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   Rifugio Branchino, 12/01/2014
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Onicer  Pierpaolo      
Gita  Rifugio Branchino
Regione  Lombardia
Partenza  Valcanale (BG)  (1060 m)
Quota arrivo  1820 m
Dislivello  820 m
Difficoltà  BS
Esposizione in salita  Est
Esposizione in discesa  Est
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Trasformata
Altra neve  Farinosa
Rischio valanghe  2 - Moderato
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Buono
Commento Una domenica di tempo assolutamente sereno accompagna la nostra escursione odierna che però è priva di una vera meta. Siamo infatti accodati al gruppo del corso di scialpinismo della Scuola Orobica e sappiamo solamente che saremo nella selvaggia Valcanale, terra tra l'altro per noi totalmente sconosciuta. Decidiamo perciò che decideremo sul posto dove orientarci precisamente. Arrivati al gremito parcheggio in fondo al paese non abbiamo difficoltà a capire dove andare, basta infatti seguire l'orda di escursionisti che prendono tutti la stessa direzione, proseguendo per la strada interrotta a un certo punto da un grosso accumulo di neve. Da qui in avanti l'asfalto lascia il posto a un strato di neve a terra molto levigato. Come pensavamo, in questo periodo tale zona nel fondovalle rimane perennemente in ombra, oscurata dalla ingombrante mole delle scenografiche vette che si ergono imponenti a sud. Nonostante la temperatura non sia glaciale, sulle prime fa perciò un certo freddino e c'è da camminare per farlo passare. Dopo pochi minuti giungiamo a un bivio dove è presente la segnaletica, più una provvidenziale mappa della zona. Proseguiamo per la strada innevata, oppure prendiamo il sentiero che conduce al Rifugio Alpe Corte? Optiamo per la seconda ipotesi, allettati dall'idea di compiere un giro ad anello. Immersi in un bel bosco di abeti saliamo di buona lena, di neve a terra ce n'è quanto basta per riuscire ad avanzare con gli sci senza troppi intoppi, a parte qualche passaggino che taglia i torrentelli dove invece bisogna prestare più attenzione. L'arrivo al Rifugio coincide con lo sbucare al sole, lo scenario si fa più aperto qui. Sempre in compagnia di altri escursionisti che affollano la zona, prendiamo una traccia di sentiero che si dirige al Passo Branchino. Arrivati in zona delle baite del Nevel l'ambiente è sempre più spettacolare, è l'Arera a dare il meglio di sé mostrandoci il suo lato più aspro e selvaggio. Come tante formichine notiamo che scialpinisti e ciaspolatori si dirigono tutti verso il colletto dove è posto il Rifugio Branchino, la cosa ci fa perciò subito intuire quale sarà anche il nostro punto di arrivo. E così dopo circa mezz'ora siamo lì anche noi. L'omonimo lago è nascosto sotto l'abbondante coltre nevosa, siamo perciò colpiti soprattutto dalle grosse valanghe scese dai vicini pendii nei giorni scorsi. Dopo avere personalmente lottato con un attacco degli scarponi mezzo scassato, siamo pronti a scendere. Soprassiedo sulle mie scarse capacità scialpinistiche tipicamente da neofita, condite da qualche capitombolo, per soffermarmi invece sulla qualità della neve che è molto buona solamente nella parte alta dell'itinerario. A partire da cento metri circa più in basso la pioggia dei giorni passati che si è spinta piuttosto in quota ha invece fatto qualche danno, rendendo neve e gobbe dure con il rigelo dove non batte il sole. Scendiamo di poco, per andare a prendere le vecchie piste da sci c'è infatti da risalire e perciò ripellare. Passando per qualche tratto un po' difficoltoso ed esposto a mezza costa nel bosco, arriviamo nei pressi della Baita G.A.N. A questo punto siamo soli, tutti gli altri hanno preso altre strade e non conoscendo bene la zona dobbiamo riflettere sul da farsi. Per fortuna una traccia nella neve ben solcata ci induce a continuare, probabilmente non stiamo sbagliando. Così è, sebbene siamo assaliti da dubbi. Tagliamo anche una ripida pista che però sembra poi finire nel nulla. Facciamo bene a non scendere da lì e proseguire invece, perché poco dopo arriviamo a un assolato colletto che si affaccia sulla vera pista utile al rientro. Ecco dove sono finite tutte le altre persone! Leviamo le pelli dagli sci e riprendiamo la discesa, fino a dove la pista assume a tratti la larghezza di una strada. Una grossa valanga ha invaso anche il percorso e ci fa tribolare per superarla, ma continuiamo la discesa su neve sempre molto dura e luccicante per via del ghiaccio in superficie. Con una certa lentezza per via delle difficoltà che in un breve ma ripido pendio ci inducono anche a togliere gli sci arriviamo alla fine della pista. Da qui prendiamo la strada vera e propria di collegamento a Valcanale e le cose vanno un po' meglio, scendiamo infatti più velocemente e con meno difficoltà. L'ultimo tratto è probabilmente anche il migliore di tutta la discesa, levigato e scorrevole come un biliardo. Terminiamo così l'escursione un po' provati ma a ogni modo contenti. Peccato solo per la pioggia dei giorni passati che ha reso la neve marmorea e più difficile da sciare, particolarmente per me che ho poca esperienza con gli assi.

Foto 1: ben visibili gli effetti della pioggia sulla neve in zona Alpe Nevel
Foto 2: in dirittura di arrivo, presso il Rifugio Branchino
Foto 3: a metà della discesa, sulle vecchie piste
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