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   Corno di Barbione da Corteno Golgi, 19/01/2013
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Onicer  mario-bi      
Gita  Corno di Barbione da Corteno Golgi
Regione  Lombardia
Partenza  Corteno Golgi santella vicino parcheggio  (935 m)
Quota arrivo  2445 m
Dislivello  1510 m
Difficoltà  MS
Esposizione in salita  Varia
Esposizione in discesa  Varia
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Farinosa
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Buono
Commento La parola chiave, come una frase in un libro o in un articolo, che da sola dà significato al lavoro e lo vale, è: bosco. Qui poi e ad onor del vero, vi si aggiunge un Barbione e , non senza esagerazione, l'incantesimo vola. La sento emotivamente evocativa, tant'è che, senza sapere cosa mi aspetti, a lui mi affido.
Andiamo là se c'è neve, aggiunge, sarà un viaggio che per un po' non dimenticherai. La malga omonima già mi aveva preso il cuore e un luogo nei ricordi un qualche tempo fa, quindi, il vento è a favore, m'imbarco. Sbrigate le formalità dei prati, che da Corteno inanellati a dovere salgono fin lassù, cosa che lui fa con l'aria di chi non si perderebbe neanche in un labirinto,le prime luci incendiano l'ingresso ai prati alti che si confermano più che l'ira, un dono di Dio. Questo è il Paradiso, dice lui, dopo aver piantato il campo e aver preso posto in prima fila. Se mai, io di rimando, E' che al sesto giorno, stanco morto, si è fermato un giro e riposandoci su, deve aver detto, Lo chiamerò Paradiso e nel caso peccassero, la maledizione sarà quella di non vederlo. In un attimo e per un attimo riesco ad abbracciare il panorama, lo faccio con le mani e il mondo e le mura della Val Brandet, si aprono. Non sono solo, Sandro condivide con me questo spettacolo, questa grandezza, quest'aria e questa luce, questo mondo fisico e infinito, che ancora permette, scoprendosi in tanta evidenza, contemplazione e immaginazioni. Le parole che usiamo, pur poche, rivelano una gratitudine profonda verso la natura e la vita, gocce di rugiada che rompono il silenzio appeso al canto di uno stormo di colonizzatori, che qui, pur infinitamente piccoli rispetto al grande, insegnano e vivono. Nel mondo, dopo la malga, entriamo in punta di piedi con la delicatezza di chi sa di esservi ospite privilegiato. La linea di salita la tracciamo senza sbavature, pensiamo che la nostra invadenza debba essere minima, per non turbare, per non rovinare. La vetta non distante dalla Porta, qualche centinaio di mt. a Nord e sulla stessa dorsale, la calpestiamo poco dopo e i sentimenti sono di tranquillità e gioia. Anche stavolta non resta che scendere. Al bosco vi rinunciamo perchè sotto, la neve è troppo poca e qui sopra, troppo tanta. Forse ritorneremo, un tempo forse vi sarà. Mentre scendiamo tra prati e mulattiere, il tempo invidioso ci sfugge e a noi non resta che vivere l'oggi, il presente. Al solito ci prendiamo il possibile, sino a quando, messi a terra dai sassi, camminiamo verso il coche. Come a dire che si riparte e che il viaggio continua. Eccome se continua.
Gita del 18-01-2013
Foto 1: Le prime luci
Foto 2: Malga Barbione
Foto 3 Verso la cima
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