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Cima Fradusta, 06/08/2014 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | darioalpago |
Gita | Cima Fradusta |
Regione | Trentino Alto Adige |
Partenza | Rifugio Pedrotti (2700 m) |
Quota arrivo | 2950 m |
Dislivello | 400 m |
Difficoltà | E |
Rifugio di appoggio | Pedrotti Pradidali |
Attrezzatura consigliata | Scarponi strutturati eventualmente bastoncini.
scarpe basse solo se si ha davvero confidenza con l'ambiente innevato. |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Condizioni d’innevamento che richiedono scarpe adeguate come sono utili i bastoncini per bilanciarsi nei traversi alcuni moderatamente ripidi.
La funivia della Rosetta scarica troppo facilmente persone che si avventurano in ambiente di media alta montagna senza materiali ma soprattutto senza cognizione. Oggi facciamo questa bella trasferta sulle Pale toccando la cima Fradusta e il suo piccolo ghiacciaio. Al Rifugio Pedrotti ci sono 3 gradi e il cielo è terso tanto da vedere dalla Civetta alle Tre Cime. Ci perdiamo in questo Altipiano dove riposa il profumo dell’alta quota in ogni passo che scandisce i panorami sempre diversi. Incontriamo vari nevai la traccia è buona e la neve è dura quasi da prestare attenzione. Si apprezzano gli scarponi rigidi che ogni tanto disegnano passi nuovi nella neve non ancora ammorbidita dal sole. Viaggiamo apparentemente liberi in questo dedalo di saliscendi dove si aprono squarci meravigliosi che cadono in verticalità sparse come pinne di squalo in un mare di roccia. Ancorato in un angolo il Rifugio Pradidali difende come una boa un ricordo lontano, mentre di rimbalzo ci appare la bocca feroce del ghiacciaio inferiore dove lacrime di ghiaccio si raccolgono in una lacrima blu. E’ una piccola passeggiata in un mare meraviglioso dove prendere il largo è facile come girare lo sguardo. Arriviamo sotto lo spallone della Fradusta che ci fa sognare l’inverno e la pace infinita che dà una traccia sulla neve. Percorriamo questa bella spalla accarezando le Pale di San Lucano che da qui sembrano morbidi mughi, mentre abbiamo paura di toccare l’Agner che taglia ancora il cielo. Un ultimo nevaio ci accompagna sull’anticima dove prendiamo la bella cresta a tratti aerea se si segue il suo filo trascurando il comodo sentiero sotto. Ultimi passi dominando il ghiacciaio superiore e tocchiamo la cima quasi in solitudine. Il sole gioca con le nuvole e il piumino leggero si apprezza insime ad un pezzo di grana… Ognuno raccoglie un attimo del proprio silenzio prima di scendere sognando di scendere con gli sci il canale della cima della Vezzana dove l’inverno sembra non finire… A mano a mano ritroviamo persone e improbabili escursionisti ai quali tendiamo una mano con il grosso dubbio che capiscano i loro gesti… Me la prendo come tutte le volte, ma forse è facendo certi errori che si impara ad andar per monti… Quantomeno a tornare. Ci nascondiamo nella ressa scaricata dalla funivia mentre scendiamo a valle dove raccogliamo ancora il Cimon della Pala da passo Rolle. Festeggiamo a Falcade prima di congedarci ognuno verso il suo paese mentre sull’altipiano il mare rimane calmo…. Forse come noi aspetta l’inverno… |
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