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Monte Ferrantino, 29/03/2015 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Monte Ferrantino |
Regione | Lombardia |
Partenza | Colere loc. Carbonera (BG) (1050 m) |
Quota arrivo | 2325 m |
Dislivello | 1280 m |
Difficoltà | MS+ |
Esposizione in salita | Est |
Esposizione in discesa | Est |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Discrete |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Dopo diverso tempo torniamo in quel della Val di Scalve, per affrontare quella che si prospetta essere una delle ultimissime uscite scialpinistiche Orobiche della stagione. Aiutati come sempre dai Report trovati qui su onice, per sapere a cosa andiamo incontro, puntiamo al Ferrantino, che è ancora fattibile per buona parte del percorso sci ai piedi. Le indicazioni lette erano in effetti corrette, nel senso che gli sci è possibile metterli dopo circa 200 metri di dislivello e di spallaggio. L'innevamento sulla pista (chiusa) da qui in avanti è discreto, ma torna a essere scarso alcuni metri sotto Polzone, dove è inevitabile qualche breve digressione sull'erba. In questo punto le chiazze andranno via via allargandosi nei prossimi giorni. Una volta giunti all'arrivo del primo troncone della seggiovia problemi in questo senso non ce ne sono più. Ci spostiamo a questo punto sulla destra per andare a infilarci nel buco nella rete di protezione a margine della pista per accedere al percorso dedicato agli scialpinisti. Passiamo dapprima attraverso un tratto di bosco, per poi immetterci su spazi più aperti, al cospetto di Coca, Redorta e Pizzo di Petto che quasi quasi ci chiama a sé. L'ora è però tarda, meglio perciò proseguire sul nostro più sicuro itinerario. L'ambiente è veramente suggestivo in questo tratto di salita, si transita su caratteristiche dune di neve, con sempre davanti la splendida Presolana e la severa parete del Monte Ferrante. Giunti a una sorta di bivio decidiamo di proseguire a margine della pista, piuttosto che continuare sul percorso che transita in una valletta sotto i ripidi pendii del Ferrante. Arriviamo così nei pressi della stazione della seggiovia a monte, svoltando decisamente a destra per andare ad affrontare l'ultimo tratto di salita. Un breve ma ripido pendio ci fa un pochino tribolare, dovendolo affrontare su neve smollata. La presenza di ampie chiazze d'erba e di un salto di diversi metri sulla destra ci obbligano infatti a essere prudenti. Superatolo, percorriamo pochi altri metri quasi in falsopiano e siamo al cospetto della breve cresta che conduce in vetta. Qui ci sono due possibilità: andare sulla destra e salire per ripido pendio, oppure affrontare direttamente la cresta. Noi optiamo per questa seconda scelta, lasciando però gli sci e proseguendo a piedi, vista l'inconsistenza della neve conseguenza dell'orario. A parte un brevissimo spezzone abbastanza esposto sulla Valzurio, la salita è agevole. Arriviamo così soddisfatti in vetta. Torniamo agli sci e ci prepariamo alla discesa. Il ripido pendio è un pochino ostico da affrontare in queste condizioni, quantomeno per me. Una grande chiazza d'erba proprio al centro non consente grandi spazi di manovra nello stretto corridoio creatosi. Ma non mi do per vinto e ne esco abbastanza velocemente. Viriamo ora verso lo Chalet dell'Aquila e dopo un meritato riposo riprendiamo la discesa sulle piste, con neve buona in alto e via via peggiore nella parte media. Dal Polzone in giù è sopravvivenza, anche se la discesa non è comunque così malaccio. Riusciamo ad arrivare dove avevamo calzato gli sci. Da qui in avanti, come in salita, è necessario lo spallaggio. Chiudiamo così l'escursione, felici e soddisfatti.
Foto 1: ancora tanta neve in alto Foto 2: si svolta a destra per affrontare l'ultimo tratto Foto 3: in vetta |
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