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   P.zo Baciamorti, M.te Aralalta e Sodadura, 06/04/2015
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  P.zo Baciamorti, M.te Aralalta e Sodadura
Regione  Lombardia
Partenza  Quindicina, fraz. di Pizzino (BG)  (1290 m)
Quota arrivo  2010 m
Dislivello  1100 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Rif. Gherardi
Attrezzatura consigliata  N.d.e. + ramponi
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento Oggi si torna a calcare i sentieri di un itinerario che in giornate limpide come queste dà il meglio di sé, garanzia di ampia visuale e ottimi panorami. Diciamo che è la giusta via di mezzo in questo periodo quando non si ha la possibilità di partire presto come nel nostro caso, garantendo di stare sufficientemente in alto ma di non annaspare nella neve e al contempo di non correre pericoli. Partiamo dalla frazione di Quindicina affollata di auto parcheggiate, conseguenza della presenza del Rifugio Gherardi che richiama a sé molti escursionisti. Noi ci dirigiamo invece nel senso opposto, puntando il Passo Baciamorti su sentiero che nel primo tratto guadagna poca quota. Transitiamo per la soleggiata Baita Baciamorti e nel giro di un quarto d'ora siamo al passo. Svoltiamo ora a sinistra per andare a percorrere la cresta che sale alla vetta del Pizzo Baciamorti. Salendo pestiamo gradualmente sempre più neve, anche se ce n'è comunque poca. Solo in alcuni punti copre uniformemente il percorso, ma per proseguire senza affanni e sufficiente aggirarla sullo spoglio e mai ripido pendio affacciato alla Val Taleggio. Giunti al cospetto della madonnina di vetta il paesaggio cambia e assume connotati più invernali. La temperatura è infatti abbastanza bassa, tira un vento a raffiche anche forti e le cornici sulla cresta di collegamento all'Aralalta sono ancora piuttosto appariscenti. Proseguiamo senza intoppi fino alla seconda vetta di giornata, perdendo poi decisamente quota su pendii che, essendo esposti a sud, tornano a essere senza neve. Pochi altri passi e siamo di nuovo sulla coltre bianca, indurita in questo tratto dalle temperature rigide e dall'esposizione a nord. Ci si para a questo punto davanti un breve traverso un pochino esposto. Proviamo a vedere se è aggirabile sormontando la sua sommità, ma ci troviamo di fronte un pendio si spoglio di neve, ma sufficientemente ripido e ghiaioso da poterci mettere in difficoltà. Torniamo così indietro e optiamo per il traverso su neve. Abbiamo con noi i ramponi, ma vista la brevità del tratto esposto, decidiamo di fare senza. Superatolo, ci dirigiamo verso la bocchetta del Regadur, ma ci incute un certo timore un secondo traverso, più lungo e su neve presumibilmente marmorea. Per evitare patemi e vista la sua vicinanza, deviamo puntando la terza cima di giornata, il Sodadura. La raggiungiamo percorrendo la cresta rivolta verso l'Aralalta e una volta in vetta meditiamo se scendere attraverso la via normale esposta verso Artavaggio. In realtà, anche in questo caso optiamo per la prudenza. L'ora inizia a farsi infatti tarda, non abbiamo con noi la piccozza e le raffiche improvvise tendono a sbilanciarci. Scegliamo dunque di tornare sui nostri passi e di abbreviare così il percorso. Tornati alla base della cresta appena salita ci buttiamo a destra e per vallette, su traccia battuta da altri escursionisti che ci hanno preceduto, andiamo incontro al sentiero di collegamento tra Artavaggio e i Piani dell'Alben, parzialmente innevato ma percorribile facilmente. Arrivati al Rifugio privato Battisti non ci resta che una tranquilla camminata per tornare all'ora deserto parcheggio di Quindicina.

Foto 1: alla Baita Baciamorti
Foto 2: in cresta per il P.zo Baciamorti
Foto 3: verso l'Aralalta
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