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   Il Montù, 07/04/2019
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Onicer  mario-bi      
Gita  Il Montù
Regione  Lombardia
Partenza  Ponte all'acqua (via Priula)  (1240 m)
Quota arrivo  1858 m
Dislivello  618 m
Difficoltà  MSA
Esposizione in salita  Est
Esposizione in discesa  Est
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farina pesante
Altra neve  Marcia
Rischio valanghe  3 - Marcato
Condizioni  Accettabili
Valutazione itinerario  Buono
Commento
Una giornata in bianco e nero

Io ci credo fino all'ultimo, sino a che... dovrò ricredermi.
Saremmo lì per un paio di Nord e il “gruppo guerriero” era stato messo su con i ragazzi “che ci sono quando ci sono” e “che si divertono comunque vada”.
Le informative (ho l'uomo giusto in loco) né confermano né smentiscono la possibilità. Il meteo, dice e presume, da nuvoloso a variabile da mezza mattinata in poi, giusto il tempo per portarsi “sotto” e decidere. La webcam della Madonna della Neve filma “neve sui pini”. Quindi non manca nulla. Al Fabio “ci dico” che andiamo lì perché il Bosco di Ancogno (è la prima volta quest'anno) ci pretende e noi (Io e Ginevra), al canto del Bosco non sappiamo resistere. Arrivano le defezioni. Per troppa lontananza e per troppa assenza e perciò, con il tempo incerto, registro pigrizie ed incertezze.
Così, Io e Ginevra, restiamo soli.
Soli con le nostre capacità di essere uno dell'Altro, con l'Altro.
Il Bosco, tutti individui alti e ben piantati, pur in bianco e nero, ci accoglie come “gente di casa”. L'aria è bigia, grigia, prima spessa, poi umida. Protettiva per Ginevra; per me destabilizzante. Lei ci “va a spasso”, per me, pur esploratore, un (ottimo) esercizio spirituale. Lei mani fredde, io mani calde, normalmente, e un po' su tutto, diversi. Lei con la difficoltà di vivere, io con la vita che mi scoppia dentro. Lei, come il Greco (l'Oracolo di Delfi?) “che meglio sarebbe non essere nati o altrimenti meglio morire presto” io, che non mi basta una vita per migliorare me stesso e, possibilmente, il mondo. Soli, con i nostri labirinti, continuiamo a salire, lei per mettersi nuovamente alla prova e superarsi, io in cerca di speranze, di consapevolezze, ma le nebbie continuano a non lasciare campo e scampo. Non lontano dalla vetta ( grande montagna, grande calotta polare), esaltata dai vapori e dall'invisibilità, colgo Ginevra rincorrere come allora, al rientro del Pizzo di Val Carnera (itinerario n.86 della “Più Grande Avventura...), le sue montagne. Sola, elegante e parte della scena, qui ed ora, anche determinata. Ragiono sulle nostre solitudini (forse senza scampo) e ancora sul “si cammina insieme ma ci si salva da soli” e questi momenti, dove la mia casa è la sua casa, mi appaiono i più teneri, i più cari.
Giornata indimenticabile oggi al Montù, terreno di preziose e inimmaginabili esplorazioni, di grandi spazi, di infinito, di precipizi e di cecità. Ci ritorneremo.
In discesa riusciremo persino a contare trentasei curve, due terzi delle quali ben distribuite prima dell'Alpe Aga (m.1759) e lungo la statale. Il meglio e l'impossibile invece, ce lo prendiamo nei prati degli ultimi duecento metri, prima dell'asfalto. Diviso due.
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