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   Cima Piazzotti m.2349 (traversata), 23/12/2012
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Onicer  mario-bi      
Gita  Cima Piazzotti m.2349 (traversata)
Regione  Lombardia
Partenza  Tornante del scioc prima Piani dell'Avaro  (1514 m)
Quota arrivo  2349 m
Dislivello  890 m
Difficoltà  BS
Esposizione in salita  Sud-Est
Esposizione in discesa  Est
Itinerari collegati  nessuno
Neve prevalente  Farinosa
Altra neve  Farina pesante
Rischio valanghe  1 - Debole
Condizioni  Discrete
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento
A casa stimiamo che 30 o 40 di fresca su manto duro oggi e a Sud , ci potrebbero anche stare e che per ciò e che per questa valle sia il giorno giusto anche se lei, pur senza volerlo, ci ha sempre mosso sentimenti di riguardo e reverenza. Non la conosciamo e le informazioni che abbiamo sono quel che sono. L'uscita,oggi, potrebbe essere sbarrata da grandi muraglie o dagli orchi del freddo e del gelo e ciò non muterebbe di un centimetro la nostra determinazione. Il meteo poi,come noi impreciso e approssimativo,nulla aggiunge alle solite domande,quindi e come al solito andiamo poi la neve,se vorrà,ci dirà. Alla partenza scrocchia e le lacrime di queste conifere sono lì a spiegarlo poi più in là, usciti dal bosco e sui pascoli di Casera Valletto ve n'è di più ma la crosta qui è cartone e annuncia,per i testardi ci sta un forse, qualche sorpresa. Dopo il semicerchio ancora bosco e sul fondo di un ameno vialetto, altre lacrime, un cartello in legno indica la salita. Sale anche lei che continua ad aumentare senza smettere di cantare sino a quando i pascoli di Baita Pastrengo ci tolgono ogni illusione. La conca alta è stravolta, sconvolta e con qualche esagerazione,tormentata da innumerevoli slavine e noi,stavolta tre, la varchiamo con le dovute cautele, stupendo il Torrione di S.Giacomo, in fila indiana o a formichina ma distanti l'uno dall'altro. Tornare, si pensa ma neanche se ne parla e poi, sopra il canalone di uscita è venuto giù tutto, così, tranquilli, lo saliamo, lo varchiamo e lo abbandoniamo per la pala e la Piazzotti che sta lì sopra. Straordinaria la vista da quassù ed anche oggi il silenzio e la solitudine si sentono. Poi le prime curve, non scontate, nel canalone a Nord del Torrione, ci rimandano sicurezze e gioia e noi, ora distesi, lo infiliamo veloci e con mille serpentine,senza freni. La baita del Piano,quella che non c'è o non si vede, ci accoglie euforici e noi la salutiamo,pura speculazione letteraria,tornando tra sprofondi ed altri tedi che vi con doniamo, sui nostri passi. Tutto qui ? Di certo no. Resta un se ed ora lo raccontiamo. Se decidessimo per esempio di rivedere la giornata dei tre come se le immagini fossero in moviola e loro figurine a ritroso che ripartono ma guardando la scena dall'alto ma molto dall'alto e immaginando di poterlo fare,li vedremmo come natura vorrebbe, formichine tra le formichine, piccolissimi e parte di un insieme, panorama e paesaggio essi stessi, ininfluenti nello svolgersi del giorno e lì, come il caso vuole o pretende,per caso. Anzi e oggi, lì o un po' più in là o da un'altra parte, sarebbe la stessa cosa. Ricordare ciò ogni tanto fa bene, induce a pensare alla precarietà e all'inconsistenza, alle nostre piccolezze e alla fugacità, alle presunzioni e alla realtà, in una parola aiuta a tenere i piedi per terra. Sotto di noi questo pianeta starebbe girando ad una velocità pazzesca e lo vedremmo fermo (?) e ancora incoscienti forse pulviscolo blu. Immensità e grandezza continuerebbero a dirci dove siamo ma non chi siamo né dove andiamo. Così le nostre fatiche, pur valendo moltissimo per noi, nulla aggiungono alla nostra insignificanza e alla stessa del pianeta nel suo contesto. Pare che sia stata una meteora a porre fine all'era dei dinosauri, per noi, potrebbe bastare molto meno, anzi, stiamo facendo tutto da soli, non servono catastrofi più o meno immaginabili, per la fine del mondo, di questo pur meraviglioso mondo, bastiamo noi. Le chiamano solo inversioni termiche, niente di nuovo, ma anche il loro avvicendarsi continuo e repentino ci segnala che di fatto, noi qui ed ora, stiamo diventando una zona tropicale. Il pianeta ci dice, e oggi lo urlava, che così tanti e inquinanti non ci può sopportare, che stiamo andando verso una catastrofe. E noi, che non andiamo più in là del presente e che per le generazioni future spendiamo irresponsabilmente solo inutili parole, continuiamo a ballare. L'orchestra suona, la festa continua. Fino a quando?
Itinerario del 16 dicembre.
Foto 1: il Valletto da Casera Valletto
Foto 2: il canalone di salita
Foto 3: il canalone di discesa
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