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   Pizzo di Gino, 15/05/2016
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Onicer  Pierpaolo   
Gita  Pizzo di Gino
Regione  Lombardia
Partenza  Pineta sopra San Nazzaro Val Cavargna (CO)  (1285 m)
Quota arrivo  2245 m
Dislivello  1000 m
Difficoltà  E
Rifugio di appoggio  Rifugio Croce di Campo
Attrezzatura consigliata  Normale da escursionismo
Itinerari collegati  nessuno
Condizioni  Ottime
Valutazione itinerario  Buono
Commento Complice il disgelo e le mappe meteorologiche che mostrano chiaramente come su quella zona il tempo sarà ottimo per tutta la giornata grazie alle correnti favoniche, oggi andiamo per la prima volta in Val Cavargna per salire sul Pizzo di Gino ed eventualmente tentare la traversata in cresta di collegamento alla Cima Pianchette.
Parcheggiata l’auto in uno slargo sulla ripida strada nella pineta sopra l’abitato di San Nazzaro, ci incamminiamo seguendo sempre la strada che inizialmente è ancora asfaltata, per diventare poi sterrata poco più su. Il percorso è diretto al Rifugio Croce di Campo, ma ci passiamo solo vicino perché preferiamo puntare più direttamente la nostra meta che si staglia imponente davanti a noi. Complice il vento, le temperature contenute e le pendenze mai eccessive lungo la prima parte dell’itinerario, riusciamo a salire pimpanti e velocemente. Ci concediamo una breve sosta solo all’assolato Alpe Piazza Vacchera, per poi riprendere il cammino in ambiente più aspro e selvaggio.
Per arrivare alla cresta sud ovest di salita alla cima, prendiamo un sentiero che correndo abbastanza alto, transita a mezzacosta sotto i canali che scendono ripidi dalla montagna.
Giunti sulla cresta, sterziamo decisamente a destra salendo su pendenze ora piuttosto sostenute. Guadagnando quota il vento si fa insistente, diventando a tratti fastidioso. Man mano che la cima si avvicina le cresta tende sempre più a restringersi, sebbene mai affilata. Solo nell’ultimo tratto qualche passaggio tra le rocce richiede un po’ di cautela, ma senza troppi problemi arriviamo a toccare la croce di vetta.
Ora la nostra attenzione è catturata dalla cresta, più impegnativa, che collega la Cima Pianchette. Nonostante per sicurezza avessimo i ramponi nello zaino, constatiamo che siano superflui perché il pendio immediatamente dietro la vetta che collega la suddetta cresta è sgombro di neve. Ad ogni modo, non ce la sentiamo comunque di affrontarlo perché è molto ripido e fin troppo erboso. Terminando inoltre sul vuoto, fa una certa impressione. Molto probabilmente è meglio affrontarlo in salita che in discesa. Dopo qualche tentennamento decidiamo dunque di rinunciare all’idea e di rimandare i propositi al futuro, compiendo il giro all’inverso.
Riprendiamo il cammino a ritroso, cercando lungo il percorso qualche alternativa per non ripetere esattamente il medesimo itinerario dell’andata. Passando anche nei pressi di alcune trincee della guerra, ci dirigiamo stavolta al Rifugio Croce di Campo dove sostiamo qualche istante, prima di riprendere la marcia sempre con qualche divagazione, investiti da folate di vento impetuose.
Chiudiamo così un’escursione, fatta di grandi spazi aperti, che ci ha decisamente appagati. Avremo buoni motivi per tornare nuovamente a calcare questi sentieri.

Foto 1: ultimo tratto prima della vetta
Foto 2: in cima
Foto 3: il Pizzo di Gino sulla strada del ritorno
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