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Becca di Nona, 05/07/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Becca di Nona |
Regione | Valle d'Aosta |
Partenza | Pila (AO) (1860 m) |
Quota arrivo | 3142 m |
Dislivello | 1550 m |
Difficoltà | E |
Rifugio di appoggio | Bivacco Federigo |
Attrezzatura consigliata | Normale da escursionismo |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Ci mancava la Becca di Nona per completare l'ascesa delle vette che circondano nell'immediato la città di Aosta. L'abbiamo vista, ri-vista e stravista ogni qualvolta fossimo in città negli ultimi mesi. La sua mole imponente è infatti in grado di offuscare anche quella più massiccia del vicino fratello Emilius. L'idea di andare lassù ci ha perciò più che sfiorato per lungo tempo. L'occasione capita a fagiolo, perché la giornata di oggi è prevista senza temporali e quelle quote possono rappresentare un'ottima fuga, seppur temporanea, dalla calura presente nel fondovalle in questo periodo di alta pressione. Arriviamo dunque a Pila e andiamo a parcheggiare nel posteggio più alto per tentare di coprire meno dislivello possibile, visto che l'escursione è abbastanza lunga. Inizialmente andiamo un po' a zonzo, puntando la traccia corretta aiutandoci con il GPS, ma prendendo quota ci accorgiamo di essere saliti un po' troppo e soprattutto di essere andati alla deriva. Tentare di rientrare forzatamente in traccia ci costringerebbe a una poco gradita discesa con successiva risalita. Decidiamo perciò di tirare dritto e di arrivare all'arrivo della funivia Chamolé. Da lì prendiamo il sentiero che in breve tempo ci porta all'omonimo lago. Qui riflettiamo sul fatto che non tutti i mali vengono per nuocere, perché questa zona è molto bella e ci ha ripagato dell'errore. Da qui in poi parte un nuovo tentativo di ricollegarsi alla traccia di salita originale e, dopo avere raggiunto la cresta che porta al Colle Finestra, punto da cui dovremmo transitare, troviamo un sentiero che ripido si butta nel fondovalle puntando alcune cascine. Le raggiungiamo e finalmente entriamo per la prima volta nel percorso giusto. Seguiamo ora le indicazioni che indicano anche la Becca e torniamo così a salire ripidi dapprima nel bosco, poi in spazi più aperti. Come preventivato, scegliamo di compiere un breve giro ad anello sotto la cima, salendo per un sentiero che transita al Bivacco Federigo e prosegue poi per facile cresta. Nonostante la quota il caldo in questo tratto di pietraie si fa sentire, solo sulla cresta si sta meglio per via della brezza tesa. Prima di intraprendere l'ultimo tratto di salita, ci fermiamo qualche istante in zona bivacco soprattutto per studiare l'attacco della vicina via ferrata che porta all'Emilius. Da lontano si vedono catene e un ponte tibetano, la cosa perciò ci invoglia un pochino e ci prefiggiamo la salita in un futuro non troppo lontano. Voltatici e presa come detta la cresta, diventa inevitabile girarsi indietro per ammirare la severa parete nord del Monte Emilius. Nello spazio di circa mezz'ora arriviamo dunque in cima, da cui la vista sulla città di Aosta è spaziale. Dopo la fatica è tempo perciò di essere ripagati a livello visivo. Giunto il momento del rientro portiamo a compimento il piccolo anello, prendendo un sentiero abbastanza diretto affacciato a ovest che, con ripetuti zig zag, ci riporta negli ampi spazi sottostanti la vetta. Da qui seguiremo fedelmente il percorso della nostra traccia GPS, passando per il Colle Finestra e da lì puntando dritti verso Pila. Bel giro, bella montagna, per un totale di oltre 19 chilometri e 1500 metri di dislivello.
Foto 1: sulla seconda vetta Foto 2: sulla prima vetta Foto 3: visuale su Aosta |
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