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   Pizzo Redorta, via dello Sperone Basso, cresta S-SW
Zona  Lombardia - Orobie
Partenza  Valbondione
Quota partenza  900 m
Quota arrivo  3038 m
Dislivello  2316 m
Difficoltà  F
Rifugio di appoggio  nessuno
Attrezzatura consigliata  da escursioni.casco consigliabile!ramponi se si scende x la normale
Orario indicativo ore 4 fino all'attacco. ore 2.15 dall'attacco alla cima
Periodo consigliato estivo
Descrizione Dalla rimessa dei pullman all'ingresso di Valbondione seguire il sentiero (segnalato per la bella azienda agrituristica Salvasecca) che entra nel bosco e dopo un buon tratto ne esce, incrociando una carrareccia sassosa. Seguirla per un bel po' (scorciatoie del vecchio sentierino qua e la) fino a che, poco prima di un guado un sentierino diparte sulla destra inerpicandosi nel bosco (cartello segnalatore per Baita Rigù). Tale percorso conduce abbastanza ripidamente alla fine della boscaglia, presso il bellissimo poggio ove sorge l'altrettanto bella Baita Rigù (splendido luogo). Si prosegue per il sentiero sopra la baitella che con ampi zig-zag prende quota lungo i pratoni e si avvicina alla presa Enel di Avert, caratteristica dalla forma di una torretta medioevale. Raggiunto il raccordo con il sentiero Basso Brunone-Coca lo si segue per un breve tratto verso sinistra, per poi lasciarlo in favore dei segnavia che salgono a monte (indicazione su sasso un po' sbiadita e cartello CAI non sempre visibile) per il lago di Avert. Con ampi tornanti il sentierino s'innalza sugli alti pascoli di Foga fino al limite dei ghiaioni, per poi portarsi tutto a sinistra con un ampia diagonale; un'ultima serie di serpentine porta infine al poggio ove occhieggia lo stupendo lago di Avert.
Proseguire leggermente in falsopiano verso NW per un buon tratto, poi piegare a destra e innalzarsi lungo una larga cengia erbosa (occhio ai segnavia, un po' nascosti e a tratti sbiaditi-qualche omino segnalatore presente) che porta alla balconata soprastante il laghetto; poi ancora su, per pendii più rocciosi moderatamente inclinati e bancate di sassi chiari (molti segnavia, prestare attenzione in caso di nebbia), fino a raggiungere le pietraie della conca sotto il passo del Simal. Ad un trivio (segnalazioni su un masso) prendere a sinistra (indic. per il Rif. Brunone) e tramite il sentiero delle Orobie si raggiunge l'ampia depressione detta Sella dei Secreti (2660 m).
Dalla Sella (2660 m) prendere la costa a destra e seguirla facilmente, per detriti e rocce semplici, fino al una prima sommità con ometto (2805 m); oltre questa il crinale si fa un po' piu affilato, ma sempre facilmente salibile e dopo un tratto su ghiaia porta al grosso ometto che segna la stretta sommità del Corno dei Secreti (2878 m), panoramicissima puntina che domina la 'vedretta' e la testata del vallone omonimi. Dalla cima del Corno proseguire per la cresta inizialmente, poi - poco prima di una seconda punta gemella di quella principale - lasciarla tenendo la sinistra (versante Secreti) e scendendo per facili placche liscie e detriti indirezione dell'evidente selletta sottostante, a separare il Corno dei Secreti dalla cresta del Redorta. Raggiunto tale stretto intaglio (bocchetta di Val Fregia, 2800 m) si riprende a salire, superando da subito un breve saltello verticale facile (I gr), poi per roccette fino alla sommità di una torretta; discendere sull'opposto versante, facilmente ma con attenzione essendo in discesa, lungo una spaccatura ben appigliata e di roccia buona (II gr) che porta ad un secondo colletto più elevato della bocchetta di Val Fregia.
Da questa seconda forcella salire per le balze successive, facili ma da farsi con prudenza perchè piene di detriti mobili (si cammina comunque agevolmente, usando le mani a tratti), fino a raggiungere la base della grande torre che domina tutta la parte di cresta salita; la sua sommità si raggiunge tramite un evidente canale facile ma friabile appoggiando magari sulle rocce della sua sponda, a destra salendo, un po' più stabili (comunque attenzione). In cima ad essa, notevole punto panoramico, si trova un bell'ometto di pietre (2960 m).
Scendere sull'opposto versante per rocce facili e piuttosto buone, raggiungendo uno stretto intaglio seguito da un inconfondibile impressionante gendarme, dalle forme di un 'ago' di roccia storto; per superarlo tenersi appena sul versante di Coca (destra) e sfruttare una comoda cengetta che passa pochi metri sotto la sommità di questo pinnacolo e porta ad un canalino detritico (a volte ancora innevato, attenzione), da risalire brevemente fino a riprendere la cresta presso un ennesimo intaglio.
Da questo ci sinnalza più decisamente, salendo in successione tutte le varie torrette e crestine che si presentano, evitando di infilarsi nei canali laterali, che pur di facile salita sono davvero troppo scomodi e pieni di detriti mobili; al termine di questo tratto, non molto lungo in realtà, si è a pochi passi dall'ometto di sassi che segna la sommità dello Sperone Alto di Redorta (3010 m), la cui cresta omonima qua si unisce alla nostra da sinistra. In vista della croce di vetta, ormai vicina, si va ancora lungo la cresta (direzione N) brevemente, per poi scendere con molta attenzione (sx) un ultimo canaletto pieno di ghiaietta e marcioni, che in breve porta ad una cengetta da seguire a destra (scendendo) tramite la quale si giunge comodamente al colle nevoso/roccioso presso cui arrivano da sinistra il canalone Ovest, da destra il canale Meridionale. Per la solita cresta sommitale, facile, si toccano senza più difficoltà l'antecima Sud (3030 m), la cima gemella (3038 m) ed infine la cima con croce (3038 m).
Valutazione itinerario  Ottimo
Commento  I primi salitori dello Sperone Basso, Giulio Cesareni ed Antonio Piccardi, salirono la cresta S-SW integrale, partendo cioè dalla Punta S.Maria, cima che segna l'inizio dello Sperone Basso di Redorta.
La salita è in generale un percorso di tipo classico orobico in un ambiente sempre un po' avventuroso, unico motivo che la può rendere interessante, vista la roccia generalmente fatiscente.
Se si ama questo genere di salite, con poco ingaggio tecnico (I grado con qualche passaggio di II grado qua e la) ma buon dislivello e impegno globale (soprattutto se la si ripercorre anche in discesa) è un itinerario da fare in una bella giornata, visto il notevole panorama che offre.
Itinerario visto  6044 volte
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10/08/2011  -  Pizzo Redorta, parete E, via Baroni-Sinigaglia, discesa per lo Sperone Basso, di Ares88