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Traversata Palon de la Mare - Vioz, 04/07/2010 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | berz |
Regione | Lombardia |
Partenza | Santa Caterina Valfurva (1800 m) |
Quota attacco | 2550 m |
Quota arrivo | 3709 m |
Dislivello della via | 1450 m |
Difficoltà | F ( pendenza 30° / I in roccia ) |
Esposizione in salita | Varia |
Rifugio di appoggio | Rifugio C. Branca |
Attrezzatura consigliata | Normale da ghiacciaio + qualche fettuccia/cordino e/o qualche dado per eventuale sicurezza lungo la cresta S del Palon |
Itinerari collegati | nessuno |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Buone |
Valutazione itinerario | Buono |
Commento | Appuntamento con la gita CAI sezionale, ben organizzata dagli amici Bruno e Ermanno.
Superata in qualche modo la lunga trasferta fino a S. Caterina, indossiamo scarpette o scarponi (a seconda dello stile...) e risaliamo verso il rif. Branca. I ca. 600 m. di dislivello vengono affrontati in un paio d'ore prendendocela mooolto comoda. La sera onoriamo (qualcuno anche troppo...) una volta di più l'ottima cucina del rifugio, affollato ma accogliente. Qualche chiacchera davanti ad un Braulio, poi a nanna. Domenica mattina, ore 4.00, sveglia e colazione: tanti piccoli zombi si accingono a partire. Risaliamo verso S i resti della morena orientale del ghiacciaio dei forni, per poi piegare decisamente in direzione E, nel bacino del Palon. Di fronte a noi, la grande seraccata del versante N del Vioz incute rispetto ed ammirazione. Giunti sul ghiacciaio sfruttando le ultime lingue di neve, ci si lega in cordata, procedendo prima verso E, poi a S per andare a prendere la dorsale che in breve conduce in vetta (alle 9). Panorama stupendo a 360°, in particolare sul Gran Zebrù a N e tutto il bacino dei Forni. Vicinissimo il Vioz ci sta già aspettando, dalla NO sbuca anche una cordata.. Scendiamo ora lungo la cresta S, dapprima nevosa e facile, poi con qualche passaggio su roccia non difficile ma delicato (rocce instabili): la progressione in conserva richiede attenzione e qualche rinvio aiuta... Con prudezza (siamo pur sempre una gita sezionale...) raggiungiamo la forcella (ca. 1 ora) e da qui nuovamente si risale l'ampia gobba nevosa che conduce sulla vetta del Vioz, affollata da quanti sono saliti da Pejo. Finalmente in vetta (le 11 e mezza), ci si può sciogliere dal vincolo della corda e si raggiunge il rifugio Mantova, dove un piatto di pasta fornisce l'energia per l'ultimo impegno: la lunga discesa fino a Pejo... Grande ambiente, condizioni ancora molto buone (ghiacciai praticamente chiusi, solo qualche grande crepaccio inizia ad aprirsi sulla dorsale N del Palon), importante il "timing" per evitare di calpestare neve troppo molle.. La cresta S del Palon è il punto chiave di questa traversata: non è difficile ma - come detto - ha qualche breve passaggio un pò delicato ed esposto. Foto 1: salendo lungo la morena... Foto 2: la cresta S del Palon Foto 3: Vioz |
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