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   Redorta, Parete Est, 19/08/2012
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Onicer  marcomoratti   
Regione  Lombardia
Partenza  Rifugio Coca (1892m)
Quota attacco  2108 m
Quota arrivo  3038 m
Dislivello  903 m
Difficoltà  PD- / III ( II obbl. )
Esposizione  Est
Rifugio di appoggio  Coca
Attrezzatura consigliata  Nulla
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Secondo giorno di vacanze orobiche, e dopo il Porola del giorno 18 scelgo come meta il Redorta, volendolo salire per la parete Est.

La via è segnata ottimamente da Ares88 ed evidenziata pure qui
http://www.on-ice.it/onice/viewtopic.php?t=11290&sid=cd041582f6f8501518c4d1a4bfbe7a80

Dal rifugio parto dopo colazione calmo per carburare bene verso il lago, e prendo per un tratto il 302 verso il Brunone, in modo da addolcire il primo pezzo di avvicinamento evitando i ghiaioni. Quando arrivo più o meno sotto'attacco esco dal sentiero tenendo la destra e mi porto sotto lo zoccolo basale della parete.

Un ultimo strappo mi porta all'altezza dalla lingua di neve residua che stazione all'imbocco del canale Valentina-Gully. Si può sia attaccare le rocce in basso, senza toccare la neve, io guadagno qualche metro sul ghiaione, e dove il nevaio è più stretto (occhio però che la superficie è piuttosto dura) lo passo e attacco così le roccette.

Avendo dimenticato a casa la foto con la via, vado a memoria, ma il primo pezzo di salita, fino a metà è semplice. Si sale su rocce tra il I e II grado, sempre piuttosto sane, fare attenzione più che altro ai detriti che si posano sopra ai gradoni rocciosi, più che alla roccia in sè. Si sale cercando la via migliore tra gradoni, balzelli erbosi, piccoli canali e diedrini semplici.

Arrivato circa a metà, forse poco oltre, della via sbaglio. Idealmente la salita si sposta verso sinistra per poi tornare in cima verso destra e sbucare sulle cima gemella di quella con la croce. Io, in ambiente, mi sentivo più a mio agio (anche se sapevo che dovevo andare a sinistra, stupido due volte forse) stando pressoché dritto o un poco a destra. In questo modo vado a "cavalcare" gli speroni rocciosi che stanno alla destra di un profondo canale (capirò solo poi essere il coluoir Fantasma). Risalgo le roccette fino al punto, per me, "chiave". Mi ritrovo su un balcone di rocce e mi si para davanti un'arrampicata tra II e III- su alcuni massi incastrati tra due roccioni scuri. I passi prevedono alcune spaccate, e poi un mini, ma proprio mini, movimento sull'ultimo roccione un poco strapiombante, ma con una tirata di braccia si è fuori. Oppure un più semplice a vista traverso a destra per aggirare il tutto, portarsi sul bordo del canale e poi risalire in cresta. Tento quest'ultima soluzione, ma appena muovo un passo, tutti i sassi sotto i miei piedi disposti su queste placche inclinate e lisce, partono anche a causa del fatto che la roccia è fradicia di acqua percolante. Faccio di corsa due passi indietro e torno sul terrazzino. In tempo per ascoltare le ultime rocce che scaricano nel canale.

Mi riprendo un attimo, e attacco i roccioni un poco più complessi ma saldi. Superatili la salita addolcisce e, seppur non su terreno ottimo, diventa semplice. Mi accorgo dunque di aver toppato in pieno la via originale perché sbuco sulla cresta della normale a una decina di metri dalla croce.

Fa nulla!!! Ho in saccoccia pure questa soddisfazione!
Abbraccio la croce, per sfogare la tensione e l'adrenalina. Poi arriva in vetta un'allegro terzetto. Sostiamo chiacchierando un po'. Io pensavo di scendere dalla via dello sperone basso che, oltre ad essere nuova, mi permette di risparmiare un po' di strada verso il Coca. Ma monta un nebbione assurdo...

Così in compagnia riscendo la normale lungo la vedretta (senza ramponi, con un po' di attenzione ora si fa, ammetto uno scivolone, ma subito arrestato, occhio però che a tratti può spuntare ghiaccio). Il caldo anche oggi (19 Agosto) è impressionante , dal basso sale aria calda!!!

Soste rinfrescanti sotto qualche cascatella, e poi giù fino a dove il sentiero si divide. I compari di avventura vanno al Brunone. Io a sinistra per il sentiero alto mi dirigo al Coca.
Lungo tragitto, circa 2 ore e mezza, ma mi piace sempre un sacco. Gli ambienti che si attraversano sono sempre magici, anche con quel poco di nebbia che sovente (come oggi) si può incontrare.

Al rifugio mi svacco sul muretto, e poi divoro una cena squisita godendomi poi un allegro dopo-cena in compagnia dei mitici rifugisti del Coca! Li ringrazio pure da qui!

FOTO:
1) La parete est del Redorta in prossimità del Lago di Coca. L'attacco della via è a destra della lingua di neve più a sinistra nella foto, in corrispondenza dell'attacco del canale Valentina-Gully

2) Nei meandri rocciosi del gigante orobico

3) In vetta, gli omini di pietre
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