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   Cima Reit, 11/08/2013
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Onicer  4su13   
Gita  Cima Reit
Regione  Lombardia
Partenza  Bagni di Bormio - Parcheggio di Pravasivo  (1420 m)
Quota arrivo  3075 m
Dislivello  1655 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  -
Attrezzatura consigliata  Scarponcini alti, corda almeno da 40m, cordini, imbrago, caschetto, moschettoni e discensore
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Pessime
Valutazione itinerario  Buono
Commento Erano anni che volevamo salire al Passo Pedranzini… poi casualmente leggiamo su una rivista di larga diffusione una relazione circa il tracciato che da Bormio sale al Passo Pedranzini e prosegue per la cima Reit. La descrizione del tracciato accenna anche a qualche passaggio di II° grado e consiglia l’uso di corda, imbrago e caschetto… che in effetti servirà.
Da Pravasivo (1420m) percorriamo il comodo sentiero a tornanti che sale alla Croce della Reit (2132m) da qui proseguiamo lungo il facile sentiero infestato da pini mughi fino ai piedi della bastionata dolomitica della Reit a questo punto scendiamo brevemente verso sx ove ci adorniamo di caschetto ed imbrago per imboccare l’ampio ed evidente canalone che conduce al Passo Pedranzini.
Il canalone che percorriamo è esattamente la parte sommitale della Valle di Campello che come la gemella Val d’Uzza è conosciuta per il massiccio trasporto solido di detriti che si verifica durante i violenti temporali estivi. Ma oggi è una bella giornata e quindi andiamo sicuri.
L’ambiente è quasi dolomitico ed intorno a noi si ergono i massicci torrioni della Reit; l’unico aspetto da tenere bene in considerazione è che qui, rispetto alle dolomiti, la roccia è veramente marcia, fratturata ed instabile!!
Saliamo il canalone passando a sx del Pian dei Camosci senza particolari difficoltà ma stando all’occhio di non smuovere troppo i detriti ed i massi spesso vacillanti che incontriamo lungo l’ascesa consapevoli che qualcun’altro potrebbe essere dietro di noi. La progressione è rapida e divertente specie quando incontriamo alcuni risalti di roccia che ci invitano a qualche semplice passo di arrampicata.. per il resto ghiaia e massi in bilico.
Quando mancano 100m di dislivello per raggiungere il Passo Pedranzini proseguiamo tenendo la dx del canalone... La pendenza aumenta parecchio ed il terreno diventa duro e compatto... a sua volta la roccia, ormai verticale, è schifosamente friabile... ed è qui che iniziamo a renderci conto che “non dobbiamo sbagliare niente!”
Le mani si aggrappano alle rocce verticali davanti al naso ed i piedi annaspano un po’ sul terreno durissimo... non che sia difficile però è come arrampicare su una parete di uova e bicchieri di cristallo.
Ci incoraggiamo dicendo che non è consentito ruzzolare giù!!!
Negli ultimi 10 metri siamo letteralmente uno in testa all’altro dove le mani di quelli sotto sostengono i piedi di quelli sopra spesso anche involontariamente.
Finalmente sbuco sulla cresta sommitale così butto giù la corda agli altri e mi posiziono sul versante opposto per fare sicurezza… man mano spuntano tutti i soci… nessuno ha usato la corda.
Ci rendiamo conto di dove siamo passati e quindi vi consigliamo di salire il tratto finale del canale stando a sx e non a dx.
Il Passo Pedranzini (2750m) è molto panoramico ma noi non ci fermiamo lì e proseguiamo per la cima. Subito incontriamo un risalto roccioso “inghiaiato” poi ancora su e su superando alcuni passaggi friabili ed esposti; più avanti vediamo alcuni ometti (nella relazione se ne parlava) e capiamo che è quasi fatta, infine la cengia ed altri passaggi di II° e siamo in cima alla Reit (3075m). Gran panorama e sito eccezionale per foto zenitali su Bormio!
Dopo la “Buona Cima” ed il meritato spuntino ci si rilassa poco: su tutti noi aleggia la tensione per la discesa su quelle roccette friabili ed esposte… che non sarà banale. Inoltre il cielo si è annuvolato.
Scendiamo usando un po’di piu la corda che in salita ma il problema è trovare dei punti di ancoraggio “sicuri” in mezzo a tanta precarietà.
Sistemo ed aggiungo alcune pietre agli ometti segnavia tanto cari… ma negli occhi degli amici intuisco il messaggio: “lascia perdere tanto qui non torneremo mai più”. Non dico nulla ma finisco e penso che forse a qualcun altro servirà.
Scendiamo ancora ed effettuiamo una rapida doppia intorno ad un masso stabile (almeno uno c’era) peccato però che la corda (con nodo in fondo) non raggiunge la base della paretina e quindi gli ultimi 5 metri li facciamo a salti. In casi come questi sono molto utili gli anni di lavoro passati al circo!!
Siamo nuovamente al Passo Pedranzini… ora tutti molto più tranquilli. Qui decidiamo di scendere dal versante nord anziché da quello sud di salita. Pian piano scendiamo a valle sfruttando i ripidi ghiaioni della Reit. Le scariche di sassi sono all’ordine del giorno. Alla base dei ghiaioni imbocchiamo il lunghissimo sentiero n°4 che ci porta al 29° tornante dello Stelvio da qui autostop per uno di noi che ritornerà a recuperarci dopo 20 minuti.
Per me è stato un giro adrenalinico ma devo essere obiettivo sulle pessime condizioni del tracciato!

Per chi ha intenzione di andarci raccomando di stare attenti alle scariche di sassi e di procedere pensando che sotto qualcun altro potrebbe salire. Non sono ammesse vertigini o capogiri.
Corda almeno da 40m, cordini, imbrago, caschetto, moschettoni e discensore sono utili.

Foto 1 – Il versante sud della cima Reit con il tracciato
Foto 2 – Vista su Bormio dalla cima (versante sud)
Foto 3 – I ghiaioni del ripido versante nord
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