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Moncucco , 21/02/2021 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Moncucco |
Regione | Lombardia |
Partenza | Mottaletta, fraz. di Campodolcino (SO) (1350 m) |
Quota arrivo | 2391 m |
Dislivello | 1070 m |
Difficoltà | MS |
Esposizione in salita | Sud-Est |
Esposizione in discesa | Sud-Est |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Marcia |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Mediocri |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | La voglia di una bella escursione scialpinistica, in un ambiente di alta montagna ma senza eccessive difficoltà ci porta oggi a Isola, frazione di Campodolcino, alla volta della panoramica e dolce vetta del Moncucco.
Commettiamo però un errore nel sottovalutare il rialzo termico degli ultimi giorni, che unito all’esposizione verso sud del percorso, ci porterà a trovare neve ben peggiore di quanto potessimo attenderci, complice anche il fatto di essere partiti non presto. Avviatici da Mottaletta, prendiamo la stradina ben innevata fin dalla partenza che conduce al borgo di Stabisotto. Tastando la neve fin dalla partenza, ci rendiamo conto che probabilmente la discesa non sarà affatto delle migliori. Oltrepassato Stabisotto, saliamo puntando più o meno direttamente i pendii soprastanti allo scopo di andare a raccordarci con la cresta finale. Salendo di quota, i nostri timori diventano realtà perché la neve non seguita a migliorare di qualità. Raggiunta la cresta finale, che pare più una pista, essendo esposta maggiormente a est presenta una neve di migliore qualità. Arrivati in vetta, cambiamo assetto e scendiamo su neve che sulla cresta è ancora di discreta qualità, ma non appena siamo svoltiamo sui pendii esposti a sud la cosa si fa tragica, dovendo sciare sulla polenta, a tal punto che su alcuni tratti ripidi siamo costretti a scendere a scaletta per salvare le gambe… Abbandoniamo perciò subito l’idea di continuare la discesa sui pendii e ci orientiamo alla ricerca della stradina che conduceva a Stabisotto e che continua più in alto, terminando in un piccolissimo borgo posto sotto la cresta. La stradina è piuttosto stretta e poco sciabile, ma ci permette di salvare almeno in parte la discesa e le gambe. Nella parte conclusiva, la strada diventa più larga e si riesce perciò a fare anche qualche curva. Terminiamo l’escursione un po’ affaticati e delusi, considerando che con altre condizioni questa discesa saprebbe certamente regalare soddisfazioni. L’errore è stato indubbiamente nostro, perché anticipando la partenza avremmo trovato condizioni probabilmente almeno discrete. Foto 1: scenario di salita Foto 2: in cima... Foto 3: e alle spalle il Ferrè |
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