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   Zucco Orscellera, 07/04/2013
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Zucco Orscellera
Regione  Lombardia
Partenza  Valtorta Ceresola  (1340 m)
Quota arrivo  1856 m
Dislivello  600 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  Vari ai Piani di Bobbio
Attrezzatura consigliata  Da escursionismo + ciaspole
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Buono
Commento Ennesima domenica di tempo incerto, condita dal pericolo valanghe che anche per la giornata odierna rimane marcato. E allora che si fa? Decidiamo in primis che anche l’escursione di oggi sarà qualcosa di tranquillo, lasciando le cose più impegnative per quando le condizioni saranno migliori. Susanna mi propone di salire ai Piani di Bobbio con gli sci, senza pensarci due volte accetto perché l’idea mi piace, considerando poi che per uno scialpinista alle prime armi come me tutto fa brodo per imparare. Il giorno precedente avevo “studiato” attentamente le mappe meteo ed ero arrivato alla conclusione che, nonostante di sole se ne sarebbe visto pochissimo, saremmo stati risparmiati per buona parte del tempo dalla pioggia. Sono perciò stupito nel vedere che in realtà a metà mattinata piove ancora e nemmeno poco, ma confido nel fatto che la pioggia non avrà vita lunga. E in effetti giunti al piazzale di Valtorta qualche timida schiarita annuncia la fine delle precipitazioni. Meglio così, di acqua in questi giorni ne abbiamo vista abbastanza, una tregua proprio oggi è più che gradita. Ci prepariamo di tutto punto, calziamo gli scarponi, prendiamo gli sci in mano, siamo pronti a mettere le pelli e… Ops! Scopriamo di avere fatto un bel casino! Per una serie tragicomica di misunderstanding abbiamo preso per gli sci di Susanna le pelli sbagliate, beffardamente di giusta ce n’è solo una, mentre l’altra scopriremo più tardi essere rimasta a casa… Fortunatamente un’entità superiore, probabilmente prevedendo ciò che sarebbe successo stamattina, ci ha suggerito di portare anche le pedule oggi, evitando così che la giornata si potesse trasformare in un flop totale. Ci incamminiamo perciò nel vero senso della parola, seguendo la stradina innevata che costeggia le piste con un umore non proprio ottimale, anche se piano piano salendo la delusione se ne andrà. La montagna e la compagnia sanno come curare questo genere di tristezza… Le piste oggi sono semideserte. E’ domenica, ma il tempo è troppo incerto perché il comprensorio possa richiamare tanta gente. Complice il mancato affollamento, i nuvoloni cumuliformi che corrono in cielo e la neve sempre più in formato granita, a queste quote si respira un’atmosfera dal sapore quasi primaverile, o quantomeno da passaggio di consegne tra inverno e primavera. Giungiamo così ai Piani di Bobbio, tutte le cime circostanti sono interamente incappucciate, nascoste dalla coltre nuvolosa. Questa zona, sebbene antropizzata, ha comunque il suo fascino, esaltato dai grandi spazi aperti. “Pascolando” su pendenze poco marcate per i Piani, a un certo punto, tra la nebbia che va e viene accarezzando la sua cima, notiamo uno scialpinista intento a risalire una delle due piste (oggi chiuse) che conducono alla vetta dello Zucco Orscellera. Ci mettiamo un attimo a decidere che seguiremo il suo esempio, allettati dall’idea che raggiungere una cima, qualunque essa sia, fa sempre piacere. Non abbiamo le ciaspole, ma è gia bello che abbiamo le pedule visto che sotto i piedi avremmo dovuto avere gli assi, cerchiamo perciò di seguire quanto più possibile le piste nell’avvicinamento per evitare di sprofondare, cosa che puntualmente avviene nei tratti non battuti. Mi viene da pensare che nelle condizioni in cui siamo equipaggiati oggi, se siamo lì e riusciamo a procedere nel complesso piuttosto agevolmente è proprio per via dell’opera dell’uomo, altrimenti la cosa si sarebbe trasformata in un mezzo calvario. C’è un prezzo da pagare però. Saliamo infatti in un clima surreale. Volgendo nella salita le spalle ai Piani, sembra di essere immersi in un mondo selvaggio, dominato dal bianco accecante della neve e dalle condizioni atmosferiche nebbiose e tratti anche nevose. Tutto bello, se non fosse che proprio dai Piani arriva un bombardamento fatto di Danza Kuduro, Tacata e truzzaggine assortita sparata ad altissimo volume. Dovevamo ancora provarla l’esperienza di conquistare una cima come fossimo in discoteca, ma se ne poteva tranquillamente fare a meno… A parte questo “dettaglio” raggiungiamo facilmente la vetta, nel nostro piccolo oggi possiamo essere contenti. Scendiamo per la stessa via di salita, ammirando lo Zuccone Campelli che fugacemente tra una breve schiarita e un’altra si mostra a noi, con i suoi canali ben carichi di neve e non così invitanti in quelle condizioni. Nella discesa ci viene un pizzico di rammarico nel constatare come le piste dell’Orscellera, battute e immacolate, invoglino a essere affrontate con gli sci. Oggi ci dobbiamo accontentare di trottare, ma va comunque bene così! Arriviamo dunque alla macchina, felici per avere salvato la giornata e averle dato un senso escursionistico dignitoso. Alla prossima…

Foto 1: Zuccone Campelli, Pesciola e Rifugio Lecco
Foto 2: In Vetta tra le nebbie
Foto 3: Un mare di bianco
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