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   Corno dei Tre Signori - Canale nord ovest, 06/06/2010
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Onicer  k2   
Regione  Lombardia
Partenza  Passo Gavia  (2570 m)
Quota attacco  3000 m
Quota arrivo  3350 m
Dislivello della via  765 m
Difficoltà  D- ( pendenza 60° / III in roccia )
Esposizione in salita Nord-Ovest
Rifugio di appoggio  Rif. Berni
Attrezzatura consigliata  normale da alpinismo più chiodi, cordini e friends per eventuali calate sulla normale al ritorno
Itinerari collegati  nessuno
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento Traccia: http://www.everytrail.com/view_trip.php?trip_id=655027&code=d6a18a73f496490b46c2a7325f10b858

Salendo i tornanti che portano al passo Gavia, mi sono chiesto come abbiano fatto i pazzi del Giro d'Italia a fare quella stessa strada ma in discesa e su due ruote strette come pizze ... mi sono immaginato il freddo tra le pareti di neve, la difficoltà a gestire velocità e controllo, il sibilo delle gomme sull’asfalto... il contorno di gente e bandiere... deve essere stata una grande emozione.
Questo pippone solo per introdurre la destinazione della nostra gitarella dello scorso weekend: Passo Gavia, più precisamente il Corno dei tre Signori - canale nord ovest.
Le radici del perchè sia stata scelta questa salita, risalgono a circa un anno fa quando, armati di sturm und drang e guidati dal nostro capitano Roberto, ci recammo nel medesimo sito per salire il medesimo canale .... peccato che nessuno avvisò la neve del fatto che ci sarebbe dovuta essere. Alla vista di ciò che restava delle nostre illusioni, le mandibole (ma non solo) di tutti, ma soprattutto quelle del capitano (che già si immaginava una presa per il culo lunga un anno) toccarono istantaneamente terra e li rimasero, bene in vista, dato che non c'era neve in cui potessero sprofondare.

Per risollevarsi da tale onta, e per togliersi dalle balle noi e i nostri sfottò, Roberto ha deciso di ritentarci quest'anno.... gli è andata bene: canale salito e presa per il culo terminata (adesso ci toccherà inventarci qualcosa d'altro).

L'impatto visivo con il canale, giunti in prossimità del rifugio Berni, mi ha fatto salire un puzzle di sensazioni fatte con gli stessi ingredienti che si sono mischiati davanti alla nord del Pasquale: un pelo di cagotto, due grammi di reverenza e cento chili di voglia di averlo tutto sotto i piedi ....

Queste sensazioni, che si verificano soprattutto quando dal rifugio si possono vedere buona parte della salita e la vetta, sono perdurate fino a che il sole è andato a riposarsi e la prospettiva di una cotoletta ha distratto buona parte del cervello. In effetti, ripensandoci, è veramente così ..... la salita del Pasquale, quella del Castore, il Gran Zebrù (da fare), l'Ortles questa e, immagino, quella della nord del Gran Paradiso (per ora vista solo di passaggio ma prima o poi...) mi provocano sensazioni diverse da quelle vissute nell'attesa di altre salite, indipendentemente dall'impegno, ma delle quali non vedo nulla se non le cartoline in rifugio.

Dopo esserci dedicati l'ottima e abbondante cena in rifugio, e dopo aver fatto quattro passi nella vana speranza che ciò potesse essere un efficace rito propiziatorio per trascorrere una notte quasi serena, ci siamo coricati vicino al nostro imbrago carico carico di.... speranza di rigelo notturno.

Siccome i sogni son desideri e chi vive sperando muore c... do, al mattino i bagni erano tutti occupati visto che nessun rigelo notturno era stato a farci visita.

Fatta la colazione, e preparato tutto quanto, abbiamo "imbracciato" ai piedi le ciaspole e, sprofondin sprofondino, intorno alle 5, ci siamo incamminati lungo il pendio che da lì a un'ora e quindici ci avrebbe portato all'attacco del canale.

Giunti in loco, abbiamo avuto l'ennesima conferma del fatto che, da lontano, le montagne sembrano sempre più ripide .... In realtà, questo canale è gradato D- con pendenza massima intorno ai 60° (nella parte finale, quella più delicata) ... il III° grado di roccia per arrivare in vetta non l'abbiamo verificato poichè, usciti dal canale alle 9, il sole stava già sciogliendo tutto e una discesa in ora tarda avrebbe complicato non poco le cose sia per la qualità della neve che per le scariche di sassi (che, comunque, ci sono state lo stesso e Roberto ne sa qualcosa... ma è andata bene.).

La salita nel canale è divertente e scorre bene. Solo l'uscita ha costretto il boss a piantare un chiodo e piazzare un friend (grazie a Fra) per fare un tiro e uscire in sicurezza dalle rocce e dal vetrato. Evitata la vetta, e dopo un breve tratto di roccette messe lì per incastrare le corde, abbiamo cominciato subito le calate per velocizzare la discesa. Con quattro calate in totale (più che calate, si è trattato di accompagnamenti veloci a valle) e un breve traversino ci siamo trovati al riparo da possibili scariche.

A quel punto, dopo un altro tratto percorso disarrampicando faccia a monte sulla neve, ci siamo ritrovati a camminare per giungere alla strada e, da lì, al rifugio.

... ma rimaneva un problemino.... e le ciaspole lasciate all'attacco????

L'idea iniziale di tornare tutti lì a prenderle è stata bocciata da Roberto... troppi rischi e troppo tempo da perdere. Lui e Fra si sono sacrificati e, passando un traversino poco invitante, con una risalita ed un'altra calata, hanno recuperato tutto. Bravi e grazie.

Chi volesse percorrere il canale, si trova tutto tracciato e scalinato (trova anche un chiodo).... occhio alla discesa, a parer mio più rischiosa della salita.

alla prossima

foto1: la via di salita
foto2: Gran Zebrù, Monte Zebrù e Ortles
foto3: nel canale
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