di sé. Continuiamo a salire costeggiando dapprima baite quasi interamente sommerse dalla abbondante coltre nevosa, fino ad arrivare a scorgere la parte terminale dell'itinerario, brulicante di scialpinisti e ciaspolatori. Le pendenze si fanno più sostenute a tratti e fra zig zag in fila indiana il nostro punto di arrivo è sempre più vicino. Investiti da intense raffiche di vento arriviamo così a raggiungere la vetta scialpinistica, abbandonando fin da subito l'idea di dirigerci verso quella reale che a vista presenta con queste condizioni qualche incognita, sebbene un paio di temerari a fatica riusciranno a salirla, per poi scendere da un ripido canale. Dopo una sosta prolungata a rifocillarci e a godere del panorama sempre più spettacolare grazie al sole che nel frattempo si è fatto largo tra le nubi in ritirata, siamo pronti anche noi per la discesa. Affrontiamo i primi metri con qualche titubanza per via delle mie difficoltà, poi prendendo confidenza con la neve, che è in condizioni più che buone, acceleriamo decisamente fino a divertirci nei pendii farinosi. Poco prima dell'ingresso nel bosco la neve cambia un po' consistenza diventando più dura e pistata, ma sempre ben sciabile. All'ingresso della vegetazione e al conseguente restringersi del tracciato optiamo per quanto stabilito mentre salivamo, ovvero togliere gli sci e far si che l'ultimo tratto di discesa sia affrontato senza alcun patema e in totale relax. Del resto il fatto che molti scialpinisti scenderanno qui alla stessa nostra velocità, se non più lenti, rende l'idea che la cosa sia abbastanza difficoltosa. Risbucati sulle vecchie piste, in versione glassa, siamo quasi tentati dal rimettere su gli assi, ma manca veramente poco alla fine e decidiamo perciò di finire a piedi. Terminiamo così la nostra escursione decisamente contenti, personalmente sono soddisfatto per essere riuscito a macinare dignitosamente altri metri utili a imparare l'affascinante materia dello scialpinismo!

Foto 1: abbondante neve
Foto 2: vetta scialpinistica
Foto 3: grandi scenari in discesa
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