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   Recastello-3 Confini-Gleno-Trobio, 26/08/2011
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Onicer  marcomoratti   
Gita  Recastello-3 Confini-Gleno-Trobio
Regione  Lombardia
Partenza  Valbondione  (970 m)
Quota arrivo  2886 m
Dislivello  1916 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  Curò
Attrezzatura consigliata  Da escursionismo. Per emergenza i ramponi, ma oramai si va su traccia di neve.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Bella cavalcata nelle Orobie.

Partito in solitaria da Valbondione alle 7, con buona temperatura causa temporale di poche ora prima, ho come obiettivo la classica tripletta Recastello, Tre Confini e Gleno. Al Curò 4 chiacchiere con Fabio il rifugista e poi via...

Il tempo è ballerino, parto in maglietta, prima del Recastello mi infilo la felpa che non mollo fino alla vetta. Su metto il k-way per schivare un po' del vento freddo e tagliente che gira. Lo tolgo in discesa, risalendo al Tre confini torno in maglietta. Ma in vetta rimetto i due strati, felpa e K-way che non mollerò fino al Curò. Il cielo era sempre più nero e il vento sempre più freddo e forte. Almeno non c'era la nebbia! Poi prenderò uno scroscio d'acqua forte, ma breve. E poi più nulla.

Ma torniamo alla salita:

Lungo il 321 su per la Val Cerviera, ma quanto bella non è sta valle? Il secondo pianoro, sopra le cascate dove c'è la svolta per i laghi e qualcosa a mio parere di magnifico. Va beh, dopo sta considerazione si continua lungo il sentiero, poi svolta a sinistra (N.B. fino a poco prima sui sassi si trova l'indicazione Recastello, qui dove invece sarebbe utile, per uno che non sa dove uscire dal sentiero, non c'è nulla il che è un po' scomodo, lo dico perché ho incontrato un paio di persone che mi han chiesto. Sarebbe bene mettere un segno più evidente). Su per la valle del Cornello Rosso seguendo fedelmente i numerosi bolli, fino al ripido ghiaione. Zig zag nei tornantini dell'ampia traccia e poi iniziano le roccette; pochi metri ed inizia il divertente canalino con la catena, mi piace un sacco! veloce risalita e si spunta in cresta. Tenendo bene la destra sul filo di cresta si arriva alla croce. Uno dei più bei balconi panoramici sulle Orobie del Barbellino. Si vedono un sacco delle nostre stupende cime! Pausa, foto e firma del libro di vetta. Poi quattro chiacchiere con i ragazzi di Villa d'Almé che erano in vetta, e che saluto (prima di noi è salito un signore addirittura del CAI Venezia, firmato il libro con tanto di gondola disegnata) e con altri due ragazzi che poi mi faranno compagnia fino al Tre Confini.

Discesa per la stessa via fino a poco dopo la fine del canalino attrezzato. Poi svolta nettamente a sinistra per immettersi in una traccia, che chiamare traccia è riduttivo, è un sentiero/autostrada. Veramente! E' gigantesca. Quindi la si segue dapprima piana in costa, poi un po' in discesa per evitare gli spuntoni ai piedi delle montagne, poi in salita fino al laghetto piccolo ma molto bello posto poco sotto la vetta del Tre Confini. Ultimo strappo, si arriva sulla facile crestina e da lì in 2 minuti in vetta. Scampanio di dovere! Foto di rito anche qui, poi io saluto i due amici (mi scuso, non mi sono neppure presentato). Loro scendono, io mi rifocillo un secondo e poi parto verso il Gleno.

Qui la traversata si fa più delicata. All'inizo, per un bel tratto c'è una traccia stratta ma molto evidente che parte in cresta ma poi si sposta sul lato destro (val di Scalve) e prosegue così fino ad un tratto molto molto molto aereo! Bellissimo, ma da farsi non con attenzione, di più! Superato si tiene ancora la destra restando sotto le bastionate rocciose (il filo di cresta è impossibile per me da salire). Qui ho avuto, personalmente, qualche difficoltà a trovare le tracce. Seguendo le indicazioni del libro di Agazzi ho proseguito sino ad un canalino roccioso, ma non so se fosse quello. L'ho risalito con le mani (I° grado a far bello, diciamo che più che la difficoltà c'era la roccia un po' marcia) fino a spuntare in un punto con un omino (piccolo ma evidentemente fatto da mano d'uomo, non potevano essere sassi lì naturalmente). Da lì un p' in avanti poi ancora su per un canalino fino a spuntare sotto la croce di vetta, dove le tracce sono evidentissime e in meno di 5 minuti sono su. Vista incomparabile. Rivedo la strada fatta, davanti a me le montagne. Nota dolente, e quasi commovente, sotto dove una volta c'era il ghiacciaio ora non c'è più nulla. Qualche lingua di ghiaccio vivo, e qualcuna di neve. Oramai il destino è segnato...

Foto di rito, recupero zuccheri e via, scendo per la normale. Fino all'intaglio tra Gleno e Glenino tutto ok. Volevo salire il Glenino, l' che mi chiamava, ma poi mi è venuta in mente una cosa. Quest'anno ho rinunciato al Trobio per il brutto tempo, e anche oggi non promette troppo bene. Ma fino ad allora reggeva, allora ho detto arrivederci al Glenino, sono sceso (tracce non evidenti, giù a occhio stando attento a eventuali pezzi con ghiaccio sotto la ghiaietta, ma ne ho visto solo uno e l'ho evitato) sino alla neve traversata normalmente senza ramponi, si pesta benissimo. Poi ho proseguito toccando 3 o 4 ometti e da lì mi sono tenuto alto in costa a destra. Così facendo ho raggiunto il canalone detritico, dicasi gerù, che scende dal colletto che separa Trobio da Costone. L'ho risalito non senza fatica stando quanto più possibile a destra, in modo da pestare un po' di roccette che alleviassero la sofferenza della salita nel ghiaione. Una volta al colletto svolta a destra e sul filo di cresta, a volte abbassandosi a destra (su una traccetta visibile) si arriva tranquillamente alla cima del Trobio. E, come da manuale, anche qui vista mozzafiato. Si ha un'immagine immediata del percorso appena fatto, poi lo sguardo spazia in là verso il Barbellino, il Coca, o indietro verso la Valtellina con il lago di Belviso.

Ora mi salta in mente un'altra cosa: fare pure il Costone, anche lui saltato qualche settimana fa causa nebbia, ma le nuvolacce nere e i tuoni che dal Coca rombano minacciosi mi sconsigliano. Così scendo, ma volendo abbreviare e non volendo scendere sino al colletto e poi fare il ghiaione per intero, dopo pochi metri di cresta scendo a sinistra lungo la costa. Sconsigliato, le roccette non sono il massimo e molto probabilmente c'ho messo molto di più di quanto non avrei impiegato se avessi percorso a ritroso la cresta di salità Va beh, ma questi off-road anche se non troppo sicuri mi divertono sempre. Scendo così in diagonale fino ad arrivare ancora più o meno a metà ghiaione, e da lì discesa tipo sci fino in fondo, ai bastioni rocciosi che danno direttamente sulla valle del Trobio. Qui incontro il papà del Fabio (rifugista), due chiacchiere ma poi è meglio ripartire, il cielo è sempre più nero, quindi giù a occhio fino a incrociare la via normale al Gleno, con sentiero evidente e bene segnato. Appena sono sulle rive del torrente si scatena il diluvio.. Acqua a non finire per 10 minuti, poi stop. Così intanto che scendo mi faccio pure una doccia.

La discesa continua lungo la normale, fino ad incrociare la mulattiera che porta al Curò. Una bella scodella di tè caldo, che non guasta mai, due chiacchiere ancora coi rifugisti e qualche persona che è lì per passare la notte poi giù a Valbondione. In un'ora sono alla macchina e poi a casa.

La sera le gambe sentivano la strada fatta, ma la soddisfazione era davvero gigantesca. Grazie Orobie! Alla prossima!

FOTO:

1) Dalla vetta del Recastello il Tre Confini a destra e Gleno a sinistra.

2) Dal Tre Confini, una bella inifilata di Cime. Da desta Gleno, Trobio, Costone e Strinato

3) Dalla vetta della Cima del Trobio vista sul bacino glaciale dell'omonima valle. A sinistra il Gleno con tutta la cresta che porta poi al Tre confini


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