|
Tsaplana, 26/11/2017 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | Pierpaolo |
Gita | Tsaplana |
Regione | Valle d'Aosta |
Partenza | Gimillan, fraz. di Cogne (AO) (1810 m) |
Quota arrivo | 2659 m |
Dislivello | 930 m |
Difficoltà | EE |
Rifugio di appoggio | Nessuno |
Attrezzatura consigliata | N.d.e + ramponi |
Itinerari collegati | nessuno |
Condizioni | Discrete |
Valutazione itinerario | Discreto |
Commento | Oggi in Valle d’Aosta si preannuncia una giornata serena, ma fredda e ventosa. L’idea è quella di salire su una cima panoramica, evitando al contempo di dovere battere troppo i denti. Complice l'altezza e la ripidezza delle numerose montagne che si ergono in questa regione, diventa abbastanza complicato trovare una vetta che sia contemporaneamente molto panoramica e si mantenga a bassa quota. Così, è quasi inevitabile sforare certe quote per riuscire a raggiungere i nostri intenti. Nella scelta ci preoccupiamo soprattutto di trovare un percorso esposto prevalentemente ai quadranti meridionali, e alla fine ci orientiamo per la Tsaplana, una vetta secondaria che funge da anticima del Monte Arpisson, nel territorio di Cogne.
La partenza dell’itinerario si trova a Gimillan, un grazioso e soleggiato borgo posto appena sopra Cogne. Prendiamo un sentiero che sale inizialmente ripido attraverso un bosco di larici, diventando poi più tranquillo man mano che si procede. Continuiamo a zig zag sempre nella vegetazione, fino a quando tende a diventare prima più rada e poi a sparire. Lungo il sentiero è presente un sottile strato di neve a tratti un po’ ghiacciato, ma che non complica la salita. Proseguiamo in spazi aperti, investiti a tratti da alcune fastidiose raffiche di vento. La nostra meta è sempre più vicina sopra di noi, ma per raggiungerla è necessario effettuare un breve traverso e salire attraverso un pendio moderatamente ripido che complice l’esposizione meno meridionale, è coperto da uno strato di neve uniforme. Per sicurezza calziamo i ramponi, in modo da proseguire senza prendere rischi. In modo agevole superiamo il pendio e ci portiamo nei pressi di alcuni paravalanghe. Da qui, nel giro di qualche minuto raggiungiamo facilmente la vetta, su cui è posta una Madonnina. Il vento spira a tratti teso e il freddo si fa sentire, considerando la temperatura ampiamente sottozero. Dopo una sosta contemplativa, giriamo i tacchi iniziamo la discesa, che si svolge per il percorso di andata. Non ci sono difficoltà di sorta, se non sul pendio ripido innevato e sui tratti un po’ ghiacciati del sentiero, dove bisogna stare attenti. Chiudiamo così questa escursione meritevole, resa più selvaggia dalle condizioni climatiche fredde e ventose e dalla necessità di dovere utilizzare i ramponi. Foto 1: lungo il sentiero, a metà percorso circa Foto 2: sul ripido pendio innevato Foto 3: in fuga dal vento della cima |
Report visto | 2284 volte |
Immagini | |
Fotoreport | |