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Grigna settentrionale, via invernale, 08/02/2015 | Tweet |
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Onicer | Pierpaolo
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Gita | Grigna settentrionale, via invernale |
Regione | Lombardia |
Partenza | Sacro Cuore, Colle di Balisio (LC) (800 m) |
Quota arrivo | 2410 m |
Dislivello | 1650 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Pialeral, Comolli, Brioschi |
Attrezzatura consigliata | N.d.e + ramponi e piccozza |
Itinerari collegati | nessuno |
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Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento | Vento, tanto vento. Poco prima di Lecco, durante l'avvicinamento in auto, ci si parano improvvisamente davanti Grignetta e Grignone in versione fumante. Alti pennacchi di neve si sollevano dalle cime per moltissimi metri, avvertendoci così di quello che ci aspetterà. Nessuna sorpresa però. Favonio era previsto, favonio c'è. Cerchiamo di inerpicarci fino al parcheggio del Sacro Cuore in macchina nonostante il fondo stradale della stretta stradina di accesso sia innevato. Le cose vanno anche discretamente bene, ma sull'ultima rampetta la mia non-4x4 deve arrendersi al ghiaccio. Ci avviamo dunque di buona lena, accompagnati da altri escursionisti intenti a scendere e a salire. All'ingresso del bosco siamo investiti dalle prime intense e rumorose raffiche di vento che scuotono la vegetazione, ma è in zona Pialeral che Eolo dà il meglio di sé, sollevando nuvole di neve che pizzicano il viso e rendono difficoltosa la progressione. Entriamo così per qualche minuto nello stanzino dell'omonimo rifugio per adeguare l'abbigliamento alle difficili condizioni, per poi tornare poco dopo nella tormenta che concede una parziale tregua solo nei pressi del bivacco Girani. Durante questo tratto di salita notiamo anche alcuni scialpinisti intenti alla discesa con una certa difficoltà creata dalla neve ventata. Giunti al bivacco, ne approfittiamo per mettere sotto i denti qualcosa e per ramponarci, allo scopo di affrontare il famoso muro del pianto. Il vento qui, come è solito essere in queste condizioni, è meno intenso che altrove. La salita è però un filo difficoltosa perché la neve riportata nelle tracce non è del tutto portante, cosicché a ogni passo si fa una certa fatica a salire. Senza fretta raggiungiamo l'accesso alla cresta di collegamento alla vetta, dove il vento torna a farla da padrone creando anche spettacolari effetti vorticosi. L'ambiente quassù è più selvaggio che mai oggi. Con cautela procediamo così sull'ultimo tratto, stando particolarmente attenti soprattutto alle raffiche che in un paio di punti, essendo improvvise e di direzione variabile, ci sbilanciano non poco e ci costringono a raggomitolarci per evitare problemi. Riusciamo però a raggiungere croce e rifugio, indubbiamente soddisfatti. Già che ci siamo, facciamo anche una capatina alle spalle di esso, per ammirare l'intonsa e spettacolare cresta Piancaformia, anch'essa sferzata dai venti. Non esitiamo molto prima di riprendere la marcia a ritroso. Sulla cresta le condizioni meteo sono immutate anche sulla via del ritorno, con il vento a farla da padrone. Solo sul muro del pianto, come in precedenza, tende a mollare la presa. Qui la discesa si rivela piacevole e rapida. E' proprio quella neve che in salita ci aveva creato qualche impaccio a farci filare giù rapidi, essendo morbida nella traccia battuta. Ci concediamo ancora una piccola sosta nel bivacco, essenziale per sfuggire alla morsa del vento che dopo molte ore ci ha un po' stancati. E poi via giù, in totale relax, con quella contentezza in sottofondo per ciò che è stato oggi, intenso e bellissimo...
Foto 1: investiti da intense raffiche di vento e nuvole di neve appena sopra il Pialeral Foto 2: sul muro del pianto Foto 3: tanto vento in cresta anche sulla via del ritorno |
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Immagini | ![]() ![]() ![]() |
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