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Punta San Matteo cresta Sud-Ovest, 02/06/2012 | Tweet | Inserisci report |
Onicer | mario-bi |
Gita | Punta San Matteo cresta Sud-Ovest |
Regione | Lombardia |
Partenza | Rifugio Berni mt. 2541 (2541 m) |
Quota arrivo | 3678 m |
Dislivello | 1420 m |
Difficoltà | BSA |
Esposizione in salita | Nord-Ovest |
Esposizione in discesa | Nord-Ovest |
Itinerari collegati | nessuno |
Neve prevalente | Trasformata |
Altra neve | Trasformata |
Rischio valanghe | 1 - Debole |
Condizioni | Ottime |
Valutazione itinerario | Eccezionale |
Commento | Ed è già domani. Sto pigiando i pedali che assorbono forza e restituiscono armonia.Il vento, al solito, fa la sua parte, arruffa e baruffa con i capelli, fronde di bosco, piacere e tempesta. Comincio così un altro viaggio anche stavolta verso il fuori giusto per riandare, senza filo e senza briciole, nel labirinto che è dentro di me. Alzo le vele e la prima brezza che le gonfia è un dialogo con mia figlia. Le parole, le storie, sono vento buono a muovere tende, togliere veli. In discussione c’è l’illusione e il vuoto di un blog, tale face-book, uno dei suoi miti. Ai suoi occhi, ora fermi e sorpresi, ciò che dico probabilmente è una bestemmia. Insisto col dire che sono la curiosità e la ricerca il più completo e perfetto motore e che questo non sta nel web ma dentro di noi. Sta in ciò che vediamo, in ciò che ci sorprende. Poi, gli occhi, sempre loro, vedono ciò che possono e ciò che vogliono, fanno il mondo diverso, creano prodigi, costruiscono sogni e a noi non resta che continuare. Non la convinco, so che le parole ottengono poco, ma ci ho provato e ci proverò. Questo sono io, lo stesso di ieri, quello che uscito mezzo nudo dal bivacco si mette a girare nella prateria, naso all'insù e, ormai si sa, cacciatore di stelle. L'aria è fresca, al solito pulita, qui, pregna di odori misteriosi e forse extraterrestri. Trovo Arturus un pò più spostato verso Ovest, Sagitta forse in pieno Sud, l'Aquila e le altre sulla testa. Nelle ultime 5 ore, un lampo, abbiamo coperto, questa sì che è velocità, i soliti e circa 9000 km., anche se, in apparenza, sono loro a girare. Ma ora, dopo frugale colazione, si parte. Lasciamo imbraghi e corde al campo e con loro le solite domande: chi siamo, dove andiamo, forse oggi potremmo morire e il giorno sarebbe anche bellissimo. Andremo sù lo stesso e se non si potrà fare torneremo. In poco più di due ore siamo sotto la cresta , la neve tiene che è un piacere e il primo canalino che porta sulla spalla eccolo e finalmente là. "Con lentezza", la giornata è perfetta, Romolo Fernando Maria se lo morde per puro divertimento; per noi dietro non c'è storia. La neve, che la sa lunga e non fa preferenze, ci dà la stessa gioia e tranquillità e così sono i piedi, beati loro, a fornirci forti sensazioni. Questi siamo noi e sin dalle prime ramponate si capisce che il gioco continuerà pari pari, soli e sino in vetta. Il secondo canalino, quello della croce che prendiamo lasciata la cresta dopo breve e stucchevole traverso è ancora in ombra. Sono più o meno le dieci quando giocherellando con la picca apriamo alla fine la cornice, sbucando dal nulla in vetta nell'indifferenza delle moltitudini che la croce e la nominata se la contendono a suon di scatti. Ticket 26, urla una lei felice, mentre, Lui, maiuscolo, quello dei troppi miracoli, dei pani e dei pesci da condividere, frastornato dal casino, si presta al gioco. Lei, la mia lei, non c'è. Nella confusione e tra le ragazze giunte sin qui al traino di giovani e profumatissimi belli imbusti vedo e mi mancano i suoi capelli neri, il suo sorriso di conquista in vetta, il suo orgoglio di essere lì. Così siamo venuti e così ce ne siamo andati giù per la Nord-Ovest. Tre di là, duecentocinqunata di qui. Giuro che nonostante la ressa ci siamo sentiti soli. Fantastico. Niente da dire sulla sciata per tutti e come ovvio
straordinaria. Chi ci è stato lo sa. Foto 1 Ombre e luci Foto 2 Il canalino prima della spalla Foto 3 Le moltitudini di là |
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