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   Monte Pelmo - cengia Grohmann, vetta, cengia di Ball , 19/08/2016
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Gita  Monte Pelmo - cengia Grohmann, vetta, cengia di Ball
Regione  Veneto
Partenza  Palafavera  (1514 m)
Quota arrivo  3168 m
Dislivello  1654 m
Difficoltà  EE
Rifugio di appoggio  Venezia
Attrezzatura consigliata  Dotazione minima di arrampicata per proteggersi sulla cengia di Ball. La cengia Grohmann è improteggibile.
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Buone
Valutazione itinerario  Eccezionale
Commento Quando mi arriva l'invito di Franz ad inizio settimana lo colgo al balzo e con entusiasmo, ricordo ancora le emozioni e l’adrenalina della lunga cavalcata sul Tribulaun dell’agosto 2015.
Decisione definitiva giovedì mattina visto il meteo un po’ incerto, zaino e dopo pranzo partenza per ritrovo a Verona.
Durante il viaggio e la cena, guardiamo un po’ di relazioni e foto, a Franz stuzzica parecchio fare la più impegnativa cengia Grohmann, salita nel 1863 per la prima volta dall’alpinista Paul Grohmann, in solitaria e fucile in spalla. Ha un’esposizione molto accentuata ed è assolutamente improteggibile! Mi lascio impressionare un po’ da alcune relazioni, ma accetto l’idea. Dovrò essere parecchio concentrata.
Durante la notte piove e grandina, per fortuna che abbiamo trovato una bella tettoia a protezione della nostra tendina la sveglia è alle 3.00 perché da qui comunque è lunghetto l’avvicinamento (per eventuali ripetizioni suggerirei partenza dal paesino di Coi, per chi non volesse partire direttamente dal rifugio Venezia).
Mi viene un pensiero, “ci sarà mica stato qualche smottamento lassù causa pioggia ?” Decidiamo di andare, l’alpinismo è anche esplorazione, vedremo cammin facendo, magari come piano B la vetta del Pelmetto?.
Dopo un ripido e scivoloso sentiero nel bosco, agevolato in molti punti da passerelle sopraelevate in legno, giungiamo al bivio tra i sentieri 472 e 474 che provengono, oltre che da Palafavera, anche da Coi, da Forc. Staulanza e dal rif. Venezia, dove un po’ nascosto, prima di un ruscello, parte una traccia di sentiero che attraversa tutta la fascia di mughi alla base dell’imponente montagna.
Quindi il gran canalone ghiaioso che separa il Pelmo dal Pelmetto, che culmina nella forcella della Fessura, segnato da ometti. Ci teniamo sulla destra del canalone e per non risalire tutto su ghiaione, arrampichiamo con passaggi di I e II sulle rocce laterali. Un nevaietto ci fa anche divertire con il passaggio tra la roccia ed il nevaio stesso e l’uscita in arrampicata di II un po’ scivoloso.
Poco sopra inizia la cengia. Sono un po’ tesa, sarà questione di prospettive e di traccia inesistente, ma mi vien da ridere a vedere l’esposizione ed il terreno dove andremo a camminare, nessuno in giro, saremo soli fino alla fine delle cenge, ci sarà un motivo? Parto.
L’ambiente è oltremodo spettacolare, grandioso, le pareti immense e verticali sopra e sotto di noi e l’esposizione estrema ti fanno sentire come un puntino nello spazio. Le emozioni sono fortissime, procedo ad ogni passo concentrata, se mi volto indietro e guardo avanti mi sembra sovrumano poter passare di lì, solo quando ci sono con i piedi sopra mi rendo conto che è possibile, anche se richiede molta attenzione. Un piede in fallo o una distrazione non sono consentite.
Sopravvivo alla cengia Grohmann. A dispetto delle previsioni meteo che davano bello si sono alzate nebbie e qualche nuvola, arriviamo all’incrocio tra la Grohmann e la normale (cengia di Ball) nella nebbia. Ma confidando nell’ormai noto “culo franziano” ci incamminiamo per ghiaioni e passaggi di roccia di I e II verso la croce di vetta. Ed infatti ecco che una finestra di azzurro si apre nelle nuvole sopra di noi, spunta il sole ed ogni tanto ci permette di vedere le pareti strapiombanti che abbiamo intorno o sotto di noi, oltre al maestoso ambiente che ci circonda.
Prima della vetta un ampio altipiano con grandi massi misti a ghiaia, qualche nevaio, piccole pozze d’acqua con residui di ghiaccio, tanti ingressi di grotte sotterranee alcune attrezzate per la discesa, balze rocciose da arrampicare. Sulla cresta finale prima di giungere alla croce, un paio di passaggi delicati e di arrampicata esposti, pare ci fosse anche un cordone qui una volta, ma il più esperto di un gruppo di persone che incontriamo verso la vetta, che conosce molto bene la via, mi dice che ci sono con ogni evidenza stati dei crolli ed è diventato un po’ più difficile il passaggio, soprattutto disarrampicando in discesa. Bene, foto di rito in vetta, si scende
Per il ritorno, facciamo la più facile cengia di Ball, così da chiudere l'anello.
Bhe, a posteriori, mica tanto normale questa normale! E’ vero che in un paio di passaggi “in spaccata sul vuoto” sono state aggiunte delle corde fisse, che qua e là esiste ancora qualche vecchio chiodo di ferro e sono stati aggiunti degli spit nuovi (anche un paio di anelli di calata!), che in generale ci si sente “psicologicamente” più sicuri se si procede in conserva con la corda, ma di fatto non è tanto meno esposta dell’altra, è molto più lunga e noi l’abbiamo trovata bagnata e quindi potenzialmente più scivolosa in molti punti. Non direi che è proprio da definire un percorso per “escursionisti esperti” EE, forse ci starebbe anche una "A". Fatta in discesa poi, non sono molto evidenti i passaggi in uscita dall’attacco, da fare in disarrampicata.
Fatte entrambi le cenge, ci troviamo a passare al rifugio Venezia, sull’ultimo tratto di discesa del sentiero ghiaioso evidentemente franato. La rifugista ci confermerà i miei timori mattutini, nella notte la pioggia e la grandine hanno provocato un importante smottamento che hanno reso necessario l’intervento per verifiche del soccorso alpino speleologico veneto, anche in elicottero, e la chiusura del sentiero per forc. Val D’Arcia e per il rifugio Venezia.
Il nostro giro è stato perfetto nonostante il lungo rientro alla macchina, molto suggestivo, quasi 2000m di dislivello in salita e discesa e non ho idea dello sviluppo, in un ambiente grandioso!
Grazie Franz per la proposta! Spero ce ne saranno presto altre, magari anche su terreno più stabile o sul ghiaccio! ;) ;)

Foto 1) Canalone principale e forcella della Fessura, tra il Pelmetto ed il Pelmo.
Foto 2) Cengia Grohmann.
Foto 3) Cengia di Ball (normale).
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