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Punta Santa Maria mt.2546, 04/10/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | piccolo giò |
Regione | Lombardia |
Partenza | Località Dossi (Valbondione) (880m) |
Quota attacco | 2400 m |
Quota arrivo | 2546 m |
Dislivello | 150 m |
Difficoltà | PD / III ( II obbl. ) |
Esposizione | Sud-Ovest |
Rifugio di appoggio | +++++++++++++++++++++ |
Attrezzatura consigliata | n.d.a. |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Ottimo |
Commento |
Giusto un mese fa avevo letto del bel report del fortissimo Eugenio Madaschi con la sua salita al Simal passando dal Lago Avert, ecco la foto del Lago mi aveva fatto tornare indietro , nei ricordi, di una quindicina d’anni, quando percorsi + o - lo stesso itinerario ( noi eravamo scesi al Coca) e passando dal Lago Avert avevo visto a ovest quelle imponenti montagne, tra qui la Punta Santa Mariam promettendomi un giorno di andare a ‘curiosare’ da vicino. Così è stato, organizzo la gita facendo partecipe anche la mia amica Romina, e giovedì di buon mattino partiamo dalla Località Dossi. Saliamo nel bellissimo bosco in quella bellissima valle che è la Val Foga su sentiero ben segnato, questi sono i sentieri che non fanno male alle mie ginocchia, la salita è piacevole e così piano piano arriviamo prima al ‘pozzo piezometrico’ e subito dopo al limpido e minuscolo Lago Avert. Doverosa sosta per riposare un attimo, rifocillarci prima dello ‘sprint’ finale e nel contempo studiare la via di salita che ci eravamo prefissati. C’è da dire che la Punta vista dal Lago incute un certo timore, tra l’altro sono sopraggiunte delle nuvole che stanno coprendo proprio tutto quel gruppo di montagne, dopo l’uscita ad Diavolo pensavo di aver già pagato dazio alla nebbia, probabilmente non è bastato. Comunque partiamo fiduciosi e poi una volta sotto decideremo, intanto lasciato il Lago cominciamo un lungo traverso verso ovest superando delle vallette puntando dritti verso in canalone che scende a sx dalla vetta. Arriviamo all’imbocco del canale sassoso, cercando di scegliere il percorso meno disagevole muovendoci come equilibristi su questo ammasso di sassi appoggiati gli uni agli altri. Nel canale ci sono tre grossi blocchi di pietra che ostacolano un po’ la risalita, specialmente il secondo (enorme) lo si supera a dx arrampicando su discrete difficoltà (2+/3-) per una decina di metri, poi sopra si continua ancora per un’altra decina fino ad incrociarne un altro semi/erboso che gira netto a dx, lo si rimonta fino ad un colletto. Ora comincia la parte puramente alpinistica, cercando i punti migliori per salire, una bella arrampicata sempre in parete, salendo e traversando leggermente da sx a dx fino ad arrivare in cresta, e una volta lì mancano solo una trentina di metri su una affilata e rotta cresta sommitale. Purtroppo come dicevo all’inizio, la nebbia ci ha cinti d’assedio e non ci ha fatto godere delle bellezze intorno, ma le abbiamo comunque immaginate. Ora non ci resta che rientrare a ritroso per la stessa linea disarrampicando di nuovo fino al canalone, una discesa in stile bradipo su di un percorso per niente banale dove ‘sbagliare’ è assolutamente VIETATO!. La fortuna anche questa volta ci ha assistiti e rientrati faticosamente al Lago, ci siamo rilassati rifornendo di cibo e acqua il nostro corpicino ‘indebolito’ approfittando anche del meteo tornato sereno, allontanando così la tensione accumulata nella salita/discesa. Dopo un giusto riposo, rientriamo felici ripercorrendo il sentiero fatto alla mattina lasciandoci alle spalle una bella ‘avventura’ vissuta e condivisa attimo per attimo e che attimo per attimo rivivrò stasera coricandomi a letto come fosse un ‘dolce’ sonnifero. Buona notte. Partecipanti: giovanni (piccolo giò) Romina (Romy) Foto 1 – il pozzo piezometrico con a dx il Pizzo Castello Foto 2 – aerea cresta sommitale Foto 3 – la 'socia' felice in vetta |
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