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Refuge Albert 1er, Tete de Balme e Croix de Fer, 19/09/2015 | Tweet |
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Onicer | Pierpaolo
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Gita | Refuge Albert 1er, Tete de Balme e Croix de Fer |
Regione | Francia |
Partenza | Le Tour, Chamonix Mont Blanc, FR (1478 m) |
Quota arrivo | 2702 m |
Dislivello | 1550 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Refuge Albert 1er |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo |
Itinerari collegati | nessuno |
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Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Diretti in terra francese, a questo giro non ci facciamo mancare una capatina in quel di Chamonix per salire di quota non solo in auto, ma anche con i nostri piedi. Il problema principale in questa zona, a quanto pare, è trovare un percorso che sia una via di mezzo fra un percorso semi turistico e uno alpinistico. La linea di demarcazione fra questi mondi escursionistici qui è più sottile che mai. La soluzione al nostro personalissimo dilemma è quanto segue: saliamo al Rifugio Albert 1er godendoci da posizione privilegiata il Glacier de Tour, poi ci facciamo un anello panoramico passando per due cimette, una delle quali, la Croix de Fer, con quel pizzico di pepe in più. Meteo permettendo, perché al pomeriggio sembra dovere volgere al brutto. Vista tale prospettiva partiamo perciò imponendoci una certezza, quella di raggiungere il Rifugio e costeggiare il ghiacciaio, che senza dubbio sono il pezzo forte e irrinunciabile di giornata. Poi si vedrà se riusciremo a compiere per intero il giro o se saremo costretti a battere in ritirata. Per raggiungere l'Albert 1er prendiamo, da La Tour, un sentiero piuttosto diretto che nella parte centrale si fa ripido e talvolta esposto, dove si rende necessario l'uso delle mani per superare alcuni brevi salti rocciosi. Guadagnando quota ci avviciniamo sempre più al ghiacciaio, in un trionfo di bellezza paesaggistica mozzafiato. Camminiamo praticamente sempre con lo sguardo rivolto a destra. In questo ambiente dalle sembianze islandesi e paradisiache arriviamo al Rifugio, gremito di alpinisti che vanno e vengono. Dopo la sosta contemplativa torniamo giù, prendendo un sentiero molto panoramico a mezza costa che costeggia anch'esso il ghiacciaio, sebbene da più lontano, fino a dove sterza decisamente a destra puntando il Col de Balme. A questo punto il nostro sguardo è sempre più rivolto al cielo che non promette di mantenersi tranquillo a lungo. La fascia di rovesci se ne sta però ancora a debita distanza e questo ci induce nella prosecuzione dei nostri intenti, che ci porta a passo spedito prima di tutto sulla Tete de Balme, la prima delle due cimette programmate. E la seconda? La Croix de Fer è lì a un tiro di schioppo. La sua brevissima ma esposta cresta ha un fascino irresistibile, sembra fatta apposta per indurci in tentazione e liberarci dal... desiderio di conquistarla. Un occhio ancora al cielo e via a testa bassa, non troppo bassa per non farsi impressionare dal precipizio a sinistra. E anche la seconda cima è nostra. Piccola ma soddisfacente. Ora, appagati e senza più uno scopo fisso se non quello di fare ritorno, ci gettiamo sul percorso di rientro, visto che finora il meteo ci ha concesso più grazia di quanto si sarebbe potuto ipotizzare. Di fortuna oggi però ne abbiamo parecchia in questo senso, perché camminando camminando continuiamo sempre all'asciutto, fino alla fine e quasi miracolosamente, visto che il cielo si è incavolato ovunque tranne che sulla nostra stretta verticale, mentre sul ghiacciaio de la Tour sono letteralmente calate le tenebre. Sentitamente ringraziamo e mettiamo perciò in saccoccia un'escursione iniziata e finita benissimo, decisamente apprezzabile sotto molti punti di vista.
Foto 1: la terra dei crepacci dal rifugio Foto 2: ghiacciaio tormentato Foto 3: sull'ultimo tratto della Croix de Fer |
Report visto | 2277 volte |
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Immagini | ![]() ![]() ![]() |
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