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   Piz Lunghin, 08/11/2015
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Piz Lunghin
Regione  Svizzera
Partenza  Passo del Maloja, Svizzera  (1800 m)
Quota arrivo  2780 m
Dislivello  970 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo + ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Buono
Commento Oggi è la giornata del Piz Lunghin, una montagna da noi mai salita e da qualche tempo pianificata nelle nostre intenzioni. Il meteo è in realtà così favorevole da indurci a meditare se non sia il caso di dirottarci invece su una via ferrata, riflettendo sul fatto che quando il cielo decide di essere così clemente da farci dormire sonni tranquilli, cosa non così frequente in montagna, l’occasione sarebbe da sfruttare. Ma il richiamo dell’Engadina è troppo forte, specialmente in questo periodo autunnale di sfavillanti colori, con quell’atmosfera tutta particolare. Confermiamo dunque i nostri propositi iniziali e, una volta arrivati in zona Maloja, non siamo affatto pentiti della scelta, anzi. Alla partenza fa quasi freschino, nonostante lo zero termico a livelli stellari per il periodo, ma bastano pochi passi sul sentiero che si svolge tra i pendii erbosi a farci tastare con mano la reale natura di questa massa d’aria, scaldata dall’alta pressione. Saliamo allietati costantemente dall’ottimo panorama alla nostra sinistra e non solo, raggiungendo inizialmente il Lago Lunghin. La spettacolare mole dell’omonima montagna incombe già vicina su di noi a questo punto dell’escursione. Nel giro di pochi passi, passando dal sole all’ombra generata da essa, cambiano improvvisamente il terreno su cui poggiamo i piedi, pestando neve a tratti gelata. Rimontiamo un erto pendio, prima di trovarci dinnanzi all’ultimo strappo che porta a prendere la cresta diretta in cima. Visto che ci troviamo su un agevole tratto di falsopiano, decidiamo di calzare in comodità i ramponi, che indubbiamente torneranno utili nei brevi ma esposti passaggi terminali. Iniziamo così la risalita della rampa nevosa seguendo fedelmente le tracce di chi ci ha preceduto e, una volta giunti in cresta, sterziamo a sinistra pestando a tratti neve e in altri roccia. Nelle medesime condizioni affrontiamo un traverso leggermente più complicato, che per un attimo ci induce a cercare un’alternativa poco distante, ma che alla fine constatiamo essere il migliore e unicamente battuto per andare su. Con prudenza lo superiamo, salendo poi per qualche metro dritto per dritto più agevolmente su neve, sbucando in vetta accolti nuovamente dal sole. Felici per la riuscita sostiamo i minuti necessari a raccogliere i frutti delle fatica, spaziando lo sguardo a 360°. Per la discesa scegliamo di tornare nel punto dove avevamo preso la cresta e di seguirla interamente, anziché ridiscendere il ripido pendio sottostante. Superato qualche brevissimo passaggio lievemente tecnico, camminiamo fino a raggiungere il Passo Lunghin e da qui ci dirigiamo nuovamente al lago, chiudendo una piccola divagazione ad anello. Il resto della discesa seguirà la via di salita, con le luci del pomeriggio e le sue tonalità calde a rendere ancora più suggestivo il paesaggio.

Foto 1: sotto la cresta finale
Foto 2: sguardo verso la nostra conquista odierna e Il Piz da la Margna, una star della zona in quanto a bellezza
Foto 3: Maloja al tramonto
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