Home Gallery
Reports
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Mountain Bike
Archivio
Itinerari
Scialpinismo
Escursionismo
Roccia
Ghiaccio e Misto
Fenio...menali
Forum
Ricerca
   Punta Metz, 16/11/2014
Inserisci report
Onicer  Pierpaolo   
Gita  Punta Metz
Regione  Valle d'Aosta
Partenza  Thouraz, fraz. di Sarre (AO)  (1617 m)
Quota arrivo  2553 m
Dislivello  950 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Nessuno
Attrezzatura consigliata  N.d.e. + ghette e ciaspole
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Trasferta valdostana per motivazioni extra escursionistiche, ma già che ci siamo buttiamoci lì una escursione domenicale non troppo lunga ma appagante. Questo è più o meno il tema della giornata. Non c'è tempo per studiare i percorsi, cosicché l'itinerario odierno diventa frutto della sorte, puntando letteralmente a casaccio il dito su una cartina che mostra i sentieri nei paraggi di Aosta. In quota ha nevicato di brutto negli ultimi giorni, l'incognita più grande è perciò relativa al pericolo slavine che non può che essere sostenuto su certi sentieri. Andando alla cieca ci rassegniamo perciò all'idea di dovere battere in ritirata, nel caso in cui ci si dovesse presentare un passaggio slavinoso. Fino all'ultimo momento siamo propensi per provare a salire la Punta Chaligne, ma qualcosa non mi convince e mi dice di andare a parare altrove. L'alternativa sembra così proprio lì a portata di mano: l'adiacente Punta Metz. Le curve di livello sulla mappa ci suggeriscono che la parte superiore del percorso su questa vetta si snoda su una cresta sufficientemente larga da poterla percorrere senza correre rischi. D'istinto la decisione è presa, andiamo alla Punta Metz, cambiando anche la località di partenza, che ora diventa Thouraz, frazione di Sarre. Il cielo è un po' grigio ma infinitamente meno incattivito rispetto già al giorno precedente, la bellezza del paesaggio circostante dai 1650 metri di quota di questa caratteristica frazioncina ci rincuora del fatto che, comunque vada, ne è valsa la pena venire quassù. Ci incamminiamo dunque piuttosto motivati guardandoci spesso attorno, i colori autunnali sono infatti al massimo dello splendore e contrastando con il biancore delle vette innevate ci lasciano a bocca aperta. Ci addentriamo dopo pochi passi nel bel bosco di larici tinti di giallo e metro dopo metro assistiamo allo spettacolo della neve che salendo di quota si impadronisce di ogni cosa, ammantando di bianco tutto quanto. Fa sempre un certo piacere la prima uscita stagionale sulla dama bianca. Tra zig zag e tratti con pendenza sostenuta guadagniamo quota rapidamente, aspettando di sbucare fuori dalla vegetazione per potere ammirare meglio il panorama. Non appena ciò accade, calziamo le ciaspole per facilitare la progressione, visto che le spessore del manto è aumentato a tal punto da renderla difficoltosa senza. Perlustriamo la zona circostante individuando la dorsale che verosimilmente dovremo seguire. Di bolli gialli a indicare la retta via ormai non se ne vedono più e sappiamo perciò che dovremo stare attenti. A parte qualche iniziale difficoltà di orientamento, il percorso successivo da seguire diventa intuitivo, anche perché è tassativo starsene sullo spartiacque in cresta tra i due versanti per evitare di andare a camminare su pendii con pendenza sostenuta e perciò pericolosi per le valanghe. L'inclinazione del percorso è ad ogni modo notevole, cosa che ci porta spesso a dovere rifiatare nel cammino. La distribuzione della neve, a causa dell'azione del vento, è fortemente irregolare, alternandosi tratti semi spogli ad altri dove di neve accumulata ce n'è parecchia. Di volta in volta valutiamo dunque quale sia la via migliore, sempre nell'ottica di non cacciarci in qualche guaio. Saliamo e saliamo, trovandoci in un ambiente sempre più selvaggio e quasi glaciale. La copertura nuvolosa appiattisce tutti i contrasti e guardando verso l'alto la rimanente parte del percorso verso la vetta appare sfumata, quasi indistinguibile. Le raffiche di vento ci intirizziscono un pochino, ma di certo non ci fermano. A momenti una certa attenzione è d'obbligo, perché pur stando sul filo di cresta il pendio abbastanza ripido alla nostra sinistra ci incute un certo timore ed è meglio avere passo saldo, facendo aderire bene le ciaspole alla neve, ormai abbondante e variabile nella sua consistenza. Comunque sia, passo dopo passo arriviamo in vetta, ultra felici. Il nostro sguardo va subito alla ricerca della vicina Punta Chaligne e ci rendiamo conto che non saremmo mai potuti arrivare su quella vetta, essendo il percorso di salita già a vista decisamente pericoloso in ottica valanghe. Ci è andata bene insomma, la sorte è stata dalla nostra parte oggi. Torniamo sui nostri passi per il medesimo percorso dell'andata e se prima il nostro sguardo era costantemente rivolto verso l'alto per capire di volta in volta dove andare, adesso nel scendere possiamo ammirare il pazzesco panorama che ci si pone davanti. La cresta è infatti un bellissimo balcone sulla sottostante Aosta e su tutte quante le cime attorno. Il contrasto fra l'autunno in basso e il sopraggiunto inverno sopra rende il contesto ancora più emozionante. Scendiamo a passo sostenuto, questa neve oggi sembra infatti fatta apposta per le ciaspole, la progressione è perciò a dir poco agevole. Tornando giù ci meravigliamo del fatto di come a volte scegliendo un itinerario a caso come nel caso odierno venga fuori un'escursione perfetta, mentre altre volte a un'analisi attenta del percorso seguitino intoppi e difficoltà a sorpresa. Oggi è andata più che bene e ce la portiamo a casa...

Foto 1: sulla panoramica cresta
Foto 2: quasi in vetta
Foto 3: super panorama durante la discesa
Report visto  2278 volte
Immagini             

[ Clicca sulla foto per ingrandire ]
Fotoreport