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   Mont Forciaz Valgrisanche, 12/04/2012
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Onicer  mario-bi      
Gita  Mont Forciaz Valgrisanche
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Bonne  (1760 m)
Quota arrivo  3244 m
Dislivello  1480 m
Difficoltà  BS
Esposizione in salita  Nord
Esposizione in discesa  Nord
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Trasformata
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Campo base: lago di Beauregard, mt.1760, temp°-4, ore 5,15. Lascio il dentro, caldo ed accogliente del piumino, per il fuori. La luna, quasi piena, illumina e dora, complice la neve, a giorno il lago. Le stelle, ciò nonostante, si fanno vedere, bucano spazio e luce e proprio a perpendicolo sopra di noi, disegnano l'estate. Sono le stesse di una serata di mezza estate, linee di Cigno e Lira, Vega su tutte, pare un masso. I Carri e la Polare allineano il lago da Nord a Sud. C'è abbastanza per chiedersi se c'è un cielo per tutti o un cielo per ognuno e se ciò che vedo si ripeterà o mai più. E così, naso all'insù, piccolo e bambino, ancora mi meraviglio di questo tempo che gira e si ripropone, di questa velocità con la quale giriamo attorno attorno e di, l'ho letto qualche tempo fa su di una rivista di astronomia ma ancora oggi lo trovo incredibile, questo andare a velocità inimmaginabile, noi granello di sabbia del sistema solare, con lui alla volta di Ercole, e tutti insieme forse dalle parti di Perseo o chissà che altro e più impensabile universo. Ecco perchè è possibile che questa luna mi appaia come un sole e ciò che scrivo un delirio. Forse vaghiamo ormai persi dove possiamo e solo intuire, di sicuro immaginare senza mai sapere dove siamo diretti. Il tempo è l'unica cosa che ci rimane, di questo abbiamo bisogno come il pane, certezze ed errori vengono dal passato, l'oggi è la vita, il futuro probabilmente il luogo dove, anche se a volte è troppo tardi, si possono emendare gli errori. Ma anche questo non è certo. Troppe certezze portano a commettere errori, forse gli errori permettono di intravedere qualche certezza. Così è il paesaggio, così siamo noi: in questa bellezza oggi così struggente, riconosco inquietudini vecchie e nuove, paure ataviche e mai sconfitte e chissà che altro ancora. Lei segue, poi mi dirà, con la paura di non farcela; il corpo non l'aiuta l'anima chissà. Quella luna ora verso Sud, è un sole sopra la becca e il ghiacciaio di Suessa, mentre l'altro, quello vero, non si capisce come e dove dovrebbe nascere e solo nei prati di Prariond, si conferma salire da Est. Qui ci siamo arrivati dal lago prendendo il bivio subito dopo la galleria mentre a Le Bois conviene prendere verso Sud, salire il ripido ma agevole bosco sino a un colle, lo dice la mappa e noi, dopo averla girata e rigirata, la seguiamo. Ancora a Sud, perso qualche metro, ritti, per puntare in lieve risalita ad una successiva terrazza e sfiorare in piano (q. mt. 2350 c/a) le pendici del Truc de la Seja, e girato l'angolo intravedere il rifugio de l'E'pée. Il primo canalone a dx è quello da seguire, l'altro, che sale alla punta di Rabouigne, potrà aspettare anche l'anno prossimo. Non si muoverà, a parte qualche voce contro, questo è certo.La salita del canale, ripida quanto basta (max 30°) per una fatica in 20 di fresca, ci fa sudare ma il sogno della discesa è a portata di mano così come la vetta dopo il colle a sx. Soli in tutta la gita, a 50 mt. dalla vetta, ci raggiungono e ci superano, con poca galanterìa, le avanguardie e, molto dopo, le moltitudini. Il sogno è svanito ma la discesa, biglietto numero due e tre, la stacchiamo noi dietro quel Tiziano Teodosio Mezzofondo, che raddrizzataci la giornata ,grazie, così come era venuto, si è poi dileguato nel nulla. Ma questa è un'altra storia che prima o poi forse racconteremo. Per oggi basta così, ma, come è ovvio, non è il tutto.
Foto 1 La luna che è un sole
Foto 2 Girato l'angolo, il canalone
Foto 3 La vetta
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