|
Cima Verde, 27/12/2018 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | mario-bi |
Gita | Cima Verde |
Regione | Lombardia |
Partenza | Colere, piazz.le impianti risalita (1035 m) |
Quota arrivo | 2120 m |
Dislivello | 1310 m |
Difficoltà | BS |
Esposizione in salita | Est |
Esposizione in discesa | Est |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Variabile |
Altra neve | Variabile |
Rischio valanghe | 2 - Moderato |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | La vita è un sequel?
Chi ci conosce sa che pensiamo sempre in grande e quest'anno, la Cima Verde, salita in Primavera, ci aveva già messo, del suo. Basterebbe guardare le foto per capirlo. La più grande avventura... così come han voluto il Caso e gli Dei era passata da lì e per noi niente era più stato come prima. L'oggi è tutt'altro e la neve è quel che è, ma come tutti, siamo a cercare ciò che non c'è. Andiamo a “palponi” (tentoni) e stavolta, bontà sua (grazie !), è il Mante a trarci fortunosamente d'impaccio : con un report garantisce neve dal basso “sotto una Presolana che vale sempre doppio” e a noi, che la pensiamo esattamente come lui, non resta che, allertati i fedelissimi, organizzare la dipartita. Issate le vele, l'ambizioso progetto (perché se lì la neve viene, poi per un po' ci sta), prevede la salita all' Albani “sul vecchio sentiero dei ricordi inossidabili”, la Cima e poi, ovvio, in traversata (termine magico), la discesa garantita sulle piste. Alla partenza saremo in tre e dato che nessuno ama la pubblicità resteremo per tutta la gita nel più rigoroso anonimato. All'ultimo bivio utile per l' Albani sul sentiero non c'è che un filo di neve e quindi noi flessibili e rassegnati, tiriamo su diritti per quella che presto diventerà una vecchia pista, apprezzando l'inaspettata solitudine che, pur sovrastandoci, non ci dispiace e là, dove strutture post moderne ed industriali esaltano i panorami, entriamo soli e raminghi “nel deserto dei tartari... ops, nel deserto delle piste”. Più ci alziamo, più i panorami crescono con noi e il giorno ingigantisce. La luce è luce da luce e la solitudine, generata dalla stella che viaggiando con noi ci accompagna tra gli universi, è vera. Nessuno in giro che spinge; ce la prendiamo comoda e tra le dune scivoliamo ai piedi della Cima. Tenuti costantemente sott'occhio dalle onnipresenti pareti Nord della Regina ecco che salendo prende forma anche il suo famoso spigolo che, logica prosecuzione di quello che abbiamo sotto i piedi, imponente c'infiamma. Non capita di rado che per andare a Nord di qualcosa si debba viaggiare (o scendere) verso Sud e noi lo facciamo via costolone mirando allo spigolo, sino a che, trovato tra gli ontani il giusto spiraglio, scendiamo “in polvere” (parola d'ordine e magica) verso Est sino ai suoi piedi. Con i ragazzi non ci sono problemi: siamo della generazione “che basta star fuori e poi si fa ciò che si può” e così tutto succede come dovrebbe, come non avreste mai pensato, sino alla fine. Ora non resta che scendere il deserto delle piste. I sassi (pur sapendo che si tratta di un nostro discutibile punto di vista) sono inesistenti, e perciò, “costretti”, ci facciamo una sciatona del tutto occasionale ma fantasmagorica. Destinati a una vita senza fini e senza fine, siamo oltre il prequel, viviamo in un sequel dove tutti gli spin-off nelle loro varianti e riedizioni (reboot) sono previsti. Ormai l'ideologia social (che di social non ha nulla), quella che teorizza l'idea che tutto debba andare avanti così e per sempre, in un continuo scroll, ha stravinto, e a noi non resta che vivere, in fila, ordinati, ognuno al suo posto, omologati, felici e contenti. Così è anche se non vi pare...Evviva! foto1: strutture meccaniche post moderne foto2: la piccola piramide di Cima Verde foto3: camminando sulla cresta verso la Presolana |
Report visto | 2222 volte |
Immagini | |
Fotoreport | |